D'Avenia: «Avrei scelto Ungaretti che amo alla follia»
Data: Mercoledì, 22 giugno 2011 ore 22:12:13 CEST
Argomento: Opinioni


Scrittore (ha pubblicato con Mondadori Bianca come il latte rossa come il sangue e sta lavorando al suo secondo romanzo), insegnate, blogger (profduepuntozero), Alessandro D'Avenia ha commentato per noi le tracce della maturità.

Che cosa ne pensa delle tracce assegnate alla Maturità?
«Belle e impegnative, come deve essere ogni tema. Un'occasione per scoprire qualcosa di nuovo su di sè e sul mondo. Il grande problema del tema nella scuola italiana è che spesso noi professori diamo tracce che fanno pena, non le svolgeremmo neanche noi.
Queste mi sembrano sufficientemente varie e adatte alla diversità di interessi dei ragazzi: storia, memoria, sentimenti, politica...»

Le considera adatte a ragazzi di 19 o sono troppo complesse?
«Maturità è tutto! Così dice il  Re Lear di Shakespeare: "L'uomo deve aspettare con pazienza /il suo momento di uscire dal mondo,/come aspetta il momento per entrarci./Maturità è tutto (Ripeness is all)”.
Ripeness, mi hanno spiegato i miei colleghi di inglese,  significa sia “maturazione” sia “l'essere pronti”. Nella traduzione si perde il doppio valore: punto di arrivo parziale e dinamismo continuo che rende vigili e pronti a rispondere alle sfide della vita.
Oggi ci si chiede sempre: ma non sarà troppo difficile? Ma non sarà invece che dobbiamo sfidare molto di più questi ragazzi verso mete impegnative. La fragilità di molti ragazzi mi impaurisce. A Milano una settimana fa un ragazzo si è lanciato dalla finestra per la tensione dell'esame imminente. Non è il primo e isolato caso. Quello che mi chiedo alla maturità è se i miei ragazzi "sono pronti" alla vita, non all'esame. Se hanno quel coraggio di vivere, compatibile con il fatto che la vita fa tremare. O se invece scapperanno, cercheranno scorciatoie, soluzioni a portata di raccomandazione o di portafogli. Gli diamo tutto e loro vogliono tutto subito. Il risultato? Fragilità, paura, fuga. Maturità è veramente tutto: le tracce mi sembrano una sfida un po' al di sopra della loro portata, ma che si può vincere: come è ogni sveglia al mattino».

Sono ben argomentate e attuali?
«Le trovo ben argomentate e attuali. Le ragazze potranno sbizzarrirsi tra le pieghe del sentimento più difficile da vivere e comprendere. Mi piace si parli molto di memoria e storia (Ungaretti e il tema storico). I ragazzi oggi hanno bisogno di iniezioni di storia: chi non è inserito in una grande narrazione, ma vide solo nel presente emotivo, non trova la sua di storia. Senza passato, senza padri e madri, non si può trovare la propria originalità. Originalità viene da origine: chi è senza origine, storia, non sarà originale, ma conformista e lascerà decidere gli altri. Proprio in "Lucca" Ungaretti dice: "Conosco ormai il mio destino, e la mia origine". Infine mi piace anche il taglio di attualità: alimentazione, fama, impegno politico. Mi sembra inadeguato, per il tema storico, l'aver posto l'accento sui fatti storici degli anni '70: i ragazzi ne sanno qualcosa?»

Quale traccia avrebbe scelto?
«Ungaretti che amo alla follia. Non si può non amare uno che quando avevo 17 anni mi ha confidato il segreto per sconfiggere la morte, la paura, il dolore. Il tema su Amore-odio-passione mi intriga, ma il rischio luogo-comune e sbrodolamento retorico sono dietro l'angolo. Avrei fatto un pensierino anche al tema sulla fama».

Quale preferiranno gli studenti, secondo lei?
«In ordine: Fama (tema paracadute), Amore-Odio-Passione, Energie che cambiano il mondo».

Si ricorda che tema scelse alla sua maturità?
«Era il lontano 1995, nel millennio scorso... Lo ricordo bene. Era un noioso tema specifico dell'indirizzo classico, sul perché la cultura scientifica si fosse sviluppata in Grecia durante l'ellenismo».
Come andò? Che ricordo ha?
«Andò bene, riuscii a dire più di quanto credessi. Accettai la sfida. Però fui capace di piazzare un bell'errore di ortografia pur avendo riletto il tema un milione di volte. I professori furono clementi...
Il mio ricordo dell'esame è molto bello: mi chiesero tutto quello che non volevo mi chiedessero e andò benissimo lo stesso.
Capii che la vita non si adatta ai tuoi desideri, ma sei tu che devi rispondere a quello che ti chiede. Non solo la vita esterna, ma soprattutto quella intima.
Diceva Pavese: " la maturità è questo: non più cercare fuori ma lasciare che parli col suo ritmo, che solo conta, la vita intima»

V. Bianchini – Vanity Fair.it







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