Per una scuola laica ma fedele ai valori della Costituzione: è possibile abolire l’ora di religione e il crocifisso in classe?
Data: Domenica, 28 agosto 2022 ore 18:34:31 CEST Argomento: Redazione
“Difendere
la Costituzione ma non la libertà di scelte educative, l’ora di
religione e
il crocifisso nelle aule”, sembra questo il programma elettorale
del
PD e le dichiarazioni del Segretario Enrico Letta che
intende difendere la Costituzione contrastano con quelle
di Pippo
Civati e Beatrice
Brignone,
candidati alle elezioni politiche del 25
settembre con Sinistra Italiana e Verdi, collegata al PD, i quali
hanno
proposto “l’Abolizione
dell’ora di religione per elementari e medie, niente
più crocefisso in
classe e finanziamenti
alle scuole non statali”.
L’opposizione
alle scuole paritarie trova riscontro e man forte anche presso i
parlamentari
Cinque Stelle e dei principi della Costituzione che si intendono
difendere si
salvano soltanto quelli che convengono agli interessi di parte e non
al
bene comune.
Alla
proposta “possibile” di Civati ha risposto Orazio
Ruscica, segretario
nazionale Snadir, il
quale ha evidenziato che l’insegnamento della Religione è facoltativo
ed ha
citato soltanto che oltre
un milione di alunni già oggi non si avvale dell’insegnamento,
senza affermare che gli altri 7 milioni di studenti italiani se ne
avvalgono
con profitto, in quanto, come ha scritto Carmelo
Mirisola,
coordinatore degli Insegnanti di Religione Cattolica della
Cisl,
“nel quadro delle finalità della scuola”: la Repubblica
Italiana dichiara di riconoscere “il valore della cultura religiosa” e
di tener
conto del fatto che “i principi del cattolicesimo fanno parte del
patrimonio
storico del popolo italiano” (art. 9.2).
La finalità principale di tale
insegnamento è lo sviluppo della persona umana, senza distinzioni di
sorta,
neanche di carattere religioso (art. 3 Cost.).
Chi
ha
stilato il programma di Possibile rivela
di non conoscere il “sistema scolastico italiano”, che
prevede la
compresenza di scuole statali e paritarie, regolarmente costituite e
riconosciute e convergenti nell’offrire un “servizio pubblico” nel
rispetto dei
principi e dei valori della libertà di scelta educativa.
Non
si
possono fare dichiarazioni generiche che come tante promesse
elettorali
sono lucciole e fiammelle che cadono giù e si spengono.
Nell’ordinamento
dello Stato ci sono: Leggi, Concordati, Intese, Accordi, Sentenze
che non
si possono cancellare solo perché a qualche politico non sono graditi.
Si
legge ancora nelle proposte del PD, Sinistra Italiana e Verdi, “Per una
piena
realizzazione del principio costituzionale della laicità si dovrebbe
anche abolire la normativa che prevede l’esposizione di un simbolo
confessionale come il crocifisso nei locali delle scuole pubbliche”.
Dichiarazione
in contrasto con la
sentenza delle Sezioni unite civili della Corte di Cassazione che
a proposito dell’esposizione del crocefisso
in classe ha
detto che “può legittimamente essere esposto allorquando la comunità
scolastica
valuti e decida in autonomia di esporlo, nel rispetto e nella
salvaguardia
delle convinzioni di tutti, affiancando ad esso, in caso di richiesta,
gli
altri simboli delle fedi religiose presenti all’interno della stessa
comunità
scolastica”.
La
proposta di Civati e Brignone di “applicare con rigore l’art. 33 della
Costituzione”, nella parte in cui si sostiene che alle scuole
“private” non
debba essere accordato alcun “finanziamento
pubblico, né in forma diretta da parte dello Stato, delle Regioni o dei
Comuni,
né sotto forma di sovvenzioni concesse alle famiglie in nome della
cosiddetta
libertà di scelta educativa” è in contrasto con la legge 62/2000 delle
scuole
paritarie che fanno parte integrante del “Sistema Scolastico
Nazionale”, che
porta la firma di Luigi Berlinguer.
L’espressione
“senza oneri per lo Stato” inserita dal Costituente siciliano Concetto
Marchesi,
si riferiva alle nascenti scuole di partito, che in quel momento
stavano
sorgendo e non tanto alle scuole cattoliche, che alzano la bandiera
della
libertà della scelta educativa che la Costituzione riconosce ad ogni
genitore.
“La
scelta educativa spetta ai genitori e non ci possono essere imposizioni
ideologiche dall’alto, la scuola è delle famiglie”, afferma con
chiarezza Suor
Anna
Monia Alfieri, sostenitrice
della libertà delle scelte educative e del
costo standard per studente a garanzia di una parità di diritti nel
percorso
formativo, il diritto di apprendere degli studenti, il diritto alla
libertà di
insegnamento degli insegnanti, attraverso la definizione dei
costi per
favorire gli investimenti ed evitare lo spreco.
Oggi
un allievo costa allo Stato in media 8000 euro annui; i conti del
Ministero
stabiliscono il costo standard in 5.500 euro in media. La differenza
sono i
soldi intrappolati nella morsa dello spreco.
La
scuola è un unicum:
è solo in un percorso armonioso – autonomia alla scuola statale,
libertà alla
scuola paritaria, buono scuola o agevolazione fiscale sia per la scuola
statale
che per la paritaria, sotto lo sguardo garante dello Stato – che sarà
possibile
sanare la scuola e renderla effettivo “ascensore sociale” a beneficio
dell’intera
società italiana.
PER
UNA SCUOLA LAICA MA FEDELE AI VALORI DELLA COSTITUZIONE
“Difendere
la Costituzione ma non
la
libertà di scelte educative l’ora di religione e il crocifisso
nelle aule” Sembra
questo il programma
elettorale del PD e le dichiarazioni del
Segretario Enrico Letta che
intende difendere la Costituzione
contrastano
con quelle di Pippo Civati e Beatrice Brignone candidati alle elezioni politiche del 25
settembre con Sinistra Italiana e Verdi, collegata al PD, i quali hanno proposto “l’ Abolizione
dell’ora di religione per elementari e medie”, niente più crocefisso in
classe e finanziamenti alle scuole non statali”
L’opposizione
alle scuole paritarie trova riscontro
man forte anche presso i parlamentari di Cinque Stelle e dei principi
della
Costituzione che si intendono difendere si salvano soltanto quelli che
convengono agli interessi di parte e non al
bene comune.
Alla
proposta “possibile” di Civati ha risposto
Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir, il
quale ha
evidenziato che l’insegnamento della Religione è facoltativo ed ha citato soltanto che oltre
un milione di alunni già oggi non si avvale
dell’insegnamento, senza
affermare che gli altri 7 milioni di studenti italiani
se ne avvalgono con profitto, in
quanto, come ha scritto Carmelo Mirisola, coordinatore degli
Insegnanti
di Religione Cattolica della Cisl “ Nel quadro delle finalità della scuola”:
la Repubblica Italiana dichiara di riconoscere “il valore della cultura
religiosa” e di tener conto del fatto che “i principi del cattolicesimo
fanno
parte del patrimonio storico del popolo italiano” (art. 9.2). La
finalità
principale di tale insegnamento è lo sviluppo della persona umana,
senza
distinzioni di sorta, neanche di carattere religioso (art. 3 Cost.).
Chi
ha stilato il programma di Possibile rivela
di non
conoscere il
“sistema scolastico italiano” che prevede
la compresenza di scuole statali e paritarie, regolarmente costituite e
riconosciute e convergenti nell’offrire un “servizio pubblico” nel
rispetto dei
principi e dei valori della libertà di scelta educativa.
Non si possono
fare dichiarazioni generiche che come
tante promesse elettorali sono lucciole e fiammelle
che cadono giù e si spengono.
Nell’ordinamento
dello Stato ci sono: Leggi, Concordati, Intese,
Accordi, Sentenze che non si possono cancellare solo perché a
qualche
politico non sono graditi.
Si
legge ancora nelle proposte del PD- Sinistra
Italiana e Verdi, “Per
una piena realizzazione del principio
costituzionale della laicità si dovrebbe anche abolire
la normativa che prevede l’esposizione di un simbolo confessionale
come il crocifisso nei locali delle scuole pubbliche”.
Dichiarazione
in contrasto con la
sentenza delle Sezioni
unite civili della Corte di Cassazione che
a
proposito dell’esposizione del Crocefisso
in
classe ha detto che “può legittimamente essere esposto
“allorquando la
comunità scolastica valuti e decida in autonomia di esporlo, nel
rispetto e
nella salvaguardia delle convinzioni di tutti, affiancando al
crocifisso, in
caso di richiesta, gli altri simboli delle fedi religiose presenti
all’interno
della stessa comunità scolastica”.
La
proposta di Civati e Brignone di “applicare con rigore l’art. 33 della
Costituzione”, nella parte in cui sostiene che alle scuole “private”
non
debba essere accordato alcun “finanziamento pubblico, né in forma
diretta
da parte dello Stato, delle Regioni o dei Comuni, né sotto forma di
sovvenzioni
concesse alle famiglie in nome della cosiddetta libertà di scelta
educativa” è
in contrato con legge 62/2000 delle scuole paritarie che fanno parte
integrante
del “Sistema Scolastico Nazionale”, che porta la firma di Luigi
Berlinguer.
L’espressione
“senza oneri per lo Stato” inserita dal Costituente siciliano
Concetto
Marchesi, si riferiva alle nascenti scuole di partito, che in quel
momento
stavano sorgendo e non tanto alle scuole cattoliche, che alzano la
bandiera
della libertà della scelta educativa che la Costituzione riconosce ad
ogni
genitore.
“La
scelta educativa spetta ai genitori e
non ci possono essere imposizioni ideologiche dall’alto, la scuola è
delle
famiglie”, afferma con chiarezza Suor Anna Monia Alfieri,
sostenitrice della libertà delle scelte educative e del costo standard
per
studente a garanzia di una parità di diritti nel percorso formativo, il
dritto di apprendere degli studenti, il diritto alla libertà di
insegnamento
degli insegnanti, attraverso la definizione
dei costi per favorire gli
investimenti ed evitare lo spreco.
Oggi
un allievo costa allo Stato in media di 8000 euro annui; i
conti del Ministero stabiliscono il costo standard in 5.500 euro in
media. La
differenza sono i soldi intrappolati nella morsa dello spreco
La
scuola è un unicum: è solo in un percorso armonioso – autonomia
alla
scuola statale, libertà alla scuola paritaria, buono scuola o
agevolazione
fiscale sia per la scuola statale che per la paritaria, sotto lo
sguardo
garante dello Stato – sarà possibile sanare la scuola e renderla
effettivo
“ascensore sociale” a beneficio dell’intera società italiana.
Giuseppe Adernò
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