Assemblea sindacale della CGIL Scuola in Lombardia in strada davanti alla sede della Regione: un grave errore
Data: Martedì, 08 maggio 2012 ore 18:58:57 CEST
Argomento: Sindacati


L’assemblea è un istituto contrattuale molto importante, recepito tra le norme pattizie del comparto scuola in applicazione della legge 300/70, ma subordinato al rispetto di determinati requisiti previsti dal CCNL e dal CCNQ del 07.08.98. In particolare è previsto che l’assemblea debba svolgersi in “idonei locali sul luogo di lavoro concordati con la parte datoriale pubblica”.
Qualora si ritenesse la citazione non esaustiva aggiungiamo che l’ARAN, con propria Nota n. 4260 del 27.05.04, ha ribadito che “L’art. 2 del CCNQ del 7 agosto 1998 e i CCNL prevedono che le assemblee sindacali siano tenute in idonei locali concordati con l’amministrazione. Non è possibile utilizzare surrettiziamente l’istituto dell’assemblea per azioni sindacali che abbiano natura diversa”. Non riteniamo pertanto azzardato arrivare alla conclusione che utilizzare l’istituto dell’assemblea per promuovere “surrettiziamente” un presidio sia da considerare una decisione illegittima.
Vogliamo anche ricordare che nel 2004 un’organizzazione sindacale promosse un’assemblea-presidio davanti al CSA di Catania in orario di servizio. Alcuni dirigenti allora negarono al proprio personale l’autorizzazione a partecipare all’assemblea e contro di loro fu promosso ricorso al giudice del lavoro per comportamento antisindacale ex art. 28 della legge 300/70. Il giudice, accettando la tesi dell’Avvocatura dello Stato, rigettò la pretesa sindacale osservando:

  • che la manifestazione non poteva essere qualificata assemblea o ad essa assimilata;
  • che dal quadro normativo contrattuale si evince che le garanzie rivendicate dal sindacato attengono al diritto di assemblea in senso stretto e non già a manifestazioni (o quant’altro) svolte in luogo pubblico (Sentenza del 23 marzo 2005, Tribunale di Catania).

Sul piano giurisprudenziale non ci sembra che ci sia altro da aggiungere. Ma ci sono comunque altre ragioni che ci inducono a manifestare pubblicamente il nostro dissenso. Tra queste vanno annoverate la durata dell’assemblea (4 ore antimeridiane) e la coincidenza con la prova INVALSI di matematica nella scuola primaria.
Nel primo caso non può passare inosservata l’inopportunità di bloccare l’attività didattica di un’intera mattinata nell’ultimo mese dell’anno scolastico. La raccomandazione del ministro Fioroni di stare dentro “la durata massima di due ore” risale, è vero, al 2007, ma il buon senso non ha la data di scadenza.
Per quanto invece attiene alla coincidenza dell’assemblea-presidio con la rilevazione nazionale INVALSI nella scuola primaria o è casuale, e allora sarebbe necessario raccomandare agli amici della FLC-CGIL maggiore avvedutezza, o non è casuale, ma in questo caso la mancanza di coraggio nel dichiarare il vero obiettivo dell’assemblea-presidio evidenzia un’ambiguità di fondo che sorprende e lascia interdetti. Non escludiamo pertanto che possano arrivare a questa stessa conclusione i tanti docenti che magari avrebbero apprezzato una presa di posizione esplicita, ma che forse non apprezzeranno altrettanto una finta assemblea utilizzata per boicottare uno degli elementi portanti di un Sistema Nazionale di Valutazione, che gran parte degli operatori della scuola considera (come recenti statistiche fortunatamente dimostrano) un’importante opportunità per valutare la qualità del lavoro delle scuole.
Di una cosa siamo certi: che le conseguenze di tutto questo ricadranno sulle spalle dei dirigenti, che comunque dovranno fare fronte all’ennesima situazione di emergenza, dei docenti che non accorreranno in via Melchiorre Gioia e dovranno tamponare la situazione e degli alunni, qualora le assenze dei docenti non rendessero possibile la somministrazione della prova.
È sulla base di queste considerazioni, e per rispetto della professionalità che esprime gran parte del mondo della scuola, che non possiamo fare a meno di considerare la convocazione dell’assemblea sindacale dell’11 maggio un grave errore.
Massimo Spinelli







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