I SUPPLENTI CROCE E DELIZIA di Giuseppe Aderṇ
Data: Marted́, 31 ottobre 2006 ore 06:42:46 CET
Argomento: Opinioni


Il supplente stabile: una proposta nell’ottica dell’autonomia. Nella storia della scuola il compito dei supplenti ha una sua particolare caratteristica.  Da giovani laureati si attendono le supplenze come manna dal cielo, si desiderano, si cercano, si vorrebbe che non terminassero mai e mentre consentono di accumulare il punteggio, diventano palestra d’esperienze didattiche, opportunità di verifica delle proprie competenze di relazione e di comunicazione, occasioni di crescite professionali e culturali. Quando poi “si passa di ruolo” il supplente è visto come  colui  o colei che cerca di continuare l’azione didattica, ma sempre in modo diverso e non sempre in maniera proficua. Il docente titolare ha comunemente da ridire sul lavoro del supplente e raramente  si realizzano delle belle sinergie di continuità nell’azione didattica. Fare supplenze o sostituire i colleghi assenti  per pochi giorni non  è  gradito, si cercano di evitare le  supplenze e si preferisce caricarsi l’orario di progetti e attività, pur di non di non fare supplenza. Quando l’assenza del docente titolare è di lunga durata, i guai passano all’ufficio di segreteria, perché è una vera sofferenza riuscire a trovare il supplente disponibile. La possibilità offerta al docente precario di presentare domanda di supplenza in trenta scuole ha reso difficile e complessa la convocazione delle supplenze. Il riconoscimento del diritto dovere all’istruzione ha reso altresì necessaria la convocazione del supplente anche per un solo giorno nella scuola primaria e  dell’infanzia.  Il disservizio per nominare supplenti nella scuola primaria  non fa    più  notizia,   anche  se,   tra  costi  per  telegrammi,   tempi interminabili di ricerca del docente supplente, trasferimenti  da  una classe   all'altra  di  scolaresche  orfane  di  insegnante  ed  altre esperienze   di  cronaca  dell'assurdo  si potrebbe scrivere un libro bianco o tragicomico. L'ultima notizia della serie, come si legga in “Tuttoscuola” e' quella di una segreteria di una scuola della provincia di Latina che ha dovuto effettuare ben 574 telefonate prima di trovare un  supplente. Spesso capita inoltre, che dopo averlo trovato, il giorno dopo il supplente non si presenta, perché nel frattempo ha ricevuto una chiamata ritenuta più conveniente per durata e distanza. I tempi per la convocazione delle supplenze con l’attuale sistema sono veramente ingestibili nell’ottica della qualità della scuola. Mentre  l’assistente amministrativo si dedica    a  tempo  pieno   per le telefonate  e per i telegrammi ai supplenti gli scolari spesso suddivisi in gruppi e affidati ad  altre  classi  (in barba alla programmazione e alla continuità didattica). A causa  dei  ritardi  di  nomina,   quasi quotidianamente   in  alcune  scuole  salta  la  programmazione  dell’attività didattica per ospitare alunni di  altre  classi,   scaricando l'emergenza sugli insegnanti in servizio. Tornando a casa raccontano ai genitori che non a scuola non hanno fatto nulla ed i genitori segnano sul calendario quanti sono i giorni che i ragazzi a scuola non fanno nulla. E’ questo un sistema sbagliato che necessita urgentemente delle correzioni e si chiede al Ministro Fioroni di scrivere nella storia della scuola italiana un capitolo nuovo per le supplenze. Le proposte scaturite dal buon senso e dall’esperienza  scolastica vissuta nel quotidiano, consiglia di suggerire alcuni interventi di carattere normativo. Modificare l’attuale sistema e ridurre il numero delle scuole alle quali  presentare domanda  di supplenza. Cinque scuole potrebbero essere una soluzione proponibile e gestibile. Attivare  e migliorare un sistema di collegamento telematico  tra le  scuole  per favorire  scambio di notizie e registrazione di incarichi. Disciplinare le attuali disposizioni circa la convocazione per telegramma, data la soppressione della franchigia ed il mancato sostegno degli Enti locali. Un’altra  proposta, pensata anche nell’ottica di una maggiore efficacia didattica  si esplica  nell’assegnare un incarico su supplenza  ai  docenti  che, individuati sempre dalla graduatoria d’istituto, si dichiarano disponibili ad accettare l’incarico di “supplente stabile” presso lo stesso istituto,  scegliendo di restare  a disposizione per le supplenze, senza accettare altri incarichi  e dando loro  innanzitutto la   sicurezza del punteggio (6 punti per l'anno),  mentre la retribuzione sarà corrispettiva ai giorni d’effettivo  servizio. Nelle scuole con tante classi  difficilmente  il docente supplente resterà libero e quindi anche la retribuzione sarà quasi corrispondente. IL docente supplente stabile potrà inoltre svolgere all’interno della scuola altre attività progettuali integrative e formative previste dal Piano dell’Offerta Formativa ed assicurarsi un’ulteriore possibilità di guadagno.  Il vantaggio primario di questa proposta è  ben evidente  nella pronta soluzione ad un problema emergente  nella scuola, nella possibilità offerta all’ufficio di segreteria di chiamare ulteriori supplenti a seconda della durata  e quel che appare più funzionale va ricercato nel beneficio didattico  La  presenza  del “supplente stabile” eviterà  che la supplenza si limiti soltanto ad un servizio di  sorveglianza frammentario ed occasionale, dato che il supplente che gira tante scuole non può  conoscere bene le realtà dei diversi istituti e quindi farà fatica ad ambientarsi e quando entra in questa fase, l’incarico  volge al termine. Il docente “supplente stabile”, invece,  una volta nominata, fa parte della scuola, ne condivide problemi e progetti, la sua presenza diventa attiva e funzionale, comincia a conoscere le classi e gli alunni,  studia il Piano dell’Offerta Formativa, vive la vita della scuola ed interviene  meglio anche nel settore didattico. si collega  ai docenti per una reale continuità, rende fruttuoso il servizio della supplenza intesa come “presenza alternativa” al  docente titolare e garantisce continuità ed efficacia produttiva al servizio d’insegnamento.

 

 Giuseppe Adernò
 Istituto Parini di Catania








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