Vita da precari, tra punteggi e reclami. Duemila i «casi» esaminati, a giorni le graduatorie.
Data: Mercoledì, 11 luglio 2007 ore 01:16:23 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Sono circa duemila i reclami presentati dai docenti precari relativi ad errori nelle graduatorie ad esaurimento. Anche ieri, ultimo giorno utile per la presentazione di eventuali reclami, non sono mancati docenti che lamentavano punteggi sbagliati.

In verità, ci diceva un funzionario dell’ufficio scolastico provinciale, impegnato assieme a molti colleghi dell’ex provveditorato, che quasi tutti i casi sono stati risolti con tempestività, per cui non dovrebbero esservi problemi sulla immediata pubblicazione della graduatoria definitiva, che avverrà entro questa settimana, al massimo nei primi giorni della settimana entrante. Ovviamente, solo quando il problema presentato dai reclamanti non è del tutto chiaro verrà attivato un confronto con altri esperti, sempre dello stesso ufficio e con il dirigente facente funzione. Ma si tratta di casi sporadici.

Salvo imprevisti, quindi, le graduatorie definitive saranno pubblicate nei prossimi giorni, per cui i docenti non di ruolo potranno effettuare con certezza dei calcoli se avessero maturato il diritto all’immissione nei ruoli, o accontentarsi, anche nel prossimo anno scolastico, di una supplenza annuale non lasciando il triste ruolo di precario, restando in attesa che venga assegnato un ulteriore contingente di immissioni nei ruoli. D’altra parte, vi è molta disponibilità di posti, circa 3000 sull’organico di diritto, tra personale docente e Ata.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)

 

Le storie. Fatiche e sacrifici per poi vedersi scavalcare dai «furbi» che sanno quali scorciatoie prendere

I percorsi labirintici del palazzo del Csa, ex provveditorato agli studi, fra pian terreno e quarto piano sono solo una delle difficoltà che i precari del mondo della scuola devono affrontare. Il modulo necessario? Lo si ritira alla copisteria pochi metri più il là del portone d’ingresso. Le informazioni? Dipende dal tipo di informazione di cui si ha bisogno.

I reclami per gli errori commessi nella stesura delle graduatorie ad esaurimento? Al piano terra. E ovunque file ed elenchi stilati da chi si prende la briga (un po’ per se stesso, un po’ per gli altri) di mettere un po’ d’ordine nel marasma generale che in qualche modo deve essere fronteggiato.

«Il problema è che - sostengono a gran voce moltissimi - fra una lista e un’altra da controllare per poter completare un reclamo e fare tutti i controlli necessari... Da qualche parte si perde il turno e si deve ricominciare ad aspettare ». Proprio come per Asterix e le sue dodici fatiche, nel palazzo che fa diventare folli. Nessuno pensa, però, che dietro ciascun codice, dietro ogni reclamo c’è una storia che meriterebbe di essere raccontata. La voce comune inveisce contro la "finzione delle graduatorie ad esaurimento".

Una signora in particolare, che però preferisce restare anonima e senza volto, lamenta: «Insegno da più di vent’anni con il sostegno e ogni anno è la stessa storia. Chi è inserito in terza fascia continua a vedersi scavalcare da coloro che pur di accumulare punteggio nella loro graduatoria disciplinare si inseriscono e si abilitano anche in altri settori. Per carità, anche loro hanno il diritto di sistemarsi, ma che graduatoria ad esaurimento è se, ogni anno, con i nuovi abilitati si rimpinguano queste fasce? In questo modo, chi come me è in terza fascia non passerà mai di ruolo. Inoltre, si tratta solo di persone in transito nel sostegno per potere guadagnare punti nella propria materia».

Diverso il percorso di Marisa Di Bartolo, abilitata Sissis nel 2005 con titolo di sostegno nel 2006: «Ho lavorato per un anno in una scuola privata. Ho dimezzato il punteggio perché, non avendo trovato una scuola privata corrispondente alla mia abilitazione, e avendo preferito riversare comunque il punteggio dove sono più in alto in graduatoria... è quanto previsto ai sensi di legge. L’anno scorso ho insegnato a Bergamo, perché al nord - lo dicono un po’ tutti - ci sono più possibilità. Ma quest’anno non me la sono sentita».

C’è Danila Grasso che, vincitrice di concorso 12 anni fa per la scuola primaria, non ha mai fatto un giorno di supplenza e continua a essere scavalcata da nuovi abilitati e a sperare che prima o poi la sua situazione si sistemi. C’è anche chi, come Ignazio Roberto Patanè, è venuto a presentare un reclamo per alcuni errori commessi nella valutazione dei titoli e decide anche di denunciare qualche scandalo «come quello di più abilitazioni universitarie conseguite nello stesso anno. Come si fa a frequentare (con l’obbligo di presenza) più corsi che vengono svolti in contemporanea e che, comunque, sono per legge inconciliabili l’uno con l’altro? La mia trafila non è molto lunga, ma dopo il diploma Isef a Catania, la laurea in scienze motorie a Bologna (prima che il mio corso venisse equiparato), la Sissis di nuovo a Catania e il sostegno a Messina... Per quanto mi riguarda spero in un nuovo incarico annuale, magari un po’ più vicino di Caltagirone».

«Io, invece, - racconta Liliana Tomasello - sono una delle vittime del punteggio di montagna. Ogni anno ho preferito insegnare in comuni "svantaggiati" per ottenere il doppio punteggio. Quest’anno la normativa ministeriale ha abolito questo ordinamento. E non solo lo ha fatto in corso d’opera, ovvero ad anno scolastico già iniziato, ma ha istituito un provvedimento retroattivo, il che significa che tutti coloro i quali hanno accumulato punti in questo modo... Ora si trovano il punteggio normale. Io insegno da cinque anni, ma svolgo anche la libera professione e mi rifiuto di cedere agli scandali dei corsi on-line che conferiscono punti a pagamento».

Insomma, sembra di dover disperare: «Ci possiamo solo lamentare - afferma Adalgisa De Luca - io, ormai, mi sono quasi rassegnata. Insegno dal 2001 ho l’abilitazione disciplinare e due per il sostegno alle scuole secondarie di primo e secondo grado. Ho lavorato nelle scuole private e continuo a studiare per prendere una seconda abilitazione disciplinare...». La fila si è allungata ancora e qualcuno (dopo numerose reticenze) per parlare con noi ha perso il turno a qualche sportello. Ma qui è la prassi. «Tanto vale sfogarsi un po’ altrimenti... non ci resta che piangere!».

CARLA CONDORELLI (da www.lasicilia.it)







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