"Bioetica e tutela della vita nella missione educativa del docente: una scommessa per il futuro": questo il tema del Convegno organizzato dall’UCIIM provinciale di Catania, che si è svolto a Caltagirone il 14 e 15 dicembre 2002.
Due, principalmente, i momenti significativi:le relazioni presentate dal Prof. Andrea Porcarelli, dell’ateneo domenicano di Bologna, e le prospettive ipotizzate durante il dibattito-confronto in assemblea.
La prima relazione su "Gli orizzonti della bioetica di fronte alle sfide della biotecnologia.diverse prospettive a confronto" ha centrato l’attenzione sull’urgenza di ripensare ad un più attento rapporto tra vita ed etica, temi impellenti dell’educazione oggi. Importante appare oggi riflettere in ambito bioetica, ragionare sul fatto, sull’esperienza, sulle domande, sulla prassi, su ciò che accade,sulle provocazioni delle conquiste delle biotecnologie e, cosa assolutamente non trascurabile, su cosa pensano i ragazzi.
Dopo un breve excursus sulle notizie che bombardano l’utenza su clonazione, cellule staminali, embrioni, ecc., il relatore ha proposto alcuni punti sui quali lavorare: Quali gli obiettivi imprescindibili per un insegnamento scolastico della Bioetica ? Quale la posta in gioco ? Quali saperi deve trasmettere la scuola ?
Due obiettivi sono apparsi prioritari: "Poiché ci troviamo in un mondo che corre veloce, dobbiamo lavorare per un pensare che scavi più a fondo" occorre dare, cioè, ai ragazzi la possibilità di maturare uno spirito critico e agli insegnanti sensibili al problema, gli strumenti giusti per aiutarli a trovare risposte adeguate.
Oggi la parola chiave attraverso la quale si può descrivere il rischio del tempo in cui viviamo è "obsolescenza": tutto corre così in fretta che non si è mai abbastanza al passo con i tempi ! Tutto è transitorio! Ma perché questo non significhi indifferenza o "resa" di fronte al nuovo, non bisogna pensare di dover "conoscere" tutto, quanto di dover "comprendere" tutto più in profondità.
Di fronte alle notizie è necessario evitare la "trappola del frammento" o la "sindrome della lacrima"; cioè l’approccio con la notizia non deve subire abbagli di emotività corrente, per poi perdersi ponendo attenzione solo su un frammento, su un piccolo aspetto del tutto; ma bisogna aprire orizzonti più ampi di sapienza, leggere la notizia dentro le molteplici sfaccettature delle quali essa è composta, non dimenticando che quasi sempre si parla dell’uomo, del suo essere persona sempre, nella sua dignità fin dall’inizio della sua esistenza (fin dal concepimento, non potendosi scindere ciò che è in potenza da ciò che è in atto), pensandolo come fine e non come mezzo, qualunque sia la sua capacità o possibilità di interagire con l’ambiente e con gli altri uomini.
Per garantire tutto ciò non si può escludere e sottovalutare un fattore determinante: non si può semplicisticamente dividere la bioetica in "cattolica" e "laica", poiché essa è una riflessione morale che considera tutta l’umanità, che in tutti i tempi, ha spinto l’uomo a considerare la liceità o no di ciò che andava sperimentando, considerando sempre prioritaria la tutela della salute di tutti. E allora come poter inorridire di fronte alle sperimentazioni nei campi nazisti, o alle sperimentazioni selvagge degli anni ’60 e rimanere oggi indifferenti all’eccidio di milioni di vite umane "allo stadio embrionale" ?