Il sindaco di Bologna: giusto dare visibilità ai simboli delle diverse culture. Cofferati e il presepe: lo faccio da sempre
Data: Venerdì, 15 dicembre 2006 ore 16:35:00 CET
Argomento: Opinioni


Dal " Corriere della Sera"

Se gli si chiede di quand'era bambino, di casa sua, la voce del sindaco sfuma in un tono a metà tra divertimento e stupore «e certo che c'era! Io il presepe l'ho sempre fatto...». Sergio Cofferati si prepara, oggi, a inaugurare la Natività e i presepi di Palazzo D'Accursio, il Comune ha organizzato pure un itinerario guidato lungo ventinove presepi sparsi per la città, dalla stazione centrale a chiese, santuari, parrocchie, «una scelta tra i più agevoli da visitare per il pubblico, ma quelli belli sono molto di più», dice orgoglioso.

SIMBOLI E CULTURE — Tanto per chiarire che Bologna non è Londra né Bolzano, se nel settanta per cento degli uffici britannici l'ordine di scuderia è vietare addobbi natalizi e in una scuola altoatesina si ritiene sconveniente far cantare ai bambini «Tu scendi dalle stelle», beh, sono fatti loro. Il sindaco di Bologna spiega tranquillo: «Io credo che i simboli delle diverse culture, così come le appartenenze religiose, non debbano essere considerati come un problema, anzi. La cosa migliore è dare visibilità alle diverse culture anziché occultarle». E pazienza se nel frattempo è già esplosa la polemica sui presepi bolognesi. Se c'è chi, come Silvia Noè, presidente del gruppo Udc nella Regione Emilia, giudica «scandaloso» che ci sia un presepe «in cui compaiono Prodi in bicicletta e Moana Pozzi». Il sindaco non vuole replicare, in Comune fanno solo notare che ogni artista è libero di fare ciò che crede e quello dello «scandalo», semmai, non è «il» presepe ma uno di quelli selezionati per l'occasione. Nel cortile d'onore di Palazzo D'Accursio, del resto, ci sarà una Natività «tradizionale» dello scultore Nicola Zamboni, in Galleria Accursio altri presepi di Pietro Campagnini, Arnaldo Cavallini e Laura Zizzi.

STATUE E PERSONAGGI — E poi, al primo piano del Comune, in sala Ercole, ci saranno anche le famose statuine di Moana Pozzi (inseguita dalla Morte) e del premier in bici, peraltro in buona compagnia: l'artista bolognese Wolfango, 80 anni (il suo sito riporta un giudizio di Federico Zeri: «È un grande pittore davanti al quale io posso dire soltanto una cosa: rimango impressionato ed ammirato»), si diverte «da circa quarant'anni» a moltiplicare le statuine di terracotta della sua rappresentazione, tra gli altri ci sono pure Dante, Charlot e Gandhi, nel frattempo sono diventate 170. L'idea è che l'opera, come il presepe «vivente» creato da San Francesco a Greccio, debba comprendere tutta l'umanità, «nel bene e nel male, parenti, amici e persone note». Comunque, compresi i 29 presepi del percorso «andar per presepi in città», a Bologna ce ne sarà per tutti i gusti. Anche la diocesi dell'arcivescovo Carlo Caffarra ha lanciato la gara «il presepe nelle famiglie e nelle collettività», invitando tutti quanti a partecipare: «L'iniziativa si rivolge a tutti quelli che costruiscono il presepio, e li mette in gioiosa competizione, invitandoli alla testimonianza», ha spiegato il cardinale.

LA TRADIZIONE — Quanto al Comune, la tradizione dura da appena tre anni, prima dell'arrivo di Cofferati non s'era mai fatto.Certo che se devo giudicare dagli anni passati, dalle tantissime persone arrivate a vedere la Natività di Palazzo D'Accursio...».
15 dicembre 2006

 







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