
Il Loto asiatico simbolo dell’Illuminazione e dell’Ascensione
Data: Mercoledì, 31 maggio 2017 ore 08:30:00 CEST Argomento: Redazione
 1)  2)
"Siamo Angeli con un'ala sola, possiamo volare soltanto restando
abbracciati"
Alberto Manzi - Luciano De Crescenzo
La Filosofia Indiana pone alla base del mondo fisico la dualità
costituita dalla Natura o Prakriti e dallo Spirito o Purusha.
La Natura è definita "il campo" (kshetra) ed è ritenuta inconsapevole
ma attiva, in quanto costituisce il campo dell'esperienza dell'Anima;
mentre lo Spirito è il "Conoscitore del campo" (kshetrajnanam),
consapevole ma inattivo, che rivestendosi di involucri fisici svolge la
sua azione nel campo della Natura.
Possiamo dire che si tratta dell'interazione Natura - Cultura che
caratterizza il nostro pianeta, tra due parti complementari in
reciproco svolgimento tra loro ed allo stesso tempo di un percorso
della Coscienza individuale, che giunge mediante l'interazione delle
due polarità universali mutuanti (Yin e Yang), i vari livelli di
mutamento, l'evoluzione e l'accrescersi dell'informazione, ad una
sempre maggiore complessità e capacità d'espressione della Coscienza
cosmica, sino a riuscire a fondere nell'Armonia queste due parti in
modo indissolubile, perfetto, permanente ed immortale.
Nella mitologia induista ritroviamo pure che l'Universo scaturisce
dalla combinazione di due divinità: Shiva e Shakti.
Shiva è il principio maschile ed è la pura Coscienza inattiva e non
manifestata, privo di forma e quindi un sistema informale, talvolta
considerato come distruttore, poiché distrugge la forma in modo da
manifestare la Coscienza.
La sua sede si crede sia nel centro metafisico o Chakra situato nella
sommità della testa.
Shakti è la parte complementare femminile o il sistema formale, che dà
vita alla Coscienza inattiva e dunque alla Creazione.
È la madre dell'Universo ed è colei che fa apparire l'illusione del
mondo fisico.
Shakti fa apparire l'Universo grazie all'elemento fecondante della
Coscienza o di Shiva, così come fa la donna che produce il bambino col
seme dell'uomo.
Ognuna di queste deità fortemente attratte tra loro si muove l'uno
verso l'altra ed essi esistono in un abbraccio eterno, in un continuo
ed inarrestabile rapporto d'Amore, incapaci d'esistere l'uno senza
l'altra.
Da questo tenero ed eterno abbraccio, da questa intensa attrazione, da
tutto questo effondersi ed unirsi nascono una corrente ascendente e
discendente da cui si ha il mondo fisico e quello spirituale o
metafisico, i cui centri metafisici d'interazione si individuano in
punti particolari del corpo fisico dell'uomo conosciuti col nome di
Chakra o Ruote della Vita, componenti archetipi della Coscienza.
Quando l'uomo seguendo la mente, i limiti e le paure interrompe il
rivelarsi e l'abbraccio si ha il fenomeno della morte, mentre quando
ciò è mantenuto indefinitamente si ha l'Illuminazione, l'Ascensione e
l'Immortalità.
Nel Taoismo col simbolo del Tao o Taichitu si giunge ad una sintesi
mirabile a un sincretismo, esprimendo tale interazione con le due
polarità rotazionali, mutuanti, coessenziali dello Yin e dello Yang,
quali due metà ognuna delle quali in seme contiene l'altra e che indica
nell'Unicità universale e nell'equilibrio tra tutte le cose la chiave
per superare il dualismo illusorio di bene e di male, di vita e di
morte.
In tale contesto l'Amore non è più l'attaccamento ad un oggetto o ad
una persona, ma un sentimento integrale che fluisce da un centro
all'altro, identificandolo come uno stato d'Armonia con se stessi.
Il nodo fondamentale del processo dell'Immortalità, dell'Illuminazione
e dell'Ascensione è proprio il raggiungimento dell'Armonia e nel
modificare in coerenza con uno stato d'equilibrio la mente e di
conseguenza il campo morfico o morfogenetico, cioè quel campo
irradiante informativo che circonda ogni corpo e che serve per
materializzarlo nel mondo fisico.
Il campo morfogenetico deriva dall'interazione della Coscienza con la
Materia ed è costruito nel corso di un lungo periodo di tempo,
conformandosi in un certo modo tramite la reiterazione di pensieri ed
azioni e quindi di abitudini e di destini, che in tal modo si
consolidano talmente da essere capaci, in presenza delle condizioni
propizie e predisponenti, di trasfigurarsi in materia nel piano fisico
in modo specifico.
L'uomo è un ente composito, ma nella sua vera ed autentica natura egli
è una unità o essere immortale composto dai corpi sottili o d'estrema
rarefazione e dal corpo fisico.
Il fatto che l'uomo abbia pensato ed agito come essere malato, mortale
e limitato ha strutturato in coerenza il suo campo morfogenetico
ponendolo in risonanza con i limiti piuttosto che con la Vita infinita
e la sua insita immortalità, il che rende estremamente difficile ed
arduo il cambiamento da mortale ad immortale, tanto da considerarlo
ancora oggi impossibile ed irrealizzabile.
Ma niente in questo mondo può essere considerato definitivo ed
immodificabile, perché qualsiasi cosa nel mondo è nel mutamento
della Vita Infinita prodotto dal costante e reciproco svolgimento delle
due forze universali, che fluttuano attorno ad uno stato di equilibrio.
Col cambiamento consapevolmente controllato e cioè con la Volontà si
supera l'inerzia e si ha la scintilla essenziale per accendere il
potere di fare tutto ciò, disperdendo l'illusione di possedere un
proprio Sé o una personalità, i dubbi e le incertezze e ogni genere di
credenze irragionevoli e superstiziose.
Ovviamente la Volontà a cui facciamo riferimento non è quella
personale, cioè non è ristretta agli aspetti dell'ego, ma è quella che
riesce ad esprimere la Volontà Divina in relazione alla consapevolezza,
all'autostima, al potere che supera ogni blocco, resistenza,
attaccamento ed inerzia.
Quando la propria Volontà esprime quella divina si realizza la fusione
perfetta, permanente ed indissolubile tra la Coscienza e il Corpo, tra
il Purusha e la Prakriti, l'individuo fa l'esperienza
dell'Illuminazione e vede lo Splendore narrato nei Testi Sacri di quasi
tutte le culture e le religioni del mondo, che trasforma la sua mente
liberandola dalla separazione tra l'unità e la differenza o la
molteplicità.
L'illuminazione, seppure nell'essenza sia straordinaria, non è qualcosa
al di fuori della Natura, ma è uno stato naturale sempre presente, che
spunta col completamento di un processo di riscoperta della nostra
insita Infinità.
L'uomo sviluppa l'intelligenza pensando e quindi si tratta di
un'educazione verso un nuovo modo di pensare non più basato
sull'imposizione dei contenuti, in cui i limiti decadono e cessano
d'esistere, di una elevazione della sua mente che finalmente fuoriesce
dall'indottrinamento imperniato sulle solite informazioni, sulle paure
e sulla morte, perché egli si pone in attività alla riscoperta della
sua vera interiorità ed Infinità, in tutto il suo splendore, bellezza
ed unicità.
Nel processo non si costruisce, non si riempie, non si accumula, ma si
crea un ambiente in cui crescere e si disfa di tutto ciò che è il
nostro essere ordinario, attivando così il collegamento integrale e
perfetto tra tutti i punti di Coscienza del corpo o i Chakra, da cui si
ha un altro inizio del percorso della Coscienza individuale verso una
nuova fase della Vita Infinita e dell'esistenza.
Ogni individuo con l'Illuminazione conosce ogni cosa nell'integralità,
fuoriesce dal ciclo delle nascite e morti ripetute, e sorprendentemente
accede in uno stato straordinario della sua vita, ossia giunge al punto
glorioso di Vita Infinita e dell'Immortalità.
L'Illuminazione è il preludio dell'Ascensione, perché il corpo fisico
con la consapevolezza rischiarata man mano diventa un tutt'uno con la
Coscienza, non se ne distacca più e non può perire, in quanto si
disseta costantemente nella fonte della giovinezza, nelle acque
interiori gorgoglianti di Vita Infinita.
La cosa straordinaria è tutto ciò è un po' simile alla fisiologia del
Loto asiatico, poiché tale specie è capace di introdurre dentro di sé
l'aria del Cielo, la quale una volta trasportata nei canali respiratori
giunge nelle sue radici, nel fango e nell'acqua che così non
imputridiscono più e anzi sono sempre nella vita, in acque gorgoglianti
di vita.
Il cervello con l'Illuminazione è pieno di Luce e non è più solo lo
strumento della personalità limitata al soddisfacimento dei propri
bisogni, al passato ed alla ripetizione delle solite cose, perché
accoglie l'intera Mente Cosmica, dalle infinite potenzialità,
possibilità e funzionalità e così al livello fisico decadono i limiti.
In tale stato non c'è rimpianto; non c'è risentimento; non c'è
tristezza; non c'è angoscia.
Adesso ogni cosa è rivelata e l'individuo è finalmente libero ed
eternamente vivo.
Non c'è niente che quel pensiero, quel sogno, quell'immagine debbano
evitare.
Il cervello imprime quella cosa pensata o sognata e questa diventa
forma fisica ad ogni livello.
Ha compiuto la grande Opera in cui lo Spirito è congiunto perfettamente
alla Materia, cosicché non è più mortale e non lascia alcuna impronta:
non resta corpo, non resta tomba.
Ciò è possibile perché il cervello dell'uomo ha in sé la capacità non
solo di creare la malattia, l'invecchiamento e la morte, ma anche
l'inverso ossia l'Immortalità, il benessere, e di creare molte volte se
stesso.
Senza avere bisogno di usare o di mentire a nessuno, con chiarezza ed
onestà, da questo momento in poi tutto diventa possibile ed ogni cosa
che si desidera prontamente si realizza.
In questo modo il mondo è finalmente rivelato e svelato nella sua vera
natura e non si è più nell'inganno.
Tutto ciò di cui stiamo parlando è l'Ascensione con cui si evita la
morte, si vive indefinitamente e si compie il cambiamento verso una
nuova ed eccelsa evoluzione dell'uomo, perché nell'Universo ogni cosa è
nel mutamento e non è possibile permanere per sempre in una fase e nel
ciclo delle nascite e morti ripetute o al periodico ritorno nelle
dimore della morte delle vite terrestri.
La Vita Infinita è Infinita e compendia mondi, stelle, galassie,
Universi, Esseri visibili ed invisibili senza numero attraverso cui si
esprime, più o meno compiutamente, la Coscienza cosmica.
Una fantasia, una favola ?
Certamente ma è solo in apparenza che tutto questo sembra fantasioso ed
assurdo, perché ad onta del fatto dell'eterno morire su cui il nostro
mondo sembra fondarsi, nessuno può escludere l'Immortalità e
l'Ascensione e che alcuni rari individui siano riusciti a
raggiungere tale stato della vita umana, in cui si sprofonda nella Vita
Infinita, dove la morte non è più possibile.
Indubbiamente è difficile credere all'Illuminazione, all'Immortalità ed
all'Ascensione, perché l'idea che un uomo possa vivere per sempre
altererebbe il senso della realtà di chiunque, in quanto la vita di
norma si basa solo sui sensi e la mente, i quali cogliendo i limiti, il
ciclo della vita e della morte, con le fasi di nascita, di crescita, di
invecchiamento e di morte, non riescono a scorgere la Vita infinita.
Un'altra considerazione è che noi traiamo falso conforto che solo
esseri eccezionali come Gesù Cristo o qualche altro raro Maestro
possano ascendere e noi no.
Ci piace pensare ai loro speciali poteri che possano appartenere solo a
loro e non a tutti.
È possibile che una grande Anima o Mahatma abbia potere su
spazio, tempo, mente e materia, perché è un essere più evoluto, che è
stato soggetto di un particolare allenamento e che ha accumulato la
necessaria esperienza per sviluppare degli invisibili poteri ed
acquistare doti degne di un Dio.
Invero ogni essere umano ha in sé, in potenza, tutti i poteri di tali
grandi Iniziati e la differenza è che non li usa e non li ha sviluppati.
Eppure se riuscissimo a superare le paure, le convenzioni e ad entrare
nel cuore della realtà, ad identificarci con la propria divinità
interiore sino al punto in cui la morte non è più necessaria,
l'esperienza dell'Illuminazione e dell'Ascensione riguarderebbe proprio
persone come voi e come me. Comunque ogni uomo ed ogni donna, nessuno
escluso, ed ognuno col suo tempo abbandonerà il ciclo alternato tra la
Coscienza e la Materia ed entrerà definitivamente nella corrente
d'evoluzione superiore dell'umanità, dove l'illusione della morte non
esiste.
La conclusione è che a dispetto di tutte le idee confuse ed ambigue che
si hanno al riguardo, l'Illuminazione e l'Ascensione sono dei
fenomeni ordinari della Natura, anche se la mente comune li
considera falsi.
Nell'Ascensione si permane nel corpo fisico e nella mente che si hanno
nel momento, ma essi però sono trasformati, trasfigurati nella pienezza
della Luce della vita, cioè non sono più nella separazione e dunque non
possono più soccombere all'illusione della morte.
La mente in tale stato non è più limitata e paurosa, ma illuminata,
cosmica ed abbraccia ogni cosa.
Sicché essa diviene calma e pacifica come il Cielo terso senza nuvole,
priva di ogni turbamento, ossia entra in uno stato talmente tranquillo
e pacifico che è in grado di irraggiare attraverso il corpo la
frequenza più elevata della Coscienza.
L'aumento della frequenza fa si che il corpo possa a piacimento svanire
oppure, con il suo abbassamento, riformarsi e ricomparire nel piano
fisico.
L'uomo Asceso accede sia nella materia e sia nello Splendore della Luce
Infinita ed è Semplice, Essenziale, Chiaro ed è nella Coscienza e nel
Pensiero infiniti.
Adesso dal suo corpo fisico l'Amore che lo pervade si irraggia come
Luce di gloria che non offende, né abbaglia la vista di nessuno,
proteggendolo in ogni istante e circostanza.
Seguendo la rettitudine e la virtù può fare ciò che vuole ed essere in
ogni luogo che desidera raggiungere, ed ovunque è protetto.
Ed è come se fosse in tutte le cose senza però possederle, anzi egli
stesso è tutto ciò che vede ed è quell'essenza che dà vita e
significato a tutto quanto esiste e vive.
Se lo desidera può continuare a vivere nel mondo fisico ma in modo
differente, poiché ora la sua consapevolezza è trasformata,
trasfigurata, illuminata, non più turbata, né contaminata da
quanto succede nell'intorno, così come la pianta del Loto che vive con
le sue radici nel fango, come le sue foglie che non sono nemmeno
toccate o bagnate dall'acqua e come il suo fiore che dal fango si eleva
verso il Cielo, per aprire i suoi petali solo alla luce e al calore del
Sole.
Nell'Ascensione egli è nell'integralità e non opera più alcuna
distinzione e separazione ed accetta ogni cosa come parte integrante
dell'essere e del divenire, e non può più essere toccato o ferito da
niente e da nessuno.
In casi limite potrebbe ancora perdersi nel gioire oppure nel soffrire
e patire come qualsiasi altro uomo, ma ciò è solo per brevi istanti
dopo i quali il turbamento presto lo lascia e svanisce del tutto,
perché non può più essere toccato dagli eventi positivi o
negativi che gli capitano, in quanto l'Amore lo avvolge e lo protegge,
appianandogli la strada in tutto ciò che intraprende.
A suo piacimento può vivere anche nel mondo ultraterreno ed essere in
qualsiasi luogo dell'Universo egli desideri andare, perché la sua
Coscienza è ormai Cosmica, cioè è senza più alcun limite.
Ora riguardo le qualità del "Campo" o della Natura, dei suoi
elementi costitutivi, la filosofia indiana insiste sulle tre qualità o
Guna: Sattva, Rajas e Tamas e Krishna nella Baghavad Gita si preoccupa
di precisare come esse si mescolino negli uomini, nutrendo, in base al
predomino di una o di un'altra, varie tipologie.
Negli uomini saggi prevale la Sattva che consente l'accesso alla
conoscenza del Supremo.
Negli irrequieti e nei frenetici, prevale la Rajas, che spinge in una
dinamicità eccessiva e ad agire senza posa.
Negli apatici, nei negligenti e negli oziosi prevale la Tamas, che li
distoglie dall'agire in qualsiasi cosa.
Tuttavia l'uomo ideale che giunge all'Illuminazione, all'Ascensione ed
all'Immortalità, travalica tutte queste distinzioni e tratta tutti
indistintamente a prescindere dalle qualità o Guna che loro manifestano.
Egli accetta ogni ambito dell'esistenza, cercando di soddisfare la
propria natura seguendone il corso e tutto ciò che la governa.
Si tratta di un insegnamento non limitato e circoscritto alla filosofia
indiana o orientale, ma di inestimabile valore per tutta l'umanità.
E la Natura nelle sue molteplici espressioni dimostra chiaramente tutto
questo di cui stiamo parlando.
Difatti abbiamo già accennato alla straordinarietà del Loto asiatico,
che ben delinea tutte queste cose.
È interessante notare come i differenti livelli di Coscienza siano in
relazione al campo su cui essa agisce ed alle qualità costitutive della
Natura o Guna, espresse in relazione all'orizzonte terra - acqueo ed
aereo in cui prosperano i diversi organi della pianta: radici,
rami, foglie e fiori.
Il Loto asiatico è quindi il simbolo dell'Ascensione, poiché ne
descrive lo stato cognitivo e coscienziale in cui scompaiono le
separazioni e le distinzioni tra ogni parte dell'Universo manifesto ed
invisibile.
Da rilevare pure la sorprendente analogia tra le parti della pianta del
Loto, i vari strati compositivi di un tipico ambiente acquatico e
il percorso evolutivo dell'uomo nel mondo fisico, che dalla
separazione e dalla materia informe e caotica del fango, emerge
progressivamente alla luce del Sole, per giungere alfine alla fusione
indissolubile, permanente ed immortale tra Coscienza e
Materia o all'Ascensione.
Il fango è sporco e sovente emana sgradevoli odori, il fiore di Loto è
bellissimo e fragrante affiorante da uno stagno puzzolente.
Le radici che affondano nel fango sono in relazione con l'energia o
Guna Tamas, con l'inerzia della materia, l'acqua dove la pianta vive
rappresenta l'energia Rajas, il moto o il dinamismo, mentre il fiore
che si eleva al di fuori del fango e dell'acqua è verso l'equilibrio,
l'illuminazione, la congiunzione delle due polarità Yin e Yang, il
Sole, ed è il simbolo dell'energia Sattva, ossia l'armonia tra le
due forze universali, della Luce e dell'Oscurità, che conduce
all'Illuminazione ed all'Ascensione, ad uno stato sovraumano derivato
dalla fusione indissolubile, permanente ed immortale della Coscienza e
del Corpo fisico.
Ora riguardo gli ambienti acquatici dove vive il Loto asiatico è da
dire che anche la mitologia greca se ne occupa, considerandoli il
risultato finale della Coscienza in interazione con la Materia.
Difatti secondo i racconti di miti e leggende le acque sono ritenute
abitate dalle Naiadi o dalle Ninfe, proprio in funzione di Unità di
Coscienza, che sovraintendono ai vari fenomeni e processi che ivi
si svolgono.
La pianta e i fiori di Loto che vivono nelle acque sono uno dei più
antichi e profondi simboli del nostro pianeta.
Essi crescono in acque fangose e si sollevano sopra la superficie
sbocciando con notevole bellezza.
Di notte il fiore di chiude e si ritira sott'acqua, all'alba si alza e
si apre di nuovo.
Questo ha affascinato l'uomo sin dai tempi più remoti che ne ha fatto
uno dei simboli principali in quasi tutte le religioni.
Più o meno in tutto il mondo ai fior di Loto asiatico sono stati dati
significati spirituali, quali la rigenerazione della mente e del corpo,
la resurrezione, la consapevolezza della propria vera natura divina non
contaminata da niente e da nessuno.
Buddha siede su un fiore di Loto, Vishnu è in piedi su un Loto.
I semi del Loto sacro sono capaci di germinare anche dopo 1000 anni,
perciocché la pianta è legata all'Immortalità fisica.
Per la forma simile al ventre femminile il fiore è legato ai principi
femminili di fecondità, grazia e fertilità.
Nonostante le sue radici si affondino nel fango il fiore non è toccato
dalle sue impurità ed è così che è diventato il simbolo di purezza del
cuore e della mente e rappresenta lunga vita, salute, onore e buona
fortuna. Pertanto simbolo di chi vive nel mondo senza venirne
contaminato.
Da tempi antichi al Loto sono stati attribuiti simboli divini che
rappresentano le virtù di purezza sessuale e non attaccamento.
Tale specie è correlata in particolare al Buddismo ed al Taoismo, quale
simbolo dei Chakra, dei corpi sottili e dell'essenza della vita umana,
che pur rimanendo pulita ed incontaminata affonda le sue radici nel
fango della realtà, sospesa tra Yin e Yang, tra profondità e
superficialità. Il fiore è collegato alla fertilità per via del calice
che sembra un ventre femminile, alla Resurrezione ed all'Immortalità
per via dei semi che conservano la loro capacità di germinare anche
dopo 2000 anni.
Nel Buddismo esso rappresenta la purezza nel corpo, nel parlare e nella
mente dato che fluttua sopra le acque fangose dell'attaccamento e del
desiderio.
Secondo la leggenda Gautama Buddha era nato con l'abilita' di
camminarvi sopra e ovunque si fermava i fiori di loto fiorivano e in
molte delle sue raffigurazioni egli siede su uno zoccolo a forma di
Fior di Loto.
In un celebre sermone Buddha accosta il fiore del Loto asiatico alle
persone destinate alla salvezza dell'Illuminazione e dell'Ascensione.
Il Loto asiatico è correlato anche alle due ghiandole più importanti
del corpo fisico: la ghiandola Pineale e la ghiandola ipofisi o
Pituitaria.
Nell'induismo, che tanto ha influenzato la cultura della Thailandia,
molte divinità spesso sono rappresentate con fiori di loto
nell'iconografia.
Il Loto e' citato estesamente nella letteratura dei Purana e dei Veda.
Divinità buddiste, cinesi, indù, giapponesi e altre divinità dell'Asia
sono sedute su fiori di loto.
"Om Mani Padme Hum", il sacro mantra di origine tibetana, estesosi poi
a tutta l'India significa: "Salute al Gioiello nel Loto".
Nella letteratura classica e orale dell'Asia il loto interviene in
forme figurative a rappresentare l'eleganza, la bellezza, la
perfezione, purezza e grazia ed e' usato in poemi e canzoni come
allegoria per rappresentare gli attributi femminili.
Fonte di soddisfazione per quattro necessità: vita, cibo, vestiario e
medicina.
Il fiore di Loto asiatico o indiano, Nelumbo nucifera Gaertn. -
Nelumbonaceae (Figura 1), (2n=16) è una pianta originaria dell'Asia,
che è simbolo spirituale ad iniziare dagli Egizi, che però conoscevano
una specie diversa, simile alla Nimphacea rossa Hibrida Maurice
Laideker " Attraction"o ninfea rossa (Figura 2). Specificatamente la
specie conosciuta dagli Egizi è la ninfea azzurra il cui fiore,
aprendosi e chiudendosi immergendosi in acqua, al sorgere e al
tramontare del Sole, è adatto a mimarne il suo corso. La
ninfea azzurra emana un intenso profumo.
Le due specie sono molto affini tra loro ed entrambe sono fonte di cibo
(semi e rizomi) e di sostanze psicoattive (con effetti
inebriante, narcotico e sedativo), per gli alcaloidi solubili in alcool
presenti in tutte e due le specie, sia nei fiori e sia nei rizomi.
In particolare il Loto asiatico o sacro è una pianta acquatica che
cresce in stagni poco profondi e in fiumi, perenne, originaria
dell'Asia, dall'Afganistan al Vietnam, alla Nuova Guinea al Nord
dell'Australia.
Specie perenne, acquatica, decidua, che si propaga attraverso la
divisione dei rizomi carnosi e per seme.
A crescita rapidissima è una pianta tipica di stagni ed invasi d'acqua
stagnanti o quasi privi di corrente, profondi da 5 a 50 cm e oltre.
Le foglie raggiungono il diametro di 1 m e oltre, con peduncolo
fogliare da 80 a 1 m di lunghezza.
Le foglie sono perfettamente impermeabilizzate da una straordinaria
struttura cerosa presente sulla superficie fogliare (Effetto
Loto).
I fiori sono solitari, portati al di sopra delle foglie da peduncoli
fiorali eretti e glabri o spinulati, profumano di anice, hanno un
diametro tra i 18 e i 35 cm; ricettacolo obconico; corolla formata da
numerosi petali che formano una spirale, di forma ovata concava e
larga; di colore roseo porporino all'esterno rosei all'interno con
sfumature bianco-giallastre. Numerosi stami sono inseriti come i petali
nel ricettacolo carnoso accrescente con numerosi carpelli. I
frutti sono nocule ovoidali, legnose.
Il Loto asiatico possiede nel fusto canali aeriferi e un sistema
respiratorio per ossigenare i tessuti e le radici.
Il Loto asiatico o indiano (Figura 1) è pianta di primaria importanza
in Vietnam sia per la coltivazione, l'impiego alimentare, farmaceutico
e terapeutico e sia come simbolo sacro.
Quasi tutte le parti del Loto sono comunemente usate nella cucina del
Vietnam e della Thailandia.
I semi, le giovani foglie e le radici sono tutte commestibili, mentre
le grandi foglie sono usate per avvolgere il cibo, da esse e dai petali
si ottengono tisane.
Il rizoma entra nelle ricette per cuocere zuppe, fritti e brasati.
Le radici sono usate nella medicina tradizionale.
I composti aromatici responsabili del profumo sono contenuti negli
stami e nei petali (Cariofillene, Pentadecan, 1,4 Metossibenzene) che
donano la caratteristica profumazione.
Le varie parti della pianta, compresi i semi dal sapore di anice, sono
usate nella distillazione, nell'alimentazione e nella farmacologia per
il contenuto di flavanoli, triterpeni, glicosidi e di molecole
terapeutiche come gli alcaloidi aporfinici nel lattice, che cola dopo
l'incisione del peduncolo fiorale. La pianta è astringente,
rinfrescante, ad azione epatoprotettiva, antiemorragica, ipotensiva ed
antipiretica, sedativa sul cuore e tonica su milza e reni.
Marcello Castroreale
mcastroreale@alice.it
Figura 1 - Fiore di Loto asiatico o indiano,
Nelumbo nucifera Gaertn. - Nelumbonaceae, Orto Botanico Palermo, 2015,
correlato al mantra buddista della Compassione piena d'Amore OM
MANI PADME HUM, il gioiello del Loto è all'interno, composto da OM =
Assoluto, MANI PADME = Gemma del Loto o "Salve o gioiello nel fiore di
loto" , HUM = Realtà illuminata, ossia la Realtà che unisce ogni cosa
separata dall'universale, elimina ogni impedimento ed avversità che
nasce dall'egoismo e ostacola il raggiungimento della Conoscenza.
Figura 2 - Nimphacea rossa Hibrida Maurice Laideker
"Attraction" o Loto rosso - Nimphaeaceae - Orto Botanico
Palermo, 2015.
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