Lettera di ex personale ATA che chiarisce alcune cose a chi ha premura di lavorare
Data: Sabato, 21 settembre 2002 ore 18:03:23 CEST
Argomento: Opinioni


Lettera di ex personale ATA che chiarisce alcune cose a chi ha premura di lavorare

                Cortese e gentilissimo sig. Agatino Rapisarda o come cavolo si chiama, visto che dopo tanto blaterare di rispetto per i disoccupati, nessuno fra i primi cento, anzi fra i cinquemila della graduatoria risulta chiamarsi come lei, osiamo rivolgerci ad Ella proprio per il rispetto che la democrazia, la tolleranza, il buon senso ed anche, ma non vorremmo essere blasfemi, la solidarietà sociale, c’impongono.

           Nessuno mai ha preteso di essere gli unici Disoccupati o i più disoccupati d’Italia, tale condizione purtroppo non c’è né di vanto né di orgoglio, anzi, è una condizione che in una repubblica fondata sul lavoro ci umilia.

           Le manifestazioni di protesta di questi giorni, non sono state fatte contro altri lavoratori ma per il rispetto di una graduatoria che dava regole certe e garantiva uguale trattamento a chi ha fatto il bidello ovunque lo avesse fatto senza distinzione.

           Coloro che erano presenti nella graduatoria da sempre e che hanno lavorato nell’anno scolastico 2000/01 e che con l’aggiornamento ed i nuovi inserimenti previsti dal DM 75/01 si sono visti scalzare e non sono rientrati nel numero di coloro che potevano aspirare ad una supplenza annuale sono quei collaboratori che nel citato anno scolastico hanno lavorato nelle scuole dipendenti dagli enti locali in cui non esisteva nessuna graduatoria di istituto e che grazie ad un domandina al dirigente scolastico hanno ottenuto tale incarico, senza tener conto quindi del loro punteggio, e che hanno leso diritti di coloro che inseriti nella vecchia graduatoria avevano un punteggio superiore. Quindi avendo maturato solo tre o due punti di servizio non hanno ottenuto un punteggio che gli assicurava la nomina per l’anno scolastico passato.

           Questi soggetti cosiddetti ricorsisti che nelle convocazioni si trovano per esempio al n. 1079, nella graduatoria non epurata sarebbe al n. 4123, se otterrà quest’anno la convocazione, lederà il diritto di coloro che hanno una posizione migliore per esempio il 1690, che pur avendo il cosiddetto art. 4 non è stato nemmeno convocato non avendo presentato ricorso. La chiama GIUSTIZIA questa?

           Il ricorso fatto contro l’inserimento in graduatoria di nuove persone in realtà è frutto della strafottenza di chi vuole a tutti i costi garantito un privilegio in barba a qualsiasi regola o graduatoria e solo la sua pigrizia mentale e cialtroneria può scambiare tale strafottenza in una legittima richiesta di lavoro.

           L’esempio prima riportato dimostra come la lotta che i cosiddetti lavoratori degli enti locali portano avanti non serve solo a loro ma serve a garantire regole uguali per tutti dettate da una legge.

            Ci siamo commossi a sentirle raccontare le sue peripezie di bidello supplente anche per 15 giorni, ma si domandi perché, i posti erano sempre così pochi? Perché tale graduatoria valeva solo per le scuole in cui il personale ATA era alle dipendenze dello stato, le scuole in cui il personale ATA dipendeva dagli enti locali non attingeva da tale graduatoria. Se i posti sono diventati circa mille si deve proprio alla legge che ha fatto diventare tutto il personale ATA dipendente statale ed equiparandone il servizio.

           Anche noi abbiamo fatto servizio in maniera precaria, per tre mesi l’anno e per tanti anni visto che i punti di servizio ce li siamo sudati e non li abbiamo trovati nell’uovo di Pasqua.

           Il livore della sua lettera si commenta da solo, a lei non interessa né la democrazia né il rispetto delle regole, a lei interessa solo mantenere il suo posticello di bidello, e al diavolo tutti gli altri, incinte ed handicappati compresi.

              Non le viene il dubbio che le convocazioni sono state bloccate una volta è perché la scelta fatta di epurare la graduatoria della nostra presenza non è molto legittima e se hanno bloccato le prime convocazioni dopo la nostra protesta davanti alla prefettura è perché forse ci stanno facendo un’ingiustizia ed essendo in una repubblica democratica abbiamo il diritto di protestare pacificamente come è stato fatto, perché non ci pare che qualcuno sia stato minacciato fisicamente, perché noi il problema lo abbiamo capito, non siete voi e neanche i ricorsisti, ma tutti coloro che questa situazione l’hanno montata e fatta giungere fino a questo punto.

           Due ex collaboratrici scolastiche

Lucia Barbagallo e Giuseppina Russo
roccopriv@tiscalinet.it






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