IL PENSIERO FEMMINISTA TRA FILOSOFIA E LETTERATURA
Data: Domenica, 02 luglio 2006 ore 09:00:16 CEST
Argomento: Rassegna stampa


IL PENSIERO FEMMINISTA TRA FILOSOFIA E LETTERATURA
 
IPOTESI DI ITINERARIO DIDATTICO
 
Può la suindicata tematica, di per sé poco” scolastica”, diventare oggetto di un percorso didattico? Io penso proprio di si, e per due motivi ben precisi: il primo consiste nel fatto che è possibile affrontare qualunque argomento, purchè venga supportato da strumenti e metodologie adeguati; il secondo, che ritengo il più importante, nel fatto che potrebbe suscitare negli alunni un certo interesse.
Credo sia estremamente importante che qualunque percorso formativo risulti congruo agli interessi degli alunni, poiché è da loro e dai loro bisogni che occorre partire per un’efficace e proficua azione culturale ed educativa.
Altrettanto importante è che l’ argomento proposto abbia per i discenti un “ senso”, il quale non può e non deve essere “imposto” dal docente, attraverso il suo personale punto di vista, bensì trovato dagli alunni, attraverso una ricerca autonoma che li conduca alla conquista personale del senso medesimo.
Fatta questa doverosa premessa, ecco come penserei di presentare ed affrontare l’argomento in una quinta liceale:
innanzitutto cercherei di vedere se esso rientra negli interessi dei ragazzi. A tal fine comincerei col porre una domanda sulla tematica in questione, a cui gli stessi dovranno trovare una risposta, e da questa far scaturire un dialogo o un dibattito, attraverso il quale poter confrontare le loro posizioni; un altro modo potrebbe essere quello di partire dalla lettura in classe di qualche pagina, tratta da un’opera opportunamente scelta, di qualche scrittrice o pensatrice in cui viene affrontata la problematica.
Poi inviterei i ragazzi ad esporre ciò che hanno compreso, e successivamente, a riflettere sul medesimo.
Dopo questo accertamento, se i ragazzi dimostrano interesse, procederò con la presentazione dell’argomento, dicendo loro quali sono gli obiettivi da raggiungere e quali le finalità.
Per quanto concerne quest’ultime, gli alunni dovranno acquisire la coscienza del fatto che le attuali condizioni della donna sono il risultato di un’evoluzione avvenuta per tappe diverse nel corso della storia, attraverso battaglie ideologiche condotte dalle donne stesse e dal movimento da loro creato; dovranno inoltre acquisire una visione critica della figura della donna nel mondo odierno e del suo rapporto con l’altro sesso, con la famiglia, con la società, con lo Stato.
La visione critica della realtà e la formazione dello spirito critico costituiscono, infatti, una delle finalità educative della scuola. L’esercizio allo spirito critico, pertanto, deve essere costantemente stimolato, affinché il ragazzo possa orientarsi autonomamente nella realtà e comprenderne il senso e la complessità.
Per quanto riguarda gli obiettivi, gli alunni dovranno avere una comprensione generale del processo di emancipazione della donna negli ultimi due secoli; la capacità di fare collegamenti tra le varie fasi di essa; la consapevolezza del ruolo del pensiero filosofico nella liberazione delle donne; la capacità di confrontare i diversi orientamenti di pensiero tra le scrittrici e le pensatrici prese in esame; la comprensione dei concetti di subordinazione, parità, uguaglianza, differenza, e la capacità di contestualizzarli nel passato e nel presente.
Per il raggiungimento dei suindicati obiettivi mi servirei dei seguenti strumenti: letture in classe di brani tratti da alcune opere, tra quelle citate nelle precedenti pagine, come Le tre ghinee di Virginia Woolf, Il secondo sesso di Simone de Beauvoir; spiegazione e commento attraverso analisi testuale ed estrapolazione dei concetti- chiave; dibattito o colloquio.
Un’altra modalità potrebbe essere quella di dividere la classe in gruppi di lavoro, ad ognuno dei quali affidare il compito di svolgere ed approfondire un aspetto, tra quelli facenti parte della problematica in questione, attraverso l’assegnazione di un’opera sulla quale gli alunni dovranno infine esporre in forma di relazione scritta.
Mi servire inoltre del supporto dei docenti di discipline in cui rientrano i vari aspetti della tematica, come la storia, il diritto, l’economia e la sociologia, durante le ore di compresenza.
Infine, per quanto concerne la verifica e la valutazione, mi servirei non tanto della interrogazione di tipo tradizionale, quanto su una verifica in itinere, che potrebbe essere fatta o sotto forma di dialogo o sotto forma di componimenti scritti in forma di tema, di commento o di relazione.
Per l’argomento in questione eviterei le cosiddette prove oggettive, poiché, a mio avviso, esso si presta più ad un tipo di verifica colloquiale e critica, che non a quella di tipo oggettiva. E poi anche perché, mi si consenta, credo poco nella presunta oggettività delle prove, come nell’oggettività in genere, e tanto, invece, nella sfera della soggettività, molto più ricca, più profonda, e forse per questo, molto più vera.






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