ROMA. Dati ufficiali ancora non ci sono,
in alcune scuole ancora si stanno svolgendo
prove orali, ma la maturità 2007
si inizia a profilare come «l’anno nero»
dei maturandi: le prime stime, infatti,
parlano di un 6,9% di ragazzi che non
hanno superato lo scoglio, tra quelli non
ammessi e quelli bocciati. La vera novità
dell’edizione 2007 sono i non ammessi:
4,4% tra interni ed esterni, come rileva
un’indagine di Tuttoscuola. Mentre i dati
elaborati dall’Invalsi (provvisori e relativi
ad un campione del 7% dei maturandi),
parlano di un 2,5% di bocciature.
Se questi primi dati saranno confermati,
l’esame 2007 sarà dunque una sorta
di «ritorno al passato»: un risultato
sensibilmente più alto di quello dei bocciati
negli ultimi cinque anni, quando all’ammissione
generalizzata voluta da Berlinguer si sono aggiunte le commissioni
d’esame tutte interne del ministro
Moratti: 3,4% nel 2002, 3,3% nel 2003,
3,5% nel 2004, 3,3% nel 2005 e 3,5% nel
2006. Il dato di quest’anno, invece, si
confronta con il 5,4% del 1996 e del 1998,
il 6% del 1997. Ma, fa sapere Tuttoscuola,
non è stato solo il ritorno delle commissioni
miste con membri interni ed esterni
a determinare il maggiore rigore dell’esame,
ma hanno contribuito anche
altri fattori, non ultimo proprio il giudizio
di ammissione, una sorta di pre-esame.
Per quanto riguarda i risultati dell’esame
vero e proprio, un indicatore viene
dal programma «Conchiglia» voluto dall’Istituto
nazionale di valutazione: ma si
tratta di una «finestra» parziale, in quanto
alla rilevazione aderiscono, in maniera
spontanea, le commissioni delle scuole
italiane. L’anno scorso, ad esempio, ha
partecipato il 30% delle commissioni, la
maggior parte delle quali insediate al Nord. Secondo l’Invalsi, comunque, finora
sono stati 767 i non diplomati su 35
mila maturandi (7% sul totale di quasi
mezzo milione di studenti).
Punteggi pieno (dati Invalsi) per 2.492
ragazzi, 279 con lode. I più bravi sono
stati gli studenti dei licei: 1.007 gli studenti
che hanno ottenuto il massimo
dei voti. Sono stati invece 767 i ragazzi
non diplomati. Il maggior numero è stato
registrato negli istituti tecnici: 508
studenti. Sono 27.856 i ragazzi che hanno
ottenuto un voto compreso tra 60 e
100. E infine, sono quasi 4 mila gli studenti
italiani ad aver superato la maturità
con 60/100.
Il giro di vite nella maturità è così arrivato
soprattutto in fase di scrutinio di
fine anno. Non sulla percentuale dei promossi,
dunque, ma sulla votazione finale,
che è in media di circa un punto inferiore
a quella dell’anno scorso, hanno
invece influito la difficoltà di alcune seconde
prove (come, ad esempio quella di
matematica al liceo scientifico, la cui
complessità è stata denunciata, nei giorni
scorsi, in un documento inviato al ministro
Fioroni, anche da una cinquantina di
professori di matematica) e l’esito
della terza prova, preparata quest’anno
dalle commissioni miste: mezzo punto in
meno in entrambi i casi.
CORRADO GARAI (da www.lasicilia.it)
L’ANALISI-
Di Stefano: «Premiato chi si impegna sempre»
PALERMO. «Il 92,8 per cento di promossi indica
chiaramente che non si tratta certo di
una strage. Piuttosto, e nei prossimi due
anni questo sarà ancora più completo, è
stata data importanza all’impegno continuato
durante tutti gli anni scolastici. E
questo, per gli stessi ragazzi, è una garanzia».
Non ha dubbi il direttore generale dell’Ufficio
scolastico regionale, Guido Di Stefano,
sulla svolta positiva impressa dalla nuova
formula degli esami di maturità, al «debutto» quest’anno tra le polemiche, soprattutto
per le commissioni miste composte da
membri interni ed esterni. E accetta di buon
grado di commentare le stime dell’indagine
di Tuttoscuola, che «bolla» il 2007 come
l’«anno nero» dei maturandi. «È stata eliminata
– spiega – quella che a mio giudizio era
un’ingiustizia, e cioè il fatto che chi non superava
i debiti andava comunque all’esame
di Stato. E questo ha finito col rendere la
prova più equa, non perché ci sono più
"bocciati" ma perché è stata eliminata l’automaticità».
Di Stefano pone l’accento in particolare
sul merito, che, a suo parere, la riforma ha
ripristinato: «L’impegno nel corso degli anni
– sottolinea – è stato valorizzato, ed ancora
di più lo sarà nei prossimi due anni,
quando peserà per il 25 per cento sul giudizio
finale. È un incentivo ad impegnarsi di
più, non solo al rush finale. A mio parere –
prosegue il direttore generale dell’Ufficio
scolastico regionale – la differenza vera quest’anno è stata il giudizio di ammissione,
non le commissioni miste che anzi, secondo
me, sono un vantaggio per gli studenti.
E l’"esame" di ammissione ha finito
con l’incidere direttamente anche sui voti finali.
Le singole difficoltà delle prove, come
quelle sollevate per il test di matematica al
Liceo Scientifico, sono marginali, spostano
decimi, non grandi numeri, i voti più o meno
alti sono legati al giudizio di ammissione.
Le differenze che l’analisi di Tuttoscuola
evidenzia sono legate al prima, non alla
prova d’esame in sè. Nel complesso – conclude
Di Stefano – ritengo che si sia fatto un
passo avanti».
MARIATERESA CONTI (da www.lasicilia.it)