Lettera di ex personale ATA che chiarisce alcune cose a chi ha premura di
lavorare
Cortese
e gentilissimo sig. Agatino Rapisarda o come cavolo si chiama, visto che
dopo tanto blaterare di rispetto per i disoccupati, nessuno fra i primi cento,
anzi fra i cinquemila della graduatoria risulta chiamarsi come lei, osiamo
rivolgerci ad Ella proprio per il rispetto che la democrazia, la tolleranza,
il buon senso ed anche, ma non vorremmo essere blasfemi, la solidarietà
sociale, c’impongono.
Nessuno
mai ha preteso di essere gli unici Disoccupati o i più disoccupati
d’Italia, tale condizione purtroppo non c’è né di vanto né
di orgoglio, anzi, è una condizione che in una repubblica fondata
sul lavoro ci umilia.
Le manifestazioni
di protesta di questi giorni, non sono state fatte contro altri lavoratori
ma per il rispetto di una graduatoria che dava regole certe e garantiva uguale
trattamento a chi ha fatto il bidello ovunque lo avesse fatto senza distinzione.
Coloro
che erano presenti nella graduatoria da sempre e che hanno lavorato nell’anno
scolastico 2000/01 e che con l’aggiornamento ed i nuovi inserimenti previsti
dal DM 75/01 si sono visti scalzare e non sono rientrati nel numero di coloro
che potevano aspirare ad una supplenza annuale sono quei collaboratori che
nel citato anno scolastico hanno lavorato nelle scuole dipendenti dagli enti
locali in cui non esisteva nessuna graduatoria di istituto e che grazie ad
un domandina al dirigente scolastico hanno ottenuto tale incarico, senza
tener conto quindi del loro punteggio, e che hanno leso diritti di coloro
che inseriti nella vecchia graduatoria avevano un punteggio superiore. Quindi
avendo maturato solo tre o due punti di servizio non hanno ottenuto un punteggio
che gli assicurava la nomina per l’anno scolastico passato.
Questi
soggetti cosiddetti ricorsisti che nelle convocazioni si trovano per esempio
al n. 1079, nella graduatoria non epurata sarebbe al n. 4123, se otterrà
quest’anno la convocazione, lederà il diritto di coloro che hanno
una posizione migliore per esempio il 1690, che pur avendo il cosiddetto
art. 4 non è stato nemmeno convocato non avendo presentato ricorso.
La chiama GIUSTIZIA questa?
Il ricorso
fatto contro l’inserimento in graduatoria di nuove persone in realtà
è frutto della strafottenza di chi vuole a tutti i costi garantito
un privilegio in barba a qualsiasi regola o graduatoria e solo la sua pigrizia
mentale e cialtroneria può scambiare tale strafottenza in una legittima
richiesta di lavoro.
L’esempio
prima riportato dimostra come la lotta che i cosiddetti lavoratori degli
enti locali portano avanti non serve solo a loro ma serve a garantire regole
uguali per tutti dettate da una legge.
Ci
siamo commossi a sentirle raccontare le sue peripezie di bidello supplente
anche per 15 giorni, ma si domandi perché, i posti erano sempre così
pochi? Perché tale graduatoria valeva solo per le scuole in cui il
personale ATA era alle dipendenze dello stato, le scuole in cui il personale
ATA dipendeva dagli enti locali non attingeva da tale graduatoria. Se i posti
sono diventati circa mille si deve proprio alla legge che ha fatto diventare
tutto il personale ATA dipendente statale ed equiparandone il servizio.
Anche noi
abbiamo fatto servizio in maniera precaria, per tre mesi l’anno e per tanti
anni visto che i punti di servizio ce li siamo sudati e non li abbiamo trovati
nell’uovo di Pasqua.
Il livore
della sua lettera si commenta da solo, a lei non interessa né la democrazia
né il rispetto delle regole, a lei interessa solo mantenere il suo
posticello di bidello, e al diavolo tutti gli altri, incinte ed handicappati
compresi.
Non
le viene il dubbio che le convocazioni sono state bloccate una volta è
perché la scelta fatta di epurare la graduatoria della nostra presenza
non è molto legittima e se hanno bloccato le prime convocazioni dopo
la nostra protesta davanti alla prefettura è perché forse ci
stanno facendo un’ingiustizia ed essendo in una repubblica democratica abbiamo
il diritto di protestare pacificamente come è stato fatto, perché
non ci pare che qualcuno sia stato minacciato fisicamente, perché
noi il problema lo abbiamo capito, non siete voi e neanche i ricorsisti,
ma tutti coloro che questa situazione l’hanno montata e fatta giungere fino
a questo punto.
Due ex
collaboratrici scolastiche
Lucia Barbagallo e Giuseppina Russo
roccopriv@tiscalinet.it