ANIEF: Diamo una corretta informazione sulle SSIS.
Data: Venerdì, 10 novembre 2006 ore 00:51:35 CET
Argomento: Comunicati


8 novembre 2006. Risposta al Presidente del Cip sull'articolo di Panebianco sulla Scuola (Corriere della Sera, 30 e 31 ottobre 2006): diamo una corretta informazione sulle SSIS. Caro prof. Pignatelli, a differenza della sua ultima risposta all'articolo di Panebianco sulla Scuola, non ci esprimeremo sul merito dei percorsi abilitanti riservati o ordinari come Lei prontamente ha fatto con le SSIS, ma ci sentiamo in dovere d'intervenire per riportare una corretta informazione sulle SSIS e sul muro di gomma giorni addietro denunciato. La selezione in entrata per accedere alle SSIS non è un "inesistente filtro in ingresso" in quanto basata su un numero programmato e non illimitato, sul superamento minimo di una quota della batteria di quiz a risposta multipla sui programmi dell'ultimo concorso ordinario (correzione con lettore ottico), sul superamento di un colloquio orale sugli stessi programmi concorsuali sostenuto di fronte ad una commissione mista di professori universitari e della Scuola. Ogni anno, comunque, basta analizzare nelle singole SSIS l'elevato numero di domande, in media 10 volte superiore ai posti disponibili, per comprendere la selezione effettuata da queste commissioni. Proprio questi docenti della Scuola hanno superato un pubblico concorso per divenire supervisori, altro che "formatori per lo più estranei alla scuola militante", hanno un semi-esonero continuando a insegnare nelle scuole, diversi anni di esperienza nella formazione degli insegnanti attraverso enti pubblici (IRRE, IRSAE) o associazioni professionali, per non parlare dei diversi tutores nelle classi o nelle aule di laboratorio titolari con essi di un numero consistente di pubblicazioni (libri di testo) adottate da diversi anni nella maggior parte delle nostre Scuole. Il "dispregio del decreto del 26 maggio 1998 (cfr. G.U. n. 153 del 3/7/1998) che subordinava le SSIS al reale fabbisogno" è ancor più denunciabile perchè come Lei ben sa, tradotto nella Legge 264/1999 legava tale fabbisogno alla disponibilità triennale dei posti resi liberi nel triennio successivo a livello regionale, ovvero legava il numero programmato al turn-over, cioè doveva assegnare a ogni candidato ammesso alle SSIS un posto nel triennio successivo qualora avesse conseguito con successo l'abilitazione dopo il biennio di specializzazione. D'altronde lo spirito di tale legge riprende la stessa Legge 124/99 che prevedeva una durata triennale per la graduatoria di merito degli idonei dell'ultimo concorso ordinario, ancor oggi valida. Tre Ministri della 'Pubblica' Istruzione, come Lei ben sa, hanno dal 1999 ad oggi, firmato ogni anno dei decreti in cui hanno stabilito questo numero programmato senza mai preoccuparsi di assumere i docenti specializzati: questo è l'inganno, direi anche la truffa giocata a tali docenti. Truffa che si trasforma in beffa, quando tra il 2000 e il 2002 con tre sessioni riservate, in spregio al numero programmato delle SSIS e a quegli illusi (o fessi) lì iscritti, si abilitano 150.000 docenti, operazione attualmente in corso, visto che si abiliteranno grazie alla Legge 143/2004 altri 70.000 docenti in un solo anno con una 'sanatoria' riservata. Questa è l'origine del precariato odierno: la coesistenza di tre sistemi di abilitazione, uno ordinario tra il 1999 e il 2001 con un numero illimitato di idoneità e delle cattedre assegnate nell'a.s. 2002/2003, un altro altrettanto ordinario, quello delle SSIS, conforme agli indirizzi europei annuale con un numero soltanto sulla carta programmato al reale turn-over e poi tradito al momento delle immissioni in ruolo (come denunciato da Panebianco), un altro ancora infine riservato con un numero illimitato di abilitazioni comunque concesse a chi ha lavorato per 360 giorni nella Scuola. Oggi, dai dati ufficiali, emerge che soltanto i riservisti e gli idonei del concorso ordinario sono assunti, di certo non i sissini, specialmente dopo gli effetti della Legge 143/2004 che ha ridotto di 2/3 i punteggi di abilitazione conseguiti da tutte e tre le categorie di docenti proprio perchè, come trapela dalla memoria dell'allora relatore Sen. Asciutti, chi usciva dalle SSIS otteneva un punteggio di abilitazione alto (comprensibile, dopo 30 esami in due anni, 400 ore di tirocinio per un totale di 1200 ore di lezione di cui massimo il 30% di assenza). I dati parlano da soli, il non citarli equivale offuscare la realtà e continuare a fomentare quella guerra tra poveri che ha visto soltanto nei sissini i malcapitati diseredati. Concludiamo per esprimere una nota sull'ultimo suo appunto alla risposta di Panebianco al Ministro: "Comunque, per sua informazione, dei 296.946 precari iscritti in graduatoria permanente, i sissini sono circa il 30% e non il 4% come da lei sostenuto in sede di replica al ministro". Panebianco in quel passo si riferiva con tutta evidenza non alla percentuale di docenti iscritti nelle graduatorie permanenti ma alla proiezione degli eventuali nuovi assunti tra i sissini in base agli unici dati in possesso resi pubblici dal Ministero: gennaio 2006, su 35.000 immessi in ruolo nell'a.s. 2004-2005, ovvero su 17.500 immessi dalle graduatorie permanenti soltanto in 1.000 sono stati assunti in quanto in possesso dell'abilitazione conseguita presso le SSIS, il 3%. Panebianco è stato generoso e oltremodo corretto. Mentre è una realtà empiricamente verificabile e nella naturalezza delle cose che dalla graduatoria di merito (merito e non anzianità di merito) sia assunto oggi chi abbia conseguito nel 2001 un punteggio di abilitazione oltremodo basso, ovviamente non utile a suo tempo per vincere le cattedre messe a concorso, e di certo oggi inferiore a chi ha preso un punteggio alto di abilitazione presso le SSIS, sempre espresso in 80/80. Saremmo lieti di approfondire, comunque, tutta questa tematica relativa al precariato in dibattiti pubblici, sempre da Noi richiesti. Il muro di gomma fino ad oggi l'ha impedito, forse l'articolo di Panebianco ne fornirà l'occasione. Nell'attesa saremo sempre orgogliosamente e tristemente precari, come Lei, condizione certamente da condannare e da denunciare pubblicamente come da Noi sempre fatto in tutte le sedi istituzionali, politiche e sindacali.

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