Arriva il sequestro virtuale di dati. Attenti agli allegati che scaricate
Data: Luned́, 02 febbraio 2015 ore 08:15:00 CET Argomento: Rassegna stampa
E siamo arrivati anche al sequestro virtuale! Segno dei tempi che cambiano e della tecnologia - nello specifico quella legata ai computer ed ai suoi diretti discendenti (gli smartphone, per intenderci) - che diventa sempre più sofisticata. Al punto tale che il sequestro in questione può essere eseguito in poltrona e da una qualsiasi parte del mondo, anche la più sperduta, senza gravi danni per il criminale di turno e, di contro, con obblighi economici ed esclusivi per la sola vittima, che sarà costretta a pagare più o meno cara la propria superficialità o, se preferite, la propria ingordigia. A Catania sono decine le vittime di questa nuova tecnica criminale, che ha già fatto e continua a fare strage di sprovveduti in tutte le regioni del nord Italia. Una situazione che si sta allargando a macchia d'olio e che ha portato il dirigente della polizia postale e delle comunicazioni del compartimento "Sicilia orientale", il vicequestore aggiunto Marcello La Bella, a lanciare un allarme ufficiale attraverso una nota assai dettagliata. «E' vero - riferisce La Bella - negli ultimi giorni abbiamo registrato un significativo aumento dei casi di attacchi del tipo "ransomware" con CryptoLocker o simili, ovvero malware con cui i criminali infettano il computer, criptano i dati della vittima e richiedono un pagamento per la decrittazione. Gravissimi sono i danni ai computer ed ai server di privati, aziende e professionisti. In questi casi la cosa più importante da fare è curare la prevenzione, ciò al fine di non cadere nel tranello dei criminali informatici». Ma cosa accade materialmente? Cosa bisogna sapere per evitare la trappola? «Nei casi più frequenti - spiegano alla polizia postale - i malintenzionati inviano delle email, anche ad indirizzi istituzionali, in cui si avvisano le potenziali vittime che devono essere rimborsate per alcuni acquisti da loro fatti e poi resi al venditore. Oppure si invia documentazione contabile, per cui si chiede di scaricare un modulo allegato. Ebbene, nel momento in cui si scarica il modulo sia per richiedere il rimborso sia per acquisire la documentazione contabile, il virus si installa in un lampo nel computer, criptando tutti i file in esso contenuti». A quel punto scatta la richiesta di denaro. «Per l'esattezza - spiega La Bella - Ma non si tratta né di euro né di dollari, bensì di Bitcoin, la moneta virtuale non tracciabile che viene richiesta per sbloccare il computer. Il valore del Bitcoin è oscillante, quindi non è da escludere che vengano richieste integrazioni. Fra l'altro, stando agli elementi in nostro possesso, il pagamento non dà la certezza che i dati, destinati ad essere distrutti o illeggibili, siano resi nuovamente fruibili». «Il consiglio - prosegue il vicequestore aggiunto - è quello di non cedere al ricatto, ma soprattutto di non aprire assolutamente gli allegati delle email sospette e di cestinare immediatamente il loro contenuto prima che possa essere infettato l'intero sistema. A proposito, ricordate sempre di aggiornare il backup del vostro computer». Concetto Mannisi - La Sicilia 31 gennaio 2015
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