Lettera del dirigente Salvatore Impellizzeri dell'Istituto 'Italo Calvino' al Presidente Mattarella
Data: Lunedì, 14 marzo 2016 ore 06:00:00 CET Argomento: Redazione
Il preside
Salvatore Impellizzeri dell'Istituto "Italo Calvino" scrive
al Presidente della Repubblica esternando un legittimo sfogo per aver
subito un ulteriore furto di computer a scuola. Dopo tanti sacrifici e
complesse operazioni per l'acquisto e la tutela, in pochi minuti
tutto svanisce e si perde nel nulla. La solidarietà umana ci rende
vicini alla Comunità scolastica e alla sofferenza dei bambini, privati
di uno strumento utile e indispensabile per una didattica efficace ,
capace di produrre apprendimenti e sviluppare adeguate competenze.
G. Adernò
All'On. Sergio Mattarella
Presidente della Repubblica
Palazzo Quirinale
Roma
Egregio Signor Presidente,
Le scrivo questa lettera nella sua qualità di garante della
Costituzione e dell'unità del nostro Paese.
Sono un dirigente scolastico, uno di quelli che come tanti altri miei
colleghi, lavora quotidianamente dalle 8 alle 12 ore al giorno,
compresi il sabato e la domenica.
Ieri sera, come tante altre sere in questi anni, sono stato con la
polizia a constatare l'ennesimo furto compiuto ai danni dei BAMBINI, e
"non della scuola", perché non si pensa al fatto che rubare a scuola
significa rubare ai bambini.
Questa mattina i bambini hanno aspettato invano che la loro
lavagna elettronica si accendesse per iniziare le loro attività; i
volti dei docenti, dei collaboratori scolastici, dei genitori erano
sgomenti a tale atto di barbarie, perché tale può definirsi una
violenza perpetrata nei confronti dei bambini di 3, 4 e 5 anni. Come
possiamo spiegare loro che tra gli adulti ci
sono quelli che fanno del male agli altri?
Noi operiamo al Sud, in Sicilia, lavoriamo per garantire ai nostri
ragazzi una formazione adeguata e grazie ai fondi strutturali europei
abbiamo acquistato le attrezzature didattiche che ci permettono di
offrire maggiori opportunità di apprendimento ai nostri allievi, e
quanta fatica per le procedure di acquisto!
Una volta acquistate dobbiamo proteggerle, garantirle e da qui la corsa
ai sistemi di antifurto, alla videosorveglianza, ma nonostante il
nostro impegno e la grande professionalità delle forze dell'ordine, che
ho avuto modo di constatare, non riusciamo a proteggere i nostri beni e
l'enorme complessità delle procedure per acquistarli viene vanificata
in 20/30 minuti, tale è il tempo che un abile "operatore del furto"
impiega per effettuare l'operazione.
La scuola rappresenta il primo baluardo contro l'illegalità e la mafia.
Noi siamo impegnati quotidianamente contro i comportamenti illeciti,
anche quelli che spesso dalla gente comune non sono più percepiti come
tali.
Noi siamo in grado di offrire una scuola di qualità, portiamo avanti
progetti ed esperienze didattiche importanti, ma fintanto che ci
scontreremo con la diffusa microcriminalità che ci toglie risorse e
con l'inefficienza dell'Ente locale che per mancanza di risorse
non è in grado di garantire la funzionalità e la sicurezza degli
edifici, resteremo sempre indietro.
Oggi le scuole sono formate da tanti plessi e nel mio caso, avendo sei
plessi, ogni mattina ci sono sempre molteplici emergenze: manca
l'acqua, non funziona il telefono, si rompe una finestra, case un
pezzo di intonaco e siamo sempre pronti a correre, a chiamare gli
operai del Comune che, se arrivano, sono sempre senza materiale, per
cui bisogna provvedere all'acquisto di ciò che serve.
I nostri docenti lavorano con passione e dedizione e, nonostante lo
stipendio sia fermo ormai da ben oltre sette anni, garantiscono un alto
livello di prestazione professionale;
Alcuni genitori collaborano e sono vicini alla scuola, mentre molte
famiglie hanno pregiudizi, non collaborano nell'azione
educativo-didattica della scuola, e spesso la scuola diventa
terreno di scontro anche per problematiche interne alle
famiglie, spesso ferite, divise e provate dalla
dilagante crisi economica ed ancor più dalla carenza di valori e
di punti di riferimento.
Scusi lo sfogo, Signor Presidente, ma sentivo il bisogno di "gridare"
questo stato d'animo: non possiamo più lavorare serenamente se la
scuola è percepita da tutti, comprese le istituzioni preposte alla cura
degli edifici e alla sicurezza, come qualcosa di "altro" da sé.
La scuola è centro di aggregazione, tutti dobbiamo lavorare per
renderla migliore, perché istituzionalmente preposta alla formazione
delle future generazioni.
Avrei tante cose da scrivere, ma preferisco affidare alla Sua
comprensione il mio sfogo e, a nome di questa Comunità
scolastica e delle tante persone che amano la Sicilia, porgo
deferenti ossequi e resto in attesa di un cortese riscontro.
Con cordiale stima e vivo apprezzamento.
Salvatore Impellizzeri
Dirigente scolastico
Catania 12 marzo 2016
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