Diplomati Magistrali. MSA: 'decreto legge dignità non è la soluzione'
Data: Martedì, 10 luglio 2018 ore 08:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Dopo diversi mesi dalla
sentenza dello scorso dicembre da parte del Consiglio di Stato che ha
escluso dalle GAE i diplomati magistrali con titolo conseguito ante
2001/2002, qualche giorno fa, il 2 luglio, il Ministero dell'Istruzione
risponde con il decreto dignità. Tuttavia, tale provvedimento non offre
alcuna soluzione concreta ai circa 50.000 diplomati magistrali.
Confermare il ruolo dei docenti neo-immessi, riaprire le GAE e assumere
precari con 36 mesi di servizio: sono queste le proposte di MSA.
Con il decreto approvato il 2 luglio dal Ministero viene applicato
anche ai diplomati magistrali quanto previsto dal decreto legge
669/1996, che permette alla Pubblica Amministrazione di adottare i
provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di
comunicazione del titolo esecutivo. Tale intervento al fine di
consentire l'ordinato avvio del nuovo anno scolastico.
Secondo l'associazione MSA, sempre attenta a tutelare i diritti degli
emarginati, questa misura non costituisce una risposta efficace per i
numerosissimi diplomati magistrali, il cui futuro lavorativo e
professionale continua a rimanere nella più totale incertezza. Inoltre,
limitarsi a posticipare di 4 mesi l'applicazione della sentenza avrà
ripercussioni assai negative anche dal punto di vista didattico: il
caos, che si vuole evitare a settembre nella scuola primaria e
dell'infanzia, semplicemente si riproporrà con tempi scaglionati
durante l'anno scolastico.
Quindi cosa si può fare a tutela dei circa 50.000 diplomati magistrali,
che rischiano il licenziamento di massa da un giorno all'altro? Secondo
il prof. Luciano Scandura, responsabile nazionale di MSA comparto
scuola "è di fondamentale importanza che i nostri parlamentari, nel
momento in cui dovranno decidere se applicare o meno la sentenza emessa
lo scorso dicembre dal Consiglio di Stato, agiscano a tutela dei
diritti di numerosi docenti diplomati magistrali, conferendo loro
dignità e rispetto per il servizio svolto finora".
Ma quali sono concretamente le soluzioni da adottare? Innanzi tutto,
sciogliere la riserva per tutti i neo-assunti e confermare il ruolo su
tutti i posti vacanti e disponibili perché "è una contraddizione in
termini il fatto che chi ha passato l'anno di prova, non sia poi
ritenuto abilitato all'insegnamento", sostiene il prof. Scandura.
In secondo luogo, urge istituire un concorso "non selettivo" rivolto
anche a questa categoria di docenti, che si sono visti esclusi
dall'attuale concorso a cattedra per abilitati. In alternativa,
considerati i numerosi costi per l'Amministrazione nonché la lunga
tempistica, necessaria per organizzare le prove concorsuali, una
soluzione molto più rapida e meno dispendiosa sarebbe la riapertura
delle GAE.
Infine, per i docenti che hanno svolto 3 anni di servizio, è
imprescindibile prevedere l'immissione in ruolo su tutti i posti
vacanti e disponibili. A tal fine, MSA, in collaborazione con lo studio
legale Santonicola, propone per tutti coloro, inclusi i diplomati
magistrali, che hanno maturato almeno 3 anni di servizio (nella scuola
statale, paritaria o all'estero) un'azione diretta in Europa, un'azione
attraverso cui il privato cittadino può rivolgersi alla
Commissione Europea per chiedere un intervento diretto, nel momento in
cui vede lesi i propri diritti. "Attraverso questa azione", commenta il
prof. Luciano Scandura, "chiederemo direttamente alla Commissione
Europea il riconoscimento dell'abilitazione su materia o sostegno,
conseguita sul campo a seguito di reiterati contratti, senza però che
sia stata riconosciuta grazie ad un piano di stabilizzazione, come
invece è accaduto per coloro inseriti nelle GAE, strategia questa che
riteniamo vincente, soprattutto in considerazione del fatto che l'uso
abusivo dei contratti a termine è già stato dichiarato in sede europea
una pratica illegittima".
Non sappiamo cosa accadrà tra 4 mesi, ma ci auguriamo che il
Parlamento, a cui ora spetta il compito di dare compiuta definizione
del quadro normativo, si impegni per restituire un clima di serenità
alla scuola ed eliminare le disparità tra persone che, pur avendo gli
stessi requisiti, non ricevono lo stesso trattamento in ambito
professionale.
Il Coordinatore Nazionale settore
scuola Prof. Scandura Luciano
Il Responsabile della Comunicazione
Prof.ssa Moliterni Elisa
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