Il possibile nuovo volto della scuola dell’autonomia, al convegno nazionale al Campus Universitario di Matera
Data: Martedì, 19 marzo 2019 ore 07:30:00 CET Argomento: Istituzioni
Parte dalla Capitale Europea della Cultura 2019, da
Matera, l’analisi del possibile nuovo volto della scuola
dell’autonomia, ad oltre un ventennio dalla sua istituzione. Analisi
che è stata esplicitata dagli oltre 30 relatori, giunti dalle
Università di tutta Italia, che hanno preso parte al convegno
nazionale: “L’insegnante e il
dirigente scolastico tra governance, didattica e progetto culturale”.
Nella nuova sede dell’università della Basilicata a Matera e
nell’ambito di un gruppo di lavoro della Società Pedagogica Italiana
coordinato da Claudio De Luca, Paolina Mulè e Achille Notti, il 14 e 15
marzo, si è tenuta una due giorni di confronto, per analizzare,
chiarire e rilanciare le figure del dirigente scolastico e
dell’insegnante all’interno della scuola dell’autonomia, tenendo conto
della fondamentale alleanza tra scuola, famiglia e territorio per lo
sviluppo di uno specifico progetto di corresponsabilità educativa.
Ed è proprio in questa prospettiva che il convegno materano,
organizzato dal Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria e,
in particolare dall’attuale coordinatore Claudio De Luca e dal
precedente coordinatore Giuseppe Spadafora, con il patrocinio del
Dipartimento di Scienze Umane, rappresentato dal suo direttore
Francesco Panarelli, e dell’Università della Basilicata con il
contributo della Rettrice Aurelia Sole, ha inteso sviluppare il
complessivo progetto di ricerca avviato.
La scuola dell’autonomia per essere una scuola fondamentale per lo
sviluppo sociale, civile e economico dei territori va complessivamente
ripensata.
È necessario progettare una scuola di qualità di tutti e di ciascuno,
in cui sia possibile aiutare ogni studente a sviluppare le proprie
potenzialità inespresse, il proprio progetto di vita e nel contempo sia
garantita la qualità culturale e adeguati standard di preparazione
degli studenti in relazione alle valutazioni internazionali.
La scuola dell’autonomia, inoltre, deve ripensare i suoi rapporti con
le famiglie, con i soggetti politico-istituzionali del territorio con
le varie componenti della società civile per dare un contributo
significativo alle trasformazioni politiche della società e per
sviluppare la democrazia sui territori.
In questa prospettiva il convegno ha sviluppato le sue analisi con il
contributo di numerosi studiosi provenienti da tutta Italia su tre
questioni fondamentali: il ruolo dell’insegnante (I sessione), il ruolo
del dirigente scolastico (III sessione), il ruolo delle famiglie e
dell’extrascuola nell’ambito della scuola dell’autonomia (II sessione).
L’insegnante che è considerato fondamentale per il miglioramento della
qualità della scuola deve diventare un progettista della formazione
unica e irripetibile di ogni studente nella classe. Deve essere in
grado di collaborare collegialmente con gli altri colleghi e deve
soprattutto avere dal dirigente un’adeguata collaborazione e un
sostegno alla sua complessa attività. In altri termini deve essere un
ricercatore che unisca le qualità culturali a specifiche competenze
didattico-organizzative fondamentali per favorire il successo formativo
di ogni studente.
Il dirigente scolastico è la figura chiave della scuola dell’autonomia.
Così come è definito nel DPR 275 del 1999 fino ad alcune innovazioni
contenute nella Buona Scuola, il Dirigente scolastico è una figura di
manager dell’istituzione scolastica, che ha tali e tante responsabilità
di carattere gestionale-amministrativo che spesso non gli permettono di
essere un leader educativo e un intellettuale in grado di garantire il
successo formativo degli studenti e la qualità culturale della scuola.
Le famiglie e il mondo extrascolastico rappresentano, storicamente,
quei soggetti culturali e politici che non hanno mai avuto un ruolo
molto significativo per progettare una nuova scuola dell’autonomia. Una
nuova scuola dell’autonomia deve necessariamente costruire legami
culturali e politici ancora più significativi con il mondo della
cultura familiare, dei soggetti istituzionali che collaborano con la
scuola e possono determinare un miglioramento qualitativo della sua
organizzazione.
Solo un nuovo patto di corresponsabilità educativa tra l’insegnante, il
dirigente e il mondo delle famiglie e extrascolastico potrebbe
rilanciare la scuola come un nuovo laboratorio di democrazia per
attivare lo sviluppo sociale e politico sui territori e promuovere una
specifica democrazia dal basso che è determinante per lo sviluppo
sociale e politico dei territori.
L’alto livello dei contributi dei relatori e l’interesse suscitato dal
convegno hanno portato la Fondazione Cassa di Risparmio di Calabria e
Lucania a decidere di sostenere la pubblicazione degli atti del
convegno per i tipi della Armando Editore.
Sissi Ruggi
addetto stampa per il convegno
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