A distanza di quasi un mese dai tragici
fatti avvenuti intorno allo stadio Massimino,
Catania tutta si interroga ancora
sul fenomeno della violenza e del disagio
giovanile. Problemi figli di una totale
disgregazione dei valori che oggi
mancano in ogni aspetto della nostra
società volta al perbenismo,al consumismo
ed al buonismo a tutti i costi.
In quest’ottica desolante acquista
grande importanza il ruolo dei parroci
di frontiera, di quei preti che quotidianamente
operano nei quartieri più difficili
di Catania e cercano di strappare i
ragazzi dalla strada,insegnandoli i veri
valori cristiani.
«Quello che cerco di fare giorno per
giorno-afferma padre Giuseppe Pappalardo
parroco del quartiere San Leone-
è far capire ai ragazzi che i veri valori
non sono quelli che quotidianamente
ci vengono imposti dai massmedia,
ma quelli più profondi che ci
vengono insegnati
dalla Bibbia. Un
giovane educato ai
valori cristiani prosegue
il parroco-
sarà in futuro
un ottimo cittadino
rispettoso delle
istituzioni in tutte
le sue forme e contesti».
La parrocchia, che nasce il 31 ottobre
1956, è inserita in una fascia territoriale
cittadina denominata "Nesima Inferiore
- San Leone", con 15.000 abitanti.
Questo quartiere fu costituito in seguito
al risanamento del vecchio "San Berillo"
per creare un nuovo assetto urbanistico
nel centro della città. Dopo alcuni
decenni di abbandono, oggi l’area si
sta lentamente ripopolando. Purtroppo
in questa circoscrizione permangono
serie problematiche dovute al disagio
giovanile dilagante.
«Il nostro obbiettivo-affermano Miriam
Cannizzo e Chiara Pandolfo capi
educatrici Scout del locale gruppo Agesci,
Catania 6- è quello di insegnare attraverso
il gioco, ai tantissimi bambini
che qui fanno attività, i valori di onestà,
rispetto reciproco e lealtà. Siamo
convinte-proseguono le ragazze-che
qui ci siano gravi problemi,non ultimo
quello della droga, però esiste anche
"nell’ombra"una gioventù amante della
vita che possiede dei valori civici e religiosi,
e per questo è inevitabilmente
ignorata dai mass-media perché non fa
"Auditel". Il ragazzo morigerato che va
a messa non è una mosca bianca, ma
anzi,il più delle volte si riunisce in delle
associazioni che fanno del volontariato
».
La Chiesa di San Leone è diventata
un punto di riferimento per tutti gli
abitanti del quartiere perché svolge
tantissime attività con i giovani e gli
adulti. Qui hanno sede circa 22 comunità
neocatecuminali frequentate da
950 individui, gli Scout formati da ragazzi
di tutte le età, la catechesi che viene
usufruita da più di 700 ragazzi. Inoltre,
vengono portati avanti tantissime
attività culturali: da lezioni di coro alla
scuola di danza classica e moderna,dal
corso di chitarra alla pastorale di mediazione,
dalle attività estive del Grest ai
pellegrinaggi ed ai ritiri spirituali. Insomma
tutte attività che aiutino le persone
a vivere meglio nel corpo e nello
spirito. Ultima iniziativa e motivo d’orgoglio
di padre Pappalardo,per rafforzare
il ruolo della struttura in ambito
sociale, è il prolungare le attività parrocchiali
fino a tarda ora, in particolar
modo il sabato sera.
«Se questo progetto riscuote tanto
successo -spiega il parroco- è merito
delle tante famiglie che non mi fanno
mai mancare il loro appoggio. Il sabato
sera le nostre attività durano fin quasi
la mezzanotte, per evitare che i ragazzi
vadano a zonzo per la città e distrarli
dalle possibili tentazioni "poco
pulite". Durante le serate, non solo intratteniamo
i giovani con i nostri laboratori,
ma celebriamo anche l’eucarestia
per confermare,ancora una volta,
valori cristiani».
Questo esperimento sta riscuotendo
tantissimo successo e la gran mole
di ragazzi che il fine settimana affollano
la chiesa né è una prova lampante.
«Prolungare le attività il sabato sera afferma
Emanuele Tornabene 13 anni è
una iniziativa molto positiva. Personalmente
preferisco trascorrere il tempo
con i miei amici nei laboratori o nel
gruppo scout,piuttosto che vagare in
giro per Catania senza fare niente».
«Questa idea-condivide Alice Trentino
12 anni- dovrebbe essere presa ad
esempio dalle tante parrocchie sparse
negli altri quartieri; creare all’interno
delle chiese delle "sacche di creatività"
dove i ragazzi possono incontrarsi,
socializzare e capire che la violenza è
sbagliata in tutte le sue forme aiuterà
tutti noi a crescere come cittadini modello».
DAMIANO SCALA (da www.lasicilia.it)