DA SETTEMBRE TUTTI A SCUOLA FINO A 16 ANNI: MA COME SI REALIZZERA' QUEST'OBBLIGO SCOLASTICO?
Data: Domenica, 18 marzo 2007 ore 09:51:35 CET
Argomento: Comunicati


Superiori a colpi di autoriforma

 di Alessandra Ricciardi

 Da settembre tutti a scuola fino a 16 anni: ecco la proposta di regolamento all'esame di Fioroni.
 Per docenti e alunni poche certezze e tante sperimentazioni

 Dal prossimo settembre tutti a scuola fino a 16 anni. Lo prevede la Finanziaria 2007 e in questi giorni il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, dovrà dire come si realizzerà questo nuovo obbligo scolastico.
 Un regolamento dovrà essere emanato in tal senso, sulla scorta di un documento messo a punto dalla commissione di studio incaricata da Fioroni. ItaliaOggi ha letto la proposta. Chi si aspetta certezze sul nuovo biennio non ne avrà. Innanzitutto perché i prossimi due anni saranno sperimentali, perché saranno gli insegnanti a dover modulare le discipline rispetto alle indicazioni generali che arrivano dal centro. Non saranno unificate le discipline: sono gli obiettivi di competenza a essere gli stessi. Ed ecco le competenze, che andranno certificate alla fine del biennio: imparare a imparare, elaborare progetti, comunicare, collaborare e partecipare, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire e interpretare l'informazione. Insomma, rispetto al tradizionale, ed elementare in quanto a retaggio, saper leggere e far di conto, oggi si chiede a un giovane di 16 anni di saper studiare, risolvere i problemi che gli si pongono, interagire con gli altri. Ben consci della fine che ha fatto la riforma della Moratti, boicottata a scuola da insegnanti e genitori, il documento evidenzia la necessità di accompagnare bene il nuovo biennio, con un'operazione informativa e formativa, rivolta in primo luogo ai prof, per prevenire ´reazioni di rigetto o di inerzia'. I docenti devono essere aiutati, culturalmente prima ancora che fattivamente, a essere attori dell'innovazione (nascerà un gruppo di pilotaggio, ci sarà un vademecum, a questo scopo lavorerà l'Agenzia per lo sviluppo dell'autonomia), a lavorare non solo sui saperi, ma appunto sulle competenze. Per adeguare i programmi ai nuovi obiettivi, i prof potranno utilizzare la quota di autonomia degli orari del 20%. Saranno i docenti a dover esplicitare, nella progettazione del piano di studi annuale, le connessioni tra il possesso delle conoscenze disciplinari e quello delle competenze che dei saperi si nutrono, ´in modo da non creare incongrui parallelismi o, peggio, contraddizioni tra i due momenti della valutazione', si raccomanda il gruppo di studio. E nel novero dei destinatari compaiono non solo le scuole ma anche i centri sperimentali che fanno scuola e formazione, quei percorsi triennali previsti dalla Moratti e che la Finanziaria ha prorogato. Sperimentale, dunque, sarà il lavoro dei docenti, chiamati a essere professionisti, recita il documento, sperimentale l'innovazione dei contenuti disciplinari, sperimentale il sostegno che la scuola dovrà dare agli studenti in difficoltà, sperimentali le verifiche delle competenze acquisite... È certo, al momento, lo schema di certificazione al termine del biennio, che accompagnerà la pagella tradizionale sui saperi. Tre i livelli: essenziale, medio, eccellente, chi non raggiunge il minimo non sarà certificato, ma non è detto se la mancanza di una competenza comporterà la bocciatura o meno. Al termine del biennio sperimentale, ovvero nel 2010, il regolamento sul nuovo biennio potrà essere rivisto.

Nota: ItaliaOggi - Azienda Scuola del 13/3/2007








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