Sono circa duemila i reclami presentati dai docenti
precari relativi ad errori nelle graduatorie
ad esaurimento. Anche ieri, ultimo giorno
utile per la presentazione di eventuali reclami,
non sono mancati docenti che lamentavano
punteggi sbagliati.
In verità, ci diceva un funzionario dell’ufficio
scolastico provinciale, impegnato assieme
a molti colleghi dell’ex provveditorato, che
quasi tutti i casi sono stati risolti con tempestività,
per cui non dovrebbero esservi problemi
sulla immediata pubblicazione della graduatoria
definitiva, che avverrà entro questa settimana,
al massimo nei primi giorni della settimana
entrante. Ovviamente, solo quando il
problema presentato dai reclamanti non è del
tutto chiaro verrà attivato un confronto con
altri esperti, sempre dello stesso ufficio e con
il dirigente facente funzione. Ma si tratta di casi
sporadici.
Salvo imprevisti, quindi, le graduatorie definitive
saranno pubblicate nei prossimi giorni,
per cui i docenti non di ruolo potranno effettuare
con certezza dei calcoli se avessero
maturato il diritto all’immissione nei ruoli, o
accontentarsi, anche nel prossimo anno scolastico,
di una supplenza annuale non lasciando
il triste ruolo di precario, restando in attesa
che venga assegnato un ulteriore contingente
di immissioni nei ruoli. D’altra parte, vi è
molta disponibilità di posti, circa 3000 sull’organico
di diritto, tra personale docente e Ata.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)
Le storie. Fatiche e sacrifici per poi vedersi scavalcare dai «furbi» che sanno quali scorciatoie prendere
I percorsi labirintici del palazzo del Csa,
ex provveditorato agli studi, fra pian
terreno e quarto piano sono solo una
delle difficoltà che i precari del mondo
della scuola devono affrontare. Il modulo
necessario? Lo si ritira alla copisteria
pochi metri più il là del portone d’ingresso.
Le informazioni? Dipende dal
tipo di informazione di cui si ha bisogno.
I reclami per gli errori commessi
nella stesura delle graduatorie ad esaurimento?
Al piano terra. E ovunque file
ed elenchi stilati da chi si prende la briga
(un po’ per se stesso, un po’ per gli altri)
di mettere un po’ d’ordine nel marasma
generale che in qualche modo deve
essere fronteggiato.
«Il problema è che - sostengono a
gran voce moltissimi - fra una lista e
un’altra da controllare per poter completare
un reclamo e fare tutti i controlli
necessari... Da qualche parte si perde
il turno e si deve ricominciare ad aspettare
». Proprio come per Asterix e le sue
dodici fatiche, nel palazzo che fa diventare
folli. Nessuno pensa, però, che dietro
ciascun codice, dietro ogni reclamo
c’è una storia che meriterebbe di essere
raccontata. La voce comune inveisce
contro la "finzione delle graduatorie ad
esaurimento".
Una signora in particolare, che però
preferisce restare anonima e senza volto,
lamenta: «Insegno da più di vent’anni
con il sostegno e ogni anno è la stessa
storia. Chi è inserito in terza fascia
continua a vedersi scavalcare da coloro
che pur di accumulare punteggio nella
loro graduatoria disciplinare si inseriscono
e si abilitano anche in altri settori.
Per carità, anche loro hanno il diritto
di sistemarsi, ma che graduatoria ad
esaurimento è se, ogni anno, con i nuovi
abilitati si rimpinguano queste fasce?
In questo modo, chi come me è in
terza fascia non passerà mai di ruolo.
Inoltre, si tratta solo di persone in transito
nel sostegno per potere guadagnare
punti nella propria materia».
Diverso il percorso di Marisa Di Bartolo,
abilitata Sissis nel 2005 con titolo
di sostegno nel 2006: «Ho lavorato per
un anno in una scuola privata. Ho dimezzato
il punteggio perché, non avendo
trovato una scuola privata corrispondente
alla mia abilitazione, e avendo
preferito riversare comunque il punteggio
dove sono più in alto in graduatoria...
è quanto previsto ai sensi di legge.
L’anno scorso ho insegnato a Bergamo,
perché al nord - lo dicono un po’ tutti -
ci sono più possibilità. Ma quest’anno
non me la sono sentita».
C’è Danila Grasso che, vincitrice di
concorso 12 anni fa per la scuola primaria,
non ha mai fatto un giorno di supplenza
e continua a essere scavalcata da
nuovi abilitati e a sperare che prima o
poi la sua situazione si sistemi. C’è anche
chi, come Ignazio Roberto Patanè, è
venuto a presentare un reclamo per alcuni
errori commessi nella valutazione
dei titoli e decide anche di denunciare
qualche scandalo «come quello di più
abilitazioni universitarie conseguite
nello stesso anno. Come si fa a frequentare
(con l’obbligo di presenza) più corsi
che vengono svolti in contemporanea
e che, comunque, sono per legge inconciliabili
l’uno con l’altro? La mia trafila
non è molto lunga, ma dopo il diploma
Isef a Catania, la laurea in scienze motorie
a Bologna (prima che il mio corso venisse
equiparato), la Sissis di nuovo a
Catania e il sostegno a Messina... Per
quanto mi riguarda spero in un nuovo
incarico annuale, magari un po’ più vicino
di Caltagirone».
«Io, invece, - racconta Liliana Tomasello
- sono una delle vittime del punteggio
di montagna. Ogni anno ho preferito
insegnare in comuni "svantaggiati"
per ottenere il doppio punteggio.
Quest’anno la normativa ministeriale
ha abolito questo ordinamento. E non
solo lo ha fatto in corso d’opera, ovvero
ad anno scolastico già iniziato, ma ha
istituito un provvedimento retroattivo,
il che significa che tutti coloro i quali
hanno accumulato punti in questo modo...
Ora si trovano il punteggio normale.
Io insegno da cinque anni, ma svolgo
anche la libera professione e mi rifiuto
di cedere agli scandali dei corsi on-line
che conferiscono punti a pagamento».
Insomma, sembra di dover disperare:
«Ci possiamo solo lamentare - afferma
Adalgisa De Luca - io, ormai, mi sono
quasi rassegnata. Insegno dal 2001 ho
l’abilitazione disciplinare e due per il sostegno
alle scuole secondarie di primo e
secondo grado. Ho lavorato nelle scuole
private e continuo a studiare per
prendere una seconda abilitazione disciplinare...».
La fila si è allungata ancora e qualcuno
(dopo numerose reticenze) per parlare
con noi ha perso il turno a qualche
sportello. Ma qui è la prassi. «Tanto vale
sfogarsi un po’ altrimenti... non ci resta
che piangere!».
CARLA CONDORELLI (da www.lasicilia.it)