Il supplente stabile: una proposta nell’ottica dell’autonomia. Nella storia della scuola il compito dei supplenti ha una sua particolare caratteristica. Da giovani laureati si attendono le supplenze come manna dal cielo, si desiderano, si cercano, si vorrebbe che non terminassero mai e mentre consentono di accumulare il punteggio, diventano palestra d’esperienze didattiche, opportunità di verifica delle proprie competenze di relazione e di comunicazione, occasioni di crescite professionali e culturali. Quando poi “si passa di ruolo” il supplente è visto come colui o colei che cerca di continuare l’azione didattica, ma sempre in modo diverso e non sempre in maniera proficua. Il docente titolare ha comunemente da ridire sul lavoro del supplente e raramente si realizzano delle belle sinergie di continuità nell’azione didattica. Fare supplenze o sostituire i colleghi assenti per pochi giorni non è gradito, si cercano di evitare le supplenze e si preferisce caricarsi l’orario di progetti e attività, pur di non di non fare supplenza. Quando l’assenza del docente titolare è di lunga durata, i guai passano all’ufficio di segreteria, perché è una vera sofferenza riuscire a trovare il supplente disponibile. La possibilità offerta al docente precario di presentare domanda di supplenza in trenta scuole ha reso difficile e complessa la convocazione delle supplenze. Il riconoscimento del diritto dovere all’istruzione ha reso altresì necessaria la convocazione del supplente anche per un solo giorno nella scuola primaria e dell’infanzia. Il disservizio per nominare supplenti nella scuola primaria non fa più notizia, anche se, tra costi per telegrammi, tempi interminabili di ricerca del docente supplente, trasferimenti da una classe all'altra di scolaresche orfane di insegnante ed altre esperienze di cronaca dell'assurdo si potrebbe scrivere un libro bianco o tragicomico. L'ultima notizia della serie, come si legga in “Tuttoscuola” e' quella di una segreteria di una scuola della provincia di Latina che ha dovuto effettuare ben 574 telefonate prima di trovare un supplente. Spesso capita inoltre, che dopo averlo trovato, il giorno dopo il supplente non si presenta, perché nel frattempo ha ricevuto una chiamata ritenuta più conveniente per durata e distanza. I tempi per la convocazione delle supplenze con l’attuale sistema sono veramente ingestibili nell’ottica della qualità della scuola. Mentre l’assistente amministrativo si dedica a tempo pieno per le telefonate e per i telegrammi ai supplenti gli scolari spesso suddivisi in gruppi e affidati ad altre classi (in barba alla programmazione e alla continuità didattica). A causa dei ritardi di nomina, quasi quotidianamente in alcune scuole salta la programmazione dell’attività didattica per ospitare alunni di altre classi, scaricando l'emergenza sugli insegnanti in servizio. Tornando a casa raccontano ai genitori che non a scuola non hanno fatto nulla ed i genitori segnano sul calendario quanti sono i giorni che i ragazzi a scuola non fanno nulla. E’ questo un sistema sbagliato che necessita urgentemente delle correzioni e si chiede al Ministro Fioroni di scrivere nella storia della scuola italiana un capitolo nuovo per le supplenze. Le proposte scaturite dal buon senso e dall’esperienza scolastica vissuta nel quotidiano, consiglia di suggerire alcuni interventi di carattere normativo. Modificare l’attuale sistema e ridurre il numero delle scuole alle quali presentare domanda di supplenza. Cinque scuole potrebbero essere una soluzione proponibile e gestibile. Attivare e migliorare un sistema di collegamento telematico tra le scuole per favorire scambio di notizie e registrazione di incarichi. Disciplinare le attuali disposizioni circa la convocazione per telegramma, data la soppressione della franchigia ed il mancato sostegno degli Enti locali. Un’altra proposta, pensata anche nell’ottica di una maggiore efficacia didattica si esplica nell’assegnare un incarico su supplenza ai docenti che, individuati sempre dalla graduatoria d’istituto, si dichiarano disponibili ad accettare l’incarico di “supplente stabile” presso lo stesso istituto, scegliendo di restare a disposizione per le supplenze, senza accettare altri incarichi e dando loro innanzitutto la sicurezza del punteggio (6 punti per l'anno), mentre la retribuzione sarà corrispettiva ai giorni d’effettivo servizio. Nelle scuole con tante classi difficilmente il docente supplente resterà libero e quindi anche la retribuzione sarà quasi corrispondente. IL docente supplente stabile potrà inoltre svolgere all’interno della scuola altre attività progettuali integrative e formative previste dal Piano dell’Offerta Formativa ed assicurarsi un’ulteriore possibilità di guadagno. Il vantaggio primario di questa proposta è ben evidente nella pronta soluzione ad un problema emergente nella scuola, nella possibilità offerta all’ufficio di segreteria di chiamare ulteriori supplenti a seconda della durata e quel che appare più funzionale va ricercato nel beneficio didattico La presenza del “supplente stabile” eviterà che la supplenza si limiti soltanto ad un servizio di sorveglianza frammentario ed occasionale, dato che il supplente che gira tante scuole non può conoscere bene le realtà dei diversi istituti e quindi farà fatica ad ambientarsi e quando entra in questa fase, l’incarico volge al termine. Il docente “supplente stabile”, invece, una volta nominata, fa parte della scuola, ne condivide problemi e progetti, la sua presenza diventa attiva e funzionale, comincia a conoscere le classi e gli alunni, studia il Piano dell’Offerta Formativa, vive la vita della scuola ed interviene meglio anche nel settore didattico. si collega ai docenti per una reale continuità, rende fruttuoso il servizio della supplenza intesa come “presenza alternativa” al docente titolare e garantisce continuità ed efficacia produttiva al servizio d’insegnamento.
Istituto Parini di Catania