Centinaia i sacerdoti morti per il Covid-19. 269 in Italia - Vite donate
Data: Domenica, 25 aprile 2021 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
La pandemia ha seminato migliaia di vittime in Italia
ed in tutto il mondo ormai globalizzato. Non ha risparmiato nessuno:
anziani e
giovani, donne e bambini, medici e infermieri,
addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze
dell’ordine, volontari, che non compaiono nei titoli di giornali o
nelle
riviste.
Tutte le categorie professionali e sociali
contano delle vittime ed anche tra gli ecclesiastici: Cardinali,
Vescovi,
Sacerdoti, Missionari, Diaconi, Frati, Suore, si contano numerose
vittime ed
anche nomi eccellenti, testimoni di una carità agita e di una donazione
generosa e totale a servizio dei poveri e degli ammalati, come hanno
testimoniato i numerosi cappellani degli ospedali e dei centri Covid.
Difficile
dare un numero esatto, in assenza di una mappatura
complessiva.
Il
SIR, (Agenzia d’informazione religiosa) in contatto
con le Conferenze episcopali cerca di tenere questa triste contabilità,
ma le
mappature esistenti sono considerate non attendibili e ampiamente per
difetto, perché
le tragiche notizie si susseguono tutti i giorni. In Italia tra i
Sacerdoti sono
state registrate 269 vittime, 23 solo nel mese di marzo ed ora la
variante
brasiliana sta diventando il moltiplicatore di una lunga e terribile
seconda
ondata in tutto il continente latinoamericano.
Sono morti nel profondo desiderio di essere vicini ai contagiati
e accompagnarli nel momento del trapasso; hanno toccato ‘la
carne sofferente del fratello”, come dice Papa Francesco. Molti
sono stati contagiati nei quartieri popolari, nelle mense, negli
ospedali, per
aver voluto portare consolazione ai più poveri.
Il
Card Gualtiero
Bassetti, presidente della CEI, nella prefazione al libro di Riccardo Benotti “Covid-19:
preti in prima
linea", nel quale si racconta il vissuto umano e pastorale di
tantissimi sacerdoti, ha scritto: “Nel
tempo della pandemia, i sacerdoti hanno espresso il volto bello della
Chiesa
amica, che si prende cura del prossimo. Hanno donato un esempio
autentico di
solidarietà con tutti. Sono stati l'immagine viva del Buon Samaritano,
contribuendo non poco a rendere credibile la Chiesa".
Il
presidente Mario
Draghi in occasione della Giornata nazionale in memoria delle
vittime
dell’epidemia ha ricordato tra i 27 sacerdoti di Bergamo, don Fausto Resmini, il prete degli ultimi.
Commuove
sentire come una giovane suora di 33 anni,
andata in Colombia, carica di entusiasmo nel voler seguire la sua
vocazione,
animata da tanto desiderio di fare del bene, attiva tra i giovani e le
famiglie,
diventa la prima vittima del Covid-19 a Cartagena; così pure un giovane
frate
francescano, a servizio delle persone di strada, morto a 28 anni a
Fortaleza nel
nord est del Brasile.
In
quasi tutte le Diocesi e Congregazioni religiose
sono state registrate delle vittime del Covid e la loro morte è una
perdita di
servizi e di ministeri, che aggrava la già pesante crisi economica,
lavorativa
e sociale che stiamo attraversando.
La
morte dei
sacerdoti contagiati dal Covid lascia dietro di sé una scia di dolore,
ma anche
di gratitudine. Il mistero della morte suscita la consapevolezza di
ringraziare
per quanto si è ricevuto da questi uomini di Dio miti, forti, umani,
semplici,
colti, coraggiosi, ciascuno con i propri carismi.
Prossimamente
si dovrà parlare di una vera e propria generazione
di sacerdoti per la Chiesa italiana, spazzata via dal Covid, e mentre
si mette
in risalto il loro ruolo nella società, e nella Chiesa, presenta
l’immagine
della grande crisi di vocazioni che da
anni affligge la comunità ecclesiale.
E’
un dovere ricordare, rendere omaggio e far memoria
di questi “martiri” della carità e del servizio ai fratelli e se, come
si
diceva del sangue dei primi martiri, che diventa “seme di
nuovi cristiani”, si attende un risveglio di religiosità e
di cultura, una metanoia sociale che orienti il cammino verso i veri
valori della
vita che aiutino a crescere e a garantire progresso e civiltà.
Giuseppe Adernò
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