PALERMO, RAGAZZINA DI SCUOLA MEDIA MOLESTATA DA UN COMPAGNO
Data: Venerdì, 27 luglio 2007 ore 18:49:13 CEST
Argomento: Rassegna stampa


I prof «distratti» accusati di violenza sessuale Cosa può fare una ragazzina di dodici anni molestata a scuola dal compagno di classe? Protestare? Certo. Prendere a pugni il molestatore che la segue anche in bagno per palpeggiarla? Perché no?

A patto, però, che la vittima non venga poi costretta a salire sul banco degli imputati dal professore zelante che, nel tentativo di mettere a posto le cose, non trovi di meglio da fare che scrivere sul diario della studentessa: «Messaggio per i genitori. Fate vestire vostra figlia in maniera più consona». Un modo per trasformare una dodicenne molestata da vittima in carnefice, solo per il fatto che magari ha indossato una minigonna o mostrato l’ombelico.

Ma la storia, accaduta due anni fa in una scuola bene di Palermo, secondo quanto raccontava ieri il quotidiano «La Repubblica», è finita sulla scrivania del sostituto procuratore Maurizio Agnello che, dopo aver vagliato il caso, ha indagato quattro insegnanti per violenza sessuale in quanto non avrebbero vigilato adeguatamente sulla classe permettendo, di fatto, l’atteggiamento molesto nei confronti della ragazzina.

A squarciare il velo sulla vicenda, riferisce il quotidiano, sono stati i genitori della ragazzina molestata (che nel frattempo ha cambiato scuola) con un esposto presentato alle autorità scolastiche e alla magistratura nel quale denunciavano l’accaduto mettendo l’accento sulla «distrazione» dei docenti.

L’esposto, in realtà, avrebbe preso una strada diversa se soltanto la preside e uno degli insegnanti chiamati in causa dal genitore non avessero presentato una controquerela e non si fossero opposti all’archiviazione della denuncia per diffamazione e calunnia che avevano presentato contro il papà della ragazzina, reo di averli invischiati in un affare nel quale non c’entravano alcunché infangando il loro buon nome.

Il gip, così, ha deciso di continuare ad indagare. Soltanto a quel punto otto degli ex compagni di classe della ragazzina, chiamati in causa come testimoni, hanno confermato i racconti delle molestie facendo pendere la bilancia per l’accusa di violenza sessuale visto che la legislazione penale italiana considera alla stessa stregua il molestatore (in questo caso non imputabile in quanto appena dodicenne) e chi ha l’obbligo giuridico di impedire le molestie. E non è in discussione che, in una scuola, l’obbligo di vigilare e di impedire che accadano di queste cose, tocchi ai professori.

Alla vicenda - cominciata per scherzo e proseguita sul binario del bullismo becero con il ragazzino che sarebbe stato preso a pugni dalla sua vittima dopo che più volte l’avrebbe seguita in bagno arrivando ad aggredirla mimando l’atto sessuale - dopo due anni, non è ancora stata messa la parola fine. La Procura, infatti, pare intenzionata a sentire tutti i testimoni del caso, professori compresi che si difendono affermando di aver sempre fatto il proprio dovere e di non aver mai assistito ad alcuna violenza.

M.C. (da www.lasicilia.it)







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