Incontro dibattito interassociativo: ''La parola alla scuola''. Convitto Cutelli, 29 maggio 2002, ore 17.00.
Data: Mercoledì, 22 maggio 2002 ore 10:45:00 CEST
Argomento: Eventi


Incontro dibattito

LA PAROLA ALLA SCUOLA
(prima che sia troppo tardi!)

Aula magna del Convitto Cutelli di Catania,
mercoledì 29 maggio dalle ore 17.00 alle  ore 20.00


AIMC Associazione Italiana Maestri Cattolici, ARCI , Casa di Cultura - Politeia,  CIDI Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti, FNISM Federazione Italiana Insegnanti, IF Innovazione e Formazione, Il Politecnico sezione di Catania, Legambiente Scuola e Formazione, MCE Movimento di Cooperazione Educativa, Risorsa Scuola e Formazione, UCIIM Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi Sezione “Nuccio Sciacchitano” di Catania,Studenti.net  di Catania.


INVITIAMO

tutti coloro che sono  interessati al futuro della scuola, della cultura e della partecipazione democratica nel nostro Paese, ad intervenire all'incontro - dibattito che si svolgerà nella aula magna del convitto Cutelli di Catania, mercoledì 29 maggio dalle ore 17.00 alle  ore 20.00

LA PAROLA ALLA SCUOLA
(prima che sia troppo tardi!)

Moderatore:  Enrico Escher

Apriranno la discussione:
Adriana Cantaro, Francesco Capodanno, Emanuela Coniglione, Silvana Licciardello, Andrea Manganaro, Elio Marotta, Rosaria Paci, Fausto Raciti, Caterina Renda.

Sono stati invitati:
Il Direttore generale dell'Istruzione in Sicilia  dott. Michele Calascibetta, il vice-Direttore dott. Gaetano Ragunì,   il Direttore del CSA di Catania dott. Raffaele Zanoli,  i rappresentanti di associazioni e gruppi  culturali,  docenti e  Dirigenti scolastici della provincia di Catania.


Documento base

Le espressioni “obbligo scolastico” e “obbligo formativo nei documenti governativi sono state sostituite da un generico "diritto all'istruzione e alla formazione". Ritenere l'istruzione solo un diritto significa però accettare e confermare le disuguaglianze. Le famiglie e i ragazzi appartenenti agli strati sociali più deboli ancor oggi non sono spesso consapevoli di questo diritto. Per noi l'istruzione è un diritto-dovere e non una semplice possibilità. Va affermato ancora con forza che i pubblici poteri hanno l'obbligo  di rendere fruibile il servizio scolastico a tutti, garantendo pari opportunità e rimuovendo gli ostacoli “di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione” dei cittadini alla vita democratica del Paese (art. 3 della Costituzione).

Doppio canale “istruzione liceale-formazione professionale. Il progetto Moratti disegna un sistema “duale” dell'istruzione, con una netta separazione tra licei (di durata quinquennale) e formazione professionale (quadriennale). Si ripropone così una separazione tra  coloro che hanno diritto al sapere e coloro che sono destinati solo a fare, che ci riporta indietro agli anni ‘50. Una scelta precoce in una logica di orientamento non formativo, ma soltanto selettivo,  conduce inevitabilmente ad  una scuola che riproduce  le differenze sociali. Alla parola d'ordine della separazione va contrapposta quella dell'integrazione e della formazione dentro  i percorsi scolastici.

Tempo scuola.  Nei documenti Bertagna il tempo ordinario di tutta la  scuola (dai 6 ai 18 anni) è ridotto a 25 ore. Non è solo un problema di perdita di posti di lavoro. In tal modo molte attività diventeranno  facoltative e saranno svolte solo a richiesta di allievi e famiglie..  Verranno così annullate le positive esperienze del tempo prolungato nella scuola media e del tempo pieno nella scuola elementare e saranno allontanati dalle  didattiche innovative e di laboratorio  gli studenti più deboli, quelli cioè che ne avrebbero più bisogno.

Pubblico e privato. Molte scuole private si fondano su logiche non formative ma di mercato (diplomifici). Per migliorare la qualità del sistema formativo bisognerebbe incidere su questa patologia, non  legittimare ed estendere un modello che ha introdotto nel sistema formativo la logica della compravendita dei titoli di studio.

Scuola dell'infanzia. Una anticipazione della frequenza della prima classe elementare, lasciata alla esclusiva discrezionalità delle famiglie, come previsto nei documenti governativi, ha come conseguenza una differenziazione degli alunni non basata  su elementi psicologici o formativi e che si ripercuote a ritroso sulla scuola dell'infanzia,  snaturandone la coerenza formativa.

Curricoli e piani di studio. I curricoli comprendono tutto ciò che la singola scuola  pratica e come intende  farlo per metterlo in rapporto con ciò che intende perseguire. La riforma Moratti sostituisce i curricoli con la pura e semplice offerta di corsi  da parte della scuola, e/o dei privati,  tra i quali i giovani e le famiglie sarebbero "libere" di scegliere. Alla logica del curricolo si vuole sostituire quella del supermercato della formazione.

Autonomia. L'autonomia degli istituti vive  se ha i mezzi per essere attuata e soprattutto  se è sollecitata  la partecipazione dei docenti, dei capi d'istituto, delle famiglie,  degli  studenti, ma anche di altri soggetti del territorio. Il governo però elimina gli organismi di  sostegno e consulenza alle scuole (CIS) e con il disegno di legge sul riordino degli organi collegiali di fatto riduce la partecipazione delle componenti alla vita della scuola.

Docenti e personale amministrativo, tecnico, ausiliario. Non si rinnova la scuola aumentando i carichi di lavoro dei docenti (sostituzione dei colleghi fino a 15 giorni), il numero delle classi nelle quali insegnare (conseguenza della riduzione a 25 ore settimanali), il numero degli allievi per classe. Così si risparmia denaro, non si migliora la qualità dell'istruzione. Nella legge sugli organi collegiali non sono previsti momenti di progettazione comune  dei percorsi. Il docente tende ad essere visto non come un formatore ma solo come trasmettitore di conoscenze, soprattutto nella scuola secondaria. I ruoli di coordinamento,  tutoraggio  e orientamento verrebbero  affidati a figure specifiche, spesso esterne alla comunità scolastica e simili ai quadri di una azienda. La valutazione rischia così di non essere affidata a quella collegialità che è anche garanzia di equità.

Formazione iniziale e in servizio degli insegnanti. Saranno cancellate le SIS (scuole di specializzazione per l'insegnamento nella scuola secondaria) e i compiti di formazione iniziale e in servizio saranno assegnati all'Università. Si rischia in tal modo di perdere il prezioso patrimonio di autoformazione, ricerca e sperimentazione prodotto dalla scuola in questi ultimi decenni.








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