La natura vivente di Patrizia Pianini. Il naturalismo neorinascimentale dell’artista carrarese
Data: Domenica, 04 ottobre 2015 ore 03:30:00 CEST
Argomento: Redazione


L'arte non è un semplice esercizio ginnico per occupare le ore libere da altri impegni esistenziali più pressanti, ma un'attività molto seria che comporta fatica, concentrazione e studio. E l'artista carrarese Patrizia Pianini è un ottimo modello di ricercatrice e di sperimentatrice che dedica al lavoro artistico il suo tempo migliore, le sue energie più fresche e la sua spontaneità produttiva e creativa, quella più libera e autentica. Ella vuole realizzare la sua idea, frutto della sua cultura e della sua forte immaginazione, e vuole metterla subito sulla tela e poi si accorge che i suoi mezzi espressivi straordinari la costringono a mantenersi entro i confini della normalità intuitiva e comunicativa. Il suo amore profondo e quasi esclusivo per l'arte le fornisce emozioni e percezioni che vengono perciò mediate da una intelligenza pronta e capace di comporre l'opera con attenzione ed equilibrio, passando e ripassando attraverso uno studio paziente ed accurato ed una fantasia bene orientata sotto il profilo estetico.

Questo è in effetti il percorso di progettazione, formazione e strutturazione materiale dell'opera da parte della Pianini, la cui intuizione provvede a inventare ed inverare nuove tecniche e ad usare nuovi materiali, ferma restando però la necessità di una ricognizione estetica adeguata e di una comunicazione intelligibile. Così si sviluppa la particolare creatività dell'Artista e la messa a punto di lavori che scuotono il cuore e la mente di colui che riesce a comprendere la radicalità dell'opera, e attivano fortissime e straordinarie emozioni pur nella rappresentazione ordinaria delle cose. La natura morta diventa nelle sue mani e nei suoi materiali natura vivente, e le onde marine, la tempesta nell'oceano, le spiagge sconvolte e travolte dalla furia del vento e del mare, ecc. diventano l'oggetto ed il soggetto di una ricostruzione naturalistica che possiamo considerare con qualche buona ragione di marca pienamente neorinascimentale, in termini sia filosofici che artistici.

La filosofia della natura del Rinascimento è una acquisizione importante che non può decadere nelle nebbie della modernità: essa mostra tutta la sua vitalità e attualità con la visione dinamica e non meccanica o materialistica dei fenomeni, con l'umanizzazione di ogni essere vivente e con la mitologia riesplorata e riscoperta nella sua dimensione metaforica. Si tratta di una filosofia che Patrizia Pianini rielabora alla luce delle sue esperienze professionali e forse dei suoi studi compiuti nell'Università di Firenze con il più grande rinascimentista qual è stato e rimane l'indimenticato filologo e storico della filosofia Eugenio Garin, autore di opere fondamentali sul Rinascimento italiano edite soprattutto da Laterza. Il naturalismo rinascimentale trova i suoi interpreti maggiori in Marsilio Ficino, Bernardino Telesio e Giordano Bruno, e proprio quest'ultimo, assimilato in profondità dalla Pianini, esprime la sintesi più alta e penetrante della filosofia rinascimentale proponendo la nuova interpretazione cosmologica di matrice copernicana e la rappresentazione concettuale più brillante di ogni essere della natura come particella dinamica e attiva di una realtà infinita, antropomorfizzata, spiritualizzata e divinizzata; mentre in campo artistico la sintesi suprema viene fornita dai vari Botticelli, Mantegna, Tiziano, Raffaello, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti, tutti artisti studiati,analizzati puntualmente e osservati con molta sistematicità e interesse dall'Artista carrarese.

L'insegnante ecologista e ambientalista Patrizia Pianini dimostra di essere consapevole del valore artistico e culturale del movimento naturalista rinascimentale e da esso ricava ispirazione e forza, presentando un'arte i cui contenuti sono dati, appunto, dagli elementi naturali, e cioè dai fiumi, dai laghi, dai ghiacciai, dal cielo, dai mari, dalla tempesta, dalle vertiginose cascate, dai fiori, dagli alberi, dai boschi, dai paesaggi desertificati ma di struggente bellezza ed intensità, ecc.; e dove il figurativo non scompare poiché esso va ricercato nelle pieghe del tessuto naturale, nelle forme suggestive, nei colori e negli elementi primordiali ed informi che compongono ogni tela. E questa è insomma l'originalità del lavoro, nel quale la natura morta diventa una natura vivente e dinamica suscettibile di parlare e dialogare con l'umano e di intervenire teleologicamente nella storia degli umani. E ciò suscita ammirazione o tristezza, emozione e comprensione, ed anche un senso di godimento estetico per una natura vista e percepita in tutti i suoi dettagli, nelle sue diverse articolazioni di luci e di ombre e nella sua varia fenomenologia dello spirito. La potenza dell'intuizione può approdare, e approda, a risultati eccezionali, là dove trova un terreno fertile e bene alimentato dall'intelligenza. Ritengo pertanto che l'Artista meriti una circolazione ed un apprezzamento che superino i confini regionali della sua Toscana.

prof. Salvatore Ragonesi





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