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Natura e Co-Scienza: Il Loto asiatico simbolo dell’Illuminazione e dell’Ascensione

Redazione
1) 2)
"Siamo Angeli con un'ala sola, possiamo volare soltanto restando abbracciati"
Alberto Manzi - Luciano De Crescenzo

La Filosofia Indiana pone alla base del mondo fisico la dualità costituita dalla Natura o Prakriti e dallo Spirito o Purusha.
La Natura è definita "il campo" (kshetra) ed è ritenuta inconsapevole ma attiva, in quanto costituisce il campo dell'esperienza dell'Anima; mentre lo Spirito è il "Conoscitore del campo" (kshetrajnanam), consapevole ma inattivo, che rivestendosi di involucri fisici svolge la sua azione nel campo della Natura.
Possiamo dire che si tratta dell'interazione Natura - Cultura che caratterizza il nostro pianeta, tra due parti complementari in reciproco svolgimento tra loro ed allo stesso tempo di un percorso della Coscienza individuale, che giunge mediante l'interazione delle due polarità universali mutuanti (Yin e Yang), i vari livelli di mutamento, l'evoluzione e l'accrescersi dell'informazione, ad una sempre maggiore complessità e capacità d'espressione della Coscienza cosmica, sino a riuscire a fondere nell'Armonia queste due parti in modo indissolubile, perfetto, permanente ed immortale.

Nella mitologia induista ritroviamo pure che l'Universo scaturisce dalla combinazione di due divinità: Shiva e Shakti.
Shiva è il principio maschile ed è la pura Coscienza inattiva e non manifestata, privo di forma e quindi un sistema informale, talvolta considerato come distruttore, poiché distrugge la forma in modo da manifestare la Coscienza.
La sua sede si crede sia nel centro metafisico o Chakra situato nella sommità della testa.
Shakti è la parte complementare femminile o il sistema formale, che dà vita alla Coscienza inattiva e dunque alla Creazione.
È la madre dell'Universo ed è colei che fa apparire l'illusione del mondo fisico.
Shakti fa apparire l'Universo grazie all'elemento fecondante della Coscienza o di Shiva, così come fa la donna che produce il bambino col seme dell'uomo.

Ognuna di queste deità fortemente attratte tra loro si muove l'uno verso l'altra ed essi esistono in un abbraccio eterno, in un continuo ed inarrestabile rapporto d'Amore, incapaci d'esistere l'uno senza l'altra.
Da questo tenero ed eterno abbraccio, da questa intensa attrazione, da tutto questo effondersi ed unirsi nascono una corrente ascendente e discendente da cui si ha il mondo fisico e quello spirituale o metafisico, i cui centri metafisici d'interazione si individuano in punti particolari del corpo fisico dell'uomo conosciuti col nome di Chakra o Ruote della Vita, componenti archetipi della Coscienza.
Quando l'uomo seguendo la mente, i limiti e le paure interrompe il rivelarsi e l'abbraccio si ha il fenomeno della morte, mentre quando ciò è mantenuto indefinitamente si ha l'Illuminazione, l'Ascensione e l'Immortalità.

Nel Taoismo col simbolo del Tao o Taichitu si giunge ad una sintesi mirabile a un sincretismo, esprimendo tale interazione con le due polarità rotazionali, mutuanti, coessenziali dello Yin e dello Yang, quali due metà ognuna delle quali in seme contiene l'altra e che indica nell'Unicità universale e nell'equilibrio tra tutte le cose la chiave per superare il dualismo illusorio di bene e di male, di vita e di morte.
In tale contesto l'Amore non è più l'attaccamento ad un oggetto o ad una persona, ma un sentimento integrale che fluisce da un centro all'altro, identificandolo come uno stato d'Armonia con se stessi.
Il nodo fondamentale del processo dell'Immortalità, dell'Illuminazione e dell'Ascensione è proprio il raggiungimento dell'Armonia e nel modificare in coerenza con uno stato d'equilibrio la mente e di conseguenza il campo morfico o morfogenetico, cioè quel campo irradiante informativo che circonda ogni corpo e che serve per materializzarlo nel mondo fisico.
Il campo morfogenetico deriva dall'interazione della Coscienza con la Materia ed è costruito nel corso di un lungo periodo di tempo, conformandosi in un certo modo tramite la reiterazione di pensieri ed azioni e quindi di abitudini e di destini, che in tal modo si consolidano talmente da essere capaci, in presenza delle condizioni propizie e predisponenti, di trasfigurarsi in materia nel piano fisico in modo specifico.

L'uomo è un ente composito, ma nella sua vera ed autentica natura egli è una unità o essere immortale composto dai corpi sottili o d'estrema rarefazione e dal corpo fisico.
Il fatto che l'uomo abbia pensato ed agito come essere malato, mortale e limitato ha strutturato in coerenza il suo campo morfogenetico ponendolo in risonanza con i limiti piuttosto che con la Vita infinita e la sua insita immortalità, il che rende estremamente difficile ed arduo il cambiamento da mortale ad immortale, tanto da considerarlo ancora oggi impossibile ed irrealizzabile.
Ma niente in questo mondo può essere considerato definitivo ed immodificabile, perché qualsiasi cosa nel mondo è nel mutamento della Vita Infinita prodotto dal costante e reciproco svolgimento delle due forze universali, che fluttuano attorno ad uno stato di equilibrio.
Col cambiamento consapevolmente controllato e cioè con la Volontà si supera l'inerzia e si ha la scintilla essenziale per accendere il potere di fare tutto ciò, disperdendo l'illusione di possedere un proprio Sé o una personalità, i dubbi e le incertezze e ogni genere di credenze irragionevoli e superstiziose.

Ovviamente la Volontà a cui facciamo riferimento non è quella personale, cioè non è ristretta agli aspetti dell'ego, ma è quella che riesce ad esprimere la Volontà Divina in relazione alla consapevolezza, all'autostima, al potere che supera ogni blocco, resistenza, attaccamento ed inerzia.
Quando la propria Volontà esprime quella divina si realizza la fusione perfetta, permanente ed indissolubile tra la Coscienza e il Corpo, tra il Purusha e la Prakriti, l'individuo fa l'esperienza dell'Illuminazione e vede lo Splendore narrato nei Testi Sacri di quasi tutte le culture e le religioni del mondo, che trasforma la sua mente liberandola dalla separazione tra l'unità e la differenza o la molteplicità.
L'illuminazione, seppure nell'essenza sia straordinaria, non è qualcosa al di fuori della Natura, ma è uno stato naturale sempre presente, che spunta col completamento di un processo di riscoperta della nostra insita Infinità.

L'uomo sviluppa l'intelligenza pensando e quindi si tratta di un'educazione verso un nuovo modo di pensare non più basato sull'imposizione dei contenuti, in cui i limiti decadono e cessano d'esistere, di una elevazione della sua mente che finalmente fuoriesce dall'indottrinamento imperniato sulle solite informazioni, sulle paure e sulla morte, perché egli si pone in attività alla riscoperta della sua vera interiorità ed Infinità, in tutto il suo splendore, bellezza ed unicità.
Nel processo non si costruisce, non si riempie, non si accumula, ma si crea un ambiente in cui crescere e si disfa di tutto ciò che è il nostro essere ordinario, attivando così il collegamento integrale e perfetto tra tutti i punti di Coscienza del corpo o i Chakra, da cui si ha un altro inizio del percorso della Coscienza individuale verso una nuova fase della Vita Infinita e dell'esistenza.
Ogni individuo con l'Illuminazione conosce ogni cosa nell'integralità, fuoriesce dal ciclo delle nascite e morti ripetute, e sorprendentemente accede in uno stato straordinario della sua vita, ossia giunge al punto glorioso di Vita Infinita e dell'Immortalità.
L'Illuminazione è il preludio dell'Ascensione, perché il corpo fisico con la consapevolezza rischiarata man mano diventa un tutt'uno con la Coscienza, non se ne distacca più e non può perire, in quanto si disseta costantemente nella fonte della giovinezza, nelle acque interiori gorgoglianti di Vita Infinita.

La cosa straordinaria è tutto ciò è un po' simile alla fisiologia del Loto asiatico, poiché tale specie è capace di introdurre dentro di sé l'aria del Cielo, la quale una volta trasportata nei canali respiratori giunge nelle sue radici, nel fango e nell'acqua che così non imputridiscono più e anzi sono sempre nella vita, in acque gorgoglianti di vita.
Il cervello con l'Illuminazione è pieno di Luce e non è più solo lo strumento della personalità limitata al soddisfacimento dei propri bisogni, al passato ed alla ripetizione delle solite cose, perché accoglie l'intera Mente Cosmica, dalle infinite potenzialità, possibilità e funzionalità e così al livello fisico decadono i limiti.
In tale stato non c'è rimpianto; non c'è risentimento; non c'è tristezza; non c'è angoscia.
Adesso ogni cosa è rivelata e l'individuo è finalmente libero ed eternamente vivo.
Non c'è niente che quel pensiero, quel sogno, quell'immagine debbano evitare.
Il cervello imprime quella cosa pensata o sognata e questa diventa forma fisica ad ogni livello.
Ha compiuto la grande Opera in cui lo Spirito è congiunto perfettamente alla Materia, cosicché non è più mortale e non lascia alcuna impronta: non resta corpo, non resta tomba.
Ciò è possibile perché il cervello dell'uomo ha in sé la capacità non solo di creare la malattia, l'invecchiamento e la morte, ma anche l'inverso ossia l'Immortalità, il benessere, e di creare molte volte se stesso.
Senza avere bisogno di usare o di mentire a nessuno, con chiarezza ed onestà, da questo momento in poi tutto diventa possibile ed ogni cosa che si desidera prontamente si realizza.

In questo modo il mondo è finalmente rivelato e svelato nella sua vera natura e non si è più nell'inganno.
Tutto ciò di cui stiamo parlando è l'Ascensione con cui si evita la morte, si vive indefinitamente e si compie il cambiamento verso una nuova ed eccelsa evoluzione dell'uomo, perché nell'Universo ogni cosa è nel mutamento e non è possibile permanere per sempre in una fase e nel ciclo delle nascite e morti ripetute o al periodico ritorno nelle dimore della morte delle vite terrestri.
La Vita Infinita è Infinita e compendia mondi, stelle, galassie, Universi, Esseri visibili ed invisibili senza numero attraverso cui si esprime, più o meno compiutamente, la Coscienza cosmica.
Una fantasia, una favola ?
Certamente ma è solo in apparenza che tutto questo sembra fantasioso ed assurdo, perché ad onta del fatto dell'eterno morire su cui il nostro mondo sembra fondarsi, nessuno può escludere l'Immortalità e l'Ascensione e che alcuni rari individui siano riusciti a raggiungere tale stato della vita umana, in cui si sprofonda nella Vita Infinita, dove la morte non è più possibile.
Indubbiamente è difficile credere all'Illuminazione, all'Immortalità ed all'Ascensione, perché l'idea che un uomo possa vivere per sempre altererebbe il senso della realtà di chiunque, in quanto la vita di norma si basa solo sui sensi e la mente, i quali cogliendo i limiti, il ciclo della vita e della morte, con le fasi di nascita, di crescita, di invecchiamento e di morte, non riescono a scorgere la Vita infinita.
Un'altra considerazione è che noi traiamo falso conforto che solo esseri eccezionali come Gesù Cristo o qualche altro raro Maestro possano ascendere e noi no.

Ci piace pensare ai loro speciali poteri che possano appartenere solo a loro e non a tutti.
È possibile che una grande Anima o Mahatma abbia potere su spazio, tempo, mente e materia, perché è un essere più evoluto, che è stato soggetto di un particolare allenamento e che ha accumulato la necessaria esperienza per sviluppare degli invisibili poteri ed acquistare doti degne di un Dio.
Invero ogni essere umano ha in sé, in potenza, tutti i poteri di tali grandi Iniziati e la differenza è che non li usa e non li ha sviluppati.
Eppure se riuscissimo a superare le paure, le convenzioni e ad entrare nel cuore della realtà, ad identificarci con la propria divinità interiore sino al punto in cui la morte non è più necessaria, l'esperienza dell'Illuminazione e dell'Ascensione riguarderebbe proprio persone come voi e come me. Comunque ogni uomo ed ogni donna, nessuno escluso, ed ognuno col suo tempo abbandonerà il ciclo alternato tra la Coscienza e la Materia ed entrerà definitivamente nella corrente d'evoluzione superiore dell'umanità, dove l'illusione della morte non esiste.
La conclusione è che a dispetto di tutte le idee confuse ed ambigue che si hanno al riguardo, l'Illuminazione e l'Ascensione sono dei fenomeni ordinari della Natura, anche se la mente comune li considera falsi.
Nell'Ascensione si permane nel corpo fisico e nella mente che si hanno nel momento, ma essi però sono trasformati, trasfigurati nella pienezza della Luce della vita, cioè non sono più nella separazione e dunque non possono più soccombere all'illusione della morte.
La mente in tale stato non è più limitata e paurosa, ma illuminata, cosmica ed abbraccia ogni cosa.
Sicché essa diviene calma e pacifica come il Cielo terso senza nuvole, priva di ogni turbamento, ossia entra in uno stato talmente tranquillo e pacifico che è in grado di irraggiare attraverso il corpo la frequenza più elevata della Coscienza.

L'aumento della frequenza fa si che il corpo possa a piacimento svanire oppure, con il suo abbassamento, riformarsi e ricomparire nel piano fisico.
L'uomo Asceso accede sia nella materia e sia nello Splendore della Luce Infinita ed è Semplice, Essenziale, Chiaro ed è nella Coscienza e nel Pensiero infiniti.
Adesso dal suo corpo fisico l'Amore che lo pervade si irraggia come Luce di gloria che non offende, né abbaglia la vista di nessuno, proteggendolo in ogni istante e circostanza.
Seguendo la rettitudine e la virtù può fare ciò che vuole ed essere in ogni luogo che desidera raggiungere, ed ovunque è protetto.
Ed è come se fosse in tutte le cose senza però possederle, anzi egli stesso è tutto ciò che vede ed è quell'essenza che dà vita e significato a tutto quanto esiste e vive.
Se lo desidera può continuare a vivere nel mondo fisico ma in modo differente, poiché ora la sua consapevolezza è trasformata, trasfigurata, illuminata, non più turbata, né contaminata da quanto succede nell'intorno, così come la pianta del Loto che vive con le sue radici nel fango, come le sue foglie che non sono nemmeno toccate o bagnate dall'acqua e come il suo fiore che dal fango si eleva verso il Cielo, per aprire i suoi petali solo alla luce e al calore del Sole.

Nell'Ascensione egli è nell'integralità e non opera più alcuna distinzione e separazione ed accetta ogni cosa come parte integrante dell'essere e del divenire, e non può più essere toccato o ferito da niente e da nessuno.
In casi limite potrebbe ancora perdersi nel gioire oppure nel soffrire e patire come qualsiasi altro uomo, ma ciò è solo per brevi istanti dopo i quali il turbamento presto lo lascia e svanisce del tutto, perché non può più essere toccato dagli eventi positivi o negativi che gli capitano, in quanto l'Amore lo avvolge e lo protegge, appianandogli la strada in tutto ciò che intraprende.
A suo piacimento può vivere anche nel mondo ultraterreno ed essere in qualsiasi luogo dell'Universo egli desideri andare, perché la sua Coscienza è ormai Cosmica, cioè è senza più alcun limite.
Ora riguardo le qualità del "Campo" o della Natura, dei suoi elementi costitutivi, la filosofia indiana insiste sulle tre qualità o Guna: Sattva, Rajas e Tamas e Krishna nella Baghavad Gita si preoccupa di precisare come esse si mescolino negli uomini, nutrendo, in base al predomino di una o di un'altra, varie tipologie.

Negli uomini saggi prevale la Sattva che consente l'accesso alla conoscenza del Supremo.
Negli irrequieti e nei frenetici, prevale la Rajas, che spinge in una dinamicità eccessiva e ad agire senza posa.
Negli apatici, nei negligenti e negli oziosi prevale la Tamas, che li distoglie dall'agire in qualsiasi cosa.
Tuttavia l'uomo ideale che giunge all'Illuminazione, all'Ascensione ed all'Immortalità, travalica tutte queste distinzioni e tratta tutti indistintamente a prescindere dalle qualità o Guna che loro manifestano.
Egli accetta ogni ambito dell'esistenza, cercando di soddisfare la propria natura seguendone il corso e tutto ciò che la governa.
Si tratta di un insegnamento non limitato e circoscritto alla filosofia indiana o orientale, ma di inestimabile valore per tutta l'umanità.
E la Natura nelle sue molteplici espressioni dimostra chiaramente tutto questo di cui stiamo parlando.
Difatti abbiamo già accennato alla straordinarietà del Loto asiatico, che ben delinea tutte queste cose.
È interessante notare come i differenti livelli di Coscienza siano in relazione al campo su cui essa agisce ed alle qualità costitutive della Natura o Guna, espresse in relazione all'orizzonte terra - acqueo ed aereo in cui prosperano i diversi organi della pianta: radici, rami, foglie e fiori.

Il Loto asiatico è quindi il simbolo dell'Ascensione, poiché ne descrive lo stato cognitivo e coscienziale in cui scompaiono le separazioni e le distinzioni tra ogni parte dell'Universo manifesto ed invisibile.
Da rilevare pure la sorprendente analogia tra le parti della pianta del Loto, i vari strati compositivi di un tipico ambiente acquatico e il percorso evolutivo dell'uomo nel mondo fisico, che dalla separazione e dalla materia informe e caotica del fango, emerge progressivamente alla luce del Sole, per giungere alfine alla fusione indissolubile, permanente ed immortale tra Coscienza e Materia o all'Ascensione.
Il fango è sporco e sovente emana sgradevoli odori, il fiore di Loto è bellissimo e fragrante affiorante da uno stagno puzzolente.
Le radici che affondano nel fango sono in relazione con l'energia o Guna Tamas, con l'inerzia della materia, l'acqua dove la pianta vive rappresenta l'energia Rajas, il moto o il dinamismo, mentre il fiore che si eleva al di fuori del fango e dell'acqua è verso l'equilibrio, l'illuminazione, la congiunzione delle due polarità Yin e Yang, il Sole, ed è il simbolo dell'energia Sattva, ossia l'armonia tra le due forze universali, della Luce e dell'Oscurità, che conduce all'Illuminazione ed all'Ascensione, ad uno stato sovraumano derivato dalla fusione indissolubile, permanente ed immortale della Coscienza e del Corpo fisico.
Ora riguardo gli ambienti acquatici dove vive il Loto asiatico è da dire che anche la mitologia greca se ne occupa, considerandoli il risultato finale della Coscienza in interazione con la Materia.

Difatti secondo i racconti di miti e leggende le acque sono ritenute abitate dalle Naiadi o dalle Ninfe, proprio in funzione di Unità di Coscienza, che sovraintendono ai vari fenomeni e processi che ivi si svolgono.
La pianta e i fiori di Loto che vivono nelle acque sono uno dei più antichi e profondi simboli del nostro pianeta.
Essi crescono in acque fangose e si sollevano sopra la superficie sbocciando con notevole bellezza.
Di notte il fiore di chiude e si ritira sott'acqua, all'alba si alza e si apre di nuovo.
Questo ha affascinato l'uomo sin dai tempi più remoti che ne ha fatto uno dei simboli principali in quasi tutte le religioni.
Più o meno in tutto il mondo ai fior di Loto asiatico sono stati dati significati spirituali, quali la rigenerazione della mente e del corpo, la resurrezione, la consapevolezza della propria vera natura divina non contaminata da niente e da nessuno.
Buddha siede su un fiore di Loto, Vishnu è in piedi su un Loto.
I semi del Loto sacro sono capaci di germinare anche dopo 1000 anni, perciocché la pianta è legata all'Immortalità fisica.
Per la forma simile al ventre femminile il fiore è legato ai principi femminili di fecondità, grazia e fertilità.
Nonostante le sue radici si affondino nel fango il fiore non è toccato dalle sue impurità ed è così che è diventato il simbolo di purezza del cuore e della mente e rappresenta lunga vita, salute, onore e buona fortuna. Pertanto simbolo di chi vive nel mondo senza venirne contaminato.

Da tempi antichi al Loto sono stati attribuiti simboli divini che rappresentano le virtù di purezza sessuale e non attaccamento.
Tale specie è correlata in particolare al Buddismo ed al Taoismo, quale simbolo dei Chakra, dei corpi sottili e dell'essenza della vita umana, che pur rimanendo pulita ed incontaminata affonda le sue radici nel fango della realtà, sospesa tra Yin e Yang, tra profondità e superficialità. Il fiore è collegato alla fertilità per via del calice che sembra un ventre femminile, alla Resurrezione ed all'Immortalità per via dei semi che conservano la loro capacità di germinare anche dopo 2000 anni.
Nel Buddismo esso rappresenta la purezza nel corpo, nel parlare e nella mente dato che fluttua sopra le acque fangose dell'attaccamento e del desiderio.
Secondo la leggenda Gautama Buddha era nato con l'abilita' di camminarvi sopra e ovunque si fermava i fiori di loto fiorivano e in molte delle sue raffigurazioni egli siede su uno zoccolo a forma di Fior di Loto.
In un celebre sermone Buddha accosta il fiore del Loto asiatico alle persone destinate alla salvezza dell'Illuminazione e dell'Ascensione.
Il Loto asiatico è correlato anche alle due ghiandole più importanti del corpo fisico: la ghiandola Pineale e la ghiandola ipofisi o Pituitaria.
Nell'induismo, che tanto ha influenzato la cultura della Thailandia, molte divinità spesso sono rappresentate con fiori di loto nell'iconografia.

Il Loto e' citato estesamente nella letteratura dei Purana e dei Veda.
Divinità buddiste, cinesi, indù, giapponesi e altre divinità dell'Asia sono sedute su fiori di loto.
"Om Mani Padme Hum", il sacro mantra di origine tibetana, estesosi poi a tutta l'India significa: "Salute al Gioiello nel Loto".
Nella letteratura classica e orale dell'Asia il loto interviene in forme figurative a rappresentare l'eleganza, la bellezza, la perfezione, purezza e grazia ed e' usato in poemi e canzoni come allegoria per rappresentare gli attributi femminili.
Fonte di soddisfazione per quattro necessità: vita, cibo, vestiario e medicina.
Il fiore di Loto asiatico o indiano, Nelumbo nucifera Gaertn. - Nelumbonaceae (Figura 1), (2n=16) è una pianta originaria dell'Asia, che è simbolo spirituale ad iniziare dagli Egizi, che però conoscevano una specie diversa, simile alla Nimphacea rossa Hibrida Maurice Laideker " Attraction"o ninfea rossa (Figura 2). Specificatamente la specie conosciuta dagli Egizi è la ninfea azzurra il cui fiore, aprendosi e chiudendosi immergendosi in acqua, al sorgere e al tramontare del Sole, è adatto a mimarne il suo corso. La ninfea azzurra emana un intenso profumo.
Le due specie sono molto affini tra loro ed entrambe sono fonte di cibo (semi e rizomi) e di sostanze psicoattive (con effetti inebriante, narcotico e sedativo), per gli alcaloidi solubili in alcool presenti in tutte e due le specie, sia nei fiori e sia nei rizomi.
In particolare il Loto asiatico o sacro è una pianta acquatica che cresce in stagni poco profondi e in fiumi, perenne, originaria dell'Asia, dall'Afganistan al Vietnam, alla Nuova Guinea al Nord dell'Australia.

Specie perenne, acquatica, decidua, che si propaga attraverso la divisione dei rizomi carnosi e per seme.
A crescita rapidissima è una pianta tipica di stagni ed invasi d'acqua stagnanti o quasi privi di corrente, profondi da 5 a 50 cm e oltre.
Le foglie raggiungono il diametro di 1 m e oltre, con peduncolo fogliare da 80 a 1 m di lunghezza.
Le foglie sono perfettamente impermeabilizzate da una straordinaria struttura cerosa presente sulla superficie fogliare (Effetto Loto).
I fiori sono solitari, portati al di sopra delle foglie da peduncoli fiorali eretti e glabri o spinulati, profumano di anice, hanno un diametro tra i 18 e i 35 cm; ricettacolo obconico; corolla formata da numerosi petali che formano una spirale, di forma ovata concava e larga; di colore roseo porporino all'esterno rosei all'interno con sfumature bianco-giallastre. Numerosi stami sono inseriti come i petali nel ricettacolo carnoso accrescente con numerosi carpelli. I frutti sono nocule ovoidali, legnose.
Il Loto asiatico possiede nel fusto canali aeriferi e un sistema respiratorio per ossigenare i tessuti e le radici.

Il Loto asiatico o indiano (Figura 1) è pianta di primaria importanza in Vietnam sia per la coltivazione, l'impiego alimentare, farmaceutico e terapeutico e sia come simbolo sacro.
Quasi tutte le parti del Loto sono comunemente usate nella cucina del Vietnam e della Thailandia.
I semi, le giovani foglie e le radici sono tutte commestibili, mentre le grandi foglie sono usate per avvolgere il cibo, da esse e dai petali si ottengono tisane.
Il rizoma entra nelle ricette per cuocere zuppe, fritti e brasati.
Le radici sono usate nella medicina tradizionale.
I composti aromatici responsabili del profumo sono contenuti negli stami e nei petali (Cariofillene, Pentadecan, 1,4 Metossibenzene) che donano la caratteristica profumazione.
Le varie parti della pianta, compresi i semi dal sapore di anice, sono usate nella distillazione, nell'alimentazione e nella farmacologia per il contenuto di flavanoli, triterpeni, glicosidi e di molecole terapeutiche come gli alcaloidi aporfinici nel lattice, che cola dopo l'incisione del peduncolo fiorale. La pianta è astringente, rinfrescante, ad azione epatoprotettiva, antiemorragica, ipotensiva ed antipiretica, sedativa sul cuore e tonica su milza e reni.

Marcello Castroreale
mcastroreale@alice.it

Figura 1 - Fiore di Loto asiatico o indiano, Nelumbo nucifera Gaertn. - Nelumbonaceae, Orto Botanico Palermo, 2015, correlato al mantra buddista della Compassione piena d'Amore OM MANI PADME HUM, il gioiello del Loto è all'interno, composto da OM = Assoluto, MANI PADME = Gemma del Loto o "Salve o gioiello nel fiore di loto" , HUM = Realtà illuminata, ossia la Realtà che unisce ogni cosa separata dall'universale, elimina ogni impedimento ed avversità che nasce dall'egoismo e ostacola il raggiungimento della Conoscenza.

Figura 2 - Nimphacea rossa Hibrida Maurice Laideker "Attraction" o Loto rosso - Nimphaeaceae - Orto Botanico Palermo, 2015.








Postato il Mercoledì, 31 maggio 2017 ore 08:30:00 CEST di Michelangelo Nicotra
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