Padre Ennio Pintacuda, la scomoda eredità di un visionario
Data: Luned́, 04 settembre 2006 ore 17:12:18 CEST
Argomento: Comunicati


Padre Pintacuda, la scomoda eredità di un visionario
LILLO MICELI

Da vivo criticato e osannato. Poi, il tentativo di seppellirlo sotto uno spesso muro di silenzio. Anche da morto - è scomparso esattamente un anno fa - padre Ennio Pintacuda continua a suscitare sentimenti contrastanti. Continua ad essere quel personaggio scomodo che, pur di provocare radicali cambiamenti nella società siciliana ed italiana, non esitò ad incrociare le lame con i potenti di turno. Anche quando questi potenti erano stati sue creature. Teorico del trasversalismo, non nascose la sua delusione quando si rese conto che molti dei suoi seguaci erano soltanto dei trasformisti: gente che gli stava attorno soltanto per personali scalate del potere. Una scoperta che gli provocò un grande dolore, ben dissimulato in pubblico, ma che non gli impedì di continuare per la strada intrapresa. Fu un "visionario" padre Pintacuda: quando tutti rivolgevano il loro interesse all’orticello di casa propria, il gesuita tuonava contro gli intrecci fra mafia e politica, studiava il federalismo, teorizzava l’istituzione della Città-Stato, parlava di Europa e Mediterraneo. Temi oggi di grandissima attualità, ma che sbalordivano qualche decennio fa e che fino all’ultimo sono stati al centro della sua attività di politico e formatore. Di ciò, principalmente, si è discusso ieri a Prizzi, suo paese natale, dove i suoi più stretti e fedeli collaboratori si sono riuniti per ricordarlo ad un anno dalla morte, ma anche per rilanciarne il messaggio. Analoghe iniziative sono previste oggi a Catania e Palermo. L’auspicio è che il tutto non si risolva nell’ennesima passerella. Sarebbe peggiore del silenzio. Intanto, dai rappresentanti politici ed istituzionali si attende una parola chiara sul futuro del Cerisdi, il centro di formazione d’eccellenza della Regione, che resta ancora senza una guida. Prima della sua elezione al Senato, il delicato incarico era stato affidato all’ex ministro Calogero Mannino che, però, non si è mai insediato nel ruolo. Dopo un anno di attività ridotta al lumicino, il Cerisdi potrebbe imboccare la via del declino dopo anni di grande visibilità proprio grazie a padre Pintacuda che era riuscito a farne un centro di formazione internazionale, euro-mediterraneo. Un’attività che svolgeva in sinergia con quella della Libera università della politica, fondata durante gli anni degli stage di Filaga - dove furono gettate le basi per la nascita della Rete di Leoluca Orlando - presieduta adesso dal professore Alfredo Galasso. Ed è stato proprio l’ex componente laico del Csm (allora in quota Pci), a denunciare, ancora una volta, «l’assordante silenzio che hanno cercato di fare calare sul messaggio scomodo di un prete scomodo». Come dire, sia quelli che subivano le sue critiche che quelli che lo criticavano, avrebbero tutto l’interesse che non si parlasse più di questo sacerdote che per circa 40 anni è stato per tutti una spina nel fianco. Una voce critica che neanche la minaccia di un trasferimento in Paraguay da parte dell’allora presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, riuscì a zittire.







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