IMMISSIONI IN RUOLO, CRITICA DELL'ADACO
Data: Sabato, 03 settembre 2005 ore 01:10:00 CEST
Argomento: Comunicati


COMUNICATO A.D.A.C.O - (In risposta al comunicato della CGIL scuola del 3 Agosto 2005) - Brunella Presbiteri De Lassis (Presidente) s.l. via E.Giulioli 35- 00173 Roma L'A.d.a.c.o.(Associazione docenti abilitati con Concorso Ordinario - c.f.97298690583) condivide, in generale, la critica che la CGIL scuola ha avanzato nel Comunicato stampa del 3 Agosto 2005 quando, in merito alle ultime immissioni in ruolo dei docenti, sostiene che “ il Governo ha deliberatamente disatteso una legge del Parlamento che prevedeva un piano triennale di assunzioni su tutti i posti disponibili, riducendolo ad un solo anno”. Tuttavia ricorda alla CGIL scuola che la “disattenzione” nei confronti di “decine di migliaia di persone che in questi anni hanno incrementato il mondo del precariato scolastico” è precedente alla Legge 143/04. Si vuol far riferimento alla omissione dei dettami del bando del Concorso ordinario a cattedre e per il conseguimento dell'abilitazione (DDG del 31/03/99 – allora Ministro dell'Istruzione l'On. Berlinguer), in base al quale era stata prevista, per Concorso pubblico ordinario appunto, “(…)la copertura del 50% delle cattedre e dei posti (….)destinati in ciascuna regione alle procedure concorsuali , vacanti e disponibili all'inizio di ciascuno degli anni scolastici 1999-00; 2000-01;2001-02(..)"- Art.1, comma 4. Dovrebbe essere noto alla CGIL scuola: a) sia che la procedura concorsuale suddetta finì per abilitare circa 200.000 docenti in condizione di assunzione immediata, vista anche la INQUALIFICABILE mancanza di Concorsi a cattedre per ben dieci anni; b) sia che quelle assunzioni furono disattese, poiché attuate solo nel primo degli anni scolastici previsti. L'A.d.a.c.o. ancora non si spiega perché, da allora in poi, fu ritenuta più urgente una politica scolastica, condivisa dalla stessa CGIL scuola, che generò solo maggiore confusione e favorì lo sviluppo di ulteriori procedure abilitanti e di nuove variabili di percorsi formativi, più o meno attuati simultaneamente, che non risolsero affatto il dramma della precarietà. Il problema infatti non sta nel riconoscere più diritti a chi è meno “storico” di un altro, ma quello della esiguità dei posti messi a disposizione e dei tagli di quelli previsti, proprio ai danni di coloro che ne hanno più diritto, perchè esperienza di insegnamento, persino pluridecennale, e il superamento del Concorso Pubblico ordinario a cattedre sono entrambi requisiti per l'esercizio della professione docente. Da un forte sindacato, con il quale A.d.a.c.o condivide ogni lotta per la difesa della qualità della scuola pubblica, ci si aspetterebbe più chiarezza sugli obiettivi, come quello rivolto all' esaurimento delle preesistenti graduatorie, (di merito e permanenti) , prima di ipotizzare un “terzo” canale. Si è molto delusi nel vedere la sola Avvocatura dello Stato dare conto dell'esistenza degli abilitati con il concorso ordinario, in occasione della difesa dell'Italia in sede di Giustizia Europea a causa dei patri meccanismi discriminatori di reclutamento dei docenti. Il disegno della attuale maggioranza è evidente: non stabilizzando il personale oggi, e fatte decadere le GM (art.5/Legge 53) ci sarà gran disponibilità di posti a vantaggio della lobby che ruota intorno alle università. Quello che sgomenta è il sospetto che in tutto ciò il centrodestra non sia solo! L'A.d.a.c.o. rileva pertanto l'ambiguità del comunicato CGIL scuola, laddove non distingue tra i cosiddetti precari “non” storici, gli abilitati con procedura concorsuale ordinaria da quelli fuoriusciti dai corsi di specializzazione universitaria. Ritiene nè giustificato, nè ragionevolemente fondato su presupposti costituzionali e civili, qualsiasi tentativo di decurtare, a favore di altre procedure abilitanti, la quota assegnata agli idonei/vincitori del Concorso ordinario a cattedre, stabilita con Legge dello Stato (L.124/99). Si finirebbe altrimenti per "relegare nel dimenticatoio” proprio chi dal sindacato si vorrebbe sentire più tutelato . Contatti: tel. 06.7218321–fax.0697613086-cell. 338.1316316.





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