Il teatrino catanese sindacal-burocratico che si occupa delle scuole in aree a rischio si sposta venerdì a Palermo
Data: Martedì, 14 marzo 2006 ore 18:06:46 CET
Argomento: Sindacati


Ma perchè mai il dirigente del CSA di Catania Zanoli Raffaele invoca l'interpretazione autentica dell'art. 1? E dopo due riunioni già svolte e dopo aver esaurito la fase propedeutica di mera consultazione dei sindacati e delle forze sociali?
Vediamo allora che cosa dice questo articolo 1 del contratto integrativo regionale annuale concernente i criteri di accesso alle risorse dell’art. 9 del c.c.n.l. – comparto scuola - , la durata dei progetti, gli obiettivi di lotta all’emarginazione scolastica, i sistemi di rilevazione dei risultati relativamente alle aree a rischio e a forte processo immigratorio, firmato il   06/02/2006 presso la sede dell’ufficio scolastico regionale per la sicilia.
 

 

Articolo 1 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE A RISCHIO
In ciascuna provincia i dirigenti dei C.S.A. provvederanno, entro il 15/02/06, con i rappresentanti degli Enti Locali, del Ministero della Giustizia, del Ministero dell’Interno esistenti in ambito territoriale, e con i rappresentanti delle OO.SS. firmatarie del presente Contratto e servendosi di approfondite analisi del territorio e delle realtà sociali, ad individuare le aree “a rischio” esistenti in ciascuna provincia, che pubblicizzeranno con i mezzi ritenuti più idonei entro il 17/02/06. I progetti delle istituzioni scolastiche dovranno essere presentati ai CSA e pervenire agli stessi entro il 28/2/2006.
Considerato che presso gli Osservatori provinciali per la dispersione sono presenti le predette rappresentanze i Dirigenti dei CSA potranno valutare l’opportunità di servirsi della consulenza di tale organo nell’individuazione delle aree, integrando detto organismo con le rappresentanze delle OO.SS. firmatarie del presente contratto integrativo.
Premesso che nell’analisi del territorio provinciale al fine di individuare le aree a rischio dovranno essere tenute presenti situazioni demografiche, sociali, economiche, sanitarie, culturali e l’incidenza della criminalità, in particolare, nella individuazione delle aree terranno conto di:
- tassi di dispersione scolastica e di lavoro minorile;
- percentuale alunni in stato di abbandono, evasione, bocciatura, ripetenza, pluriripetenza;
- percentuale di alunni immigrati superiore al 5% degli alunni iscritti;
- percentuale alunni seguiti dal Tribunale Minorenni e/o dall’Ufficio Minori degli E.E.L.L. , dagli Uffici di Assistenza Sociale e delle Asl.
I Dirigenti dei C.S.A. si faranno carico, altresì, di interessare gli Enti locali, le autorità sanitarie, gli uffici dei giudici dei minori, le associazioni di assistenza sociale e gli altri soggetti istituzionali interessati ai problemi scaturenti in ambito scolastico nelle aree a rischio, ad intervenire per sostenere i progetti elaborati dalle istituzioni scolastiche sia con risorse strumentali che, eventualmente , finanziarie.

 

Che cosa ci sia di misterioso e quale trabocchetto contenga l'articolo non è dato sapere; ma sembra che il prof. Tomasello Francesco, segretario provinciale della FLC-CGIL di Catania, abbia trovato il baco e su questo baco rischia di sfasciarsi il tavolo sapientemente costruito in questi 6 mesi di vacuo dibattito sulla pelle delle scuole autonome catanesi e siciliane.

Allora i progetti che le scuole stanno approntando e che prevedono la scadenza del 20 marzo 2006 per la loro presentazione subiranno ulteriore slittamento, secondo i canoni consolidati della concertazione burocratico-sindacalese ?

La situazione della contrattazione è effettivamente grave! Se l'argomento della riunione di venerdì fosse solo la retribuzione del  personale delle scuole a rischio, si capisce la sola presenza dei sindacati rappresentativi. Ma qui sembra che l'ordine del giorno riguardi anche i livelli di dispersione, le modalità di intervento, i criteri per i progetti da approvare, ci sia cioè un interesse delle scuole e dell'utenza.

Dobbiamo chiarire in ogni sede che le scuole e l'utenza non possono essere rappresentate dai sindacati di categoria che hanno esclusivamente competenza sul rapporto di lavoro del personale. CGIL, CISL E UIL non sono i legali rappresentanti delle scuole, fino a prova contraria.







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