IN 1300 HANNO LASCIATO LA SCUOLA MA LA PENSIONE NON ARRIVA
Data: Sabato, 23 settembre 2006 ore 00:15:10 CEST
Argomento: Comunicati


da Repubblica.it
Venerdì, 22 Settembre 2006

 All´Inpdap si giustificano "Manca il filtro del vecchio provveditorato"

In 1300 hanno lasciato la scuola ma la pensione non arriva

I PROBLEMI DELLA SCUOLA


400 le domande in più del 2005. Primi pagamenti forse a novembre
PAOLO VIOTTI


Sono 1.300 i dipendenti della pubblica istruzione, che dal primo settembre hanno smesso di lavorare. Solo che ancora non hanno percepito la pensione. Dovrebbero beneficiarne nel giro di un paio di mesi, non prima. «Sì, entro la fine di ottobre risolveremo il problema» conferma il direttore dell´Inpdap a Bari, Ettore Calabrese, che aggiunge: «Salvo casi eccezionali, riusciremo a regolarizzare le posizioni della maggior parte di questi nuovi pensionati. Docenti, soprattutto».
Pensionati che già dalla fine del mese scorso, così come un po´ tutti avevano assicurato, si aspettavano di poter riscuotere quanto loro dovuto. Ma che invece, sono rimasti delusi. Sia il dirigente dell´istituto di previdenza, sia i sindacalisti della Cgil Pino Gesmundo e Antonio Spinelli, sono d´accordo nell´attribuire la colpa di questo ritardo alla lentezza nella trasmissione dei dati necessari, dai Csa (i vecchi provveditorati agli studi) agli uffici dell´Inpdap. Dati che riguardano gli ultimi nove anni della retribuzione riscossa e che una volta inviati dai Csa, devono poi essere verificati puntigliosamente dall´Inpdap. Quest´anno inoltre rispetto al passato, è stato registrato un vero e proprio esodo di pubblici dipendenti: nel 2005, in 900 avevano deciso di non continuare ad essere più in servizio permanente effettivo; nel 2006 le domande per andare in pensione sono state 400 in più ed ecco che è stato abbondantemente sfondato il muro dei mille.
«Il dibattito insistente sui temi pensionistici» spiega Gesmundo «ha creato non pochi allarmi tra i lavoratori del settore pubblico che un giorno sì e l´altro pure sentivano parlare di tagli e la reazione immediata è stata l´aumento del numero di richieste da parte di chi era nelle condizioni di farlo». Il risultato? La macchina burocratica si è ingolfata e questo ha provocato più di un rallentamento. «Anche se» fa sapere Spinelli «non è mai giusto giustificarsi con i pensionandi sventolandogli sotto il naso questioni tecniche o amministrative».
Insomma, nonostante tutto si poteva fare di più. «Piuttosto con grandi sacrifici, facciamo il possibile» racconta Calabrese, che tira fuori i dati relativi agli impiegati Inpdap: «Siamo soltanto in 99. Eppure la nuova pianta organica prevede che nel capoluogo pugliese dovremmo essere 165. Cioè, 66 unità in più che come stanno le cose mancano all´appello e non so quando arriveranno».







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