GLI ORDINARISTI, I FIGLI DI UN DIO POVERO
Data: Mercoledì, 06 luglio 2005 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Comunicati


FIGLI DI UN DIO POVERO Sul Corsera del 25/06 abbiamo letto con approvazione l'analisi di Sabino Cassese, che lamentava la mancata promozione dei "meritevoli" nei ranghi della pubblica amministrazione. E non ci ha stupito la secca replica del Ministro Moratti, il quale ha ricordato al disinformato Professore che il 50% dei docenti prossimi ad essere immessi in ruolo ha sostenuto un concorso. Il Ministro chiama però il Concorso Ordinario per titoli ed esami un «concorso qualsiasi» e lo spalma sulle tante abilitazioni riservate che il Genio italico ha nei decenni inventato per insufflare nella scuola quelli «che si trovavano a passare di lì», come scritto sulla Stampa del 27/06 Il Ministro è inoltre convinto di aver scavato il "provvidenziale" canale di reclutamento dei futuri insegnanti, gli unici fregiabili del titolo di "meritevoli": le Scuole di Formazione Universitaria. Di che si tratta? Chi saranno gli "universitini" di domani, successori dei sissini di oggi? Chiunque conosca il caos disciplinare in cui versa l'Università e l'onomastica che avvolge la sua patetica moltiplicazione degli incarichi interni, chiunque conosca il fumo di illusioni levato già dalle Ssis (un mutante giuridico di cui si dovrà un giorno scrivere l'italianissima storia), ha pieno diritto di porre la domanda. Dove si formerà l'"eccellenza" in scuole improvvisate su cicli di lezioni distribuiti a pioggia e moduli casualmente affidati ad indaffarati collaboratori del mondo universitario? Funzionano così già molte Ssis, in mano a baronìe che raramente hanno visto o vissuto una vera Scuola. Noi che siamo abilitati con il Concorso Ordinario e saremmo titolati ad occupare le migliaia di cattedre tuttora vacanti non ci sentiamo al di sopra di ogni sospetto, né pretendiamo fregiarci del titolo di unici eccellenti: nos ipsi peccatores. Siamo però persone preparate e motivate, alle quali viene volutamente impedito di insegnare. Se i teorici dell'Eccellenza considerassero il livello di formazione di chi si è trovato incolpevolmente ad affrontare un Concorso Ordinario (art. 97 della Costituzione) e non già un semplice corso, dovrebbero chiedersi perché viene oggi bloccato il suo ingresso nella scuola. Perché si sta rallentando la stabilizzazione delle risorse umane, in attesa che dal 2008 sia abile il primo contingente di clerici sfornati dalle Scuole Universitarie? Risposta semplice: i nuovi eccellenti, che si vedranno assegnata la quota di posti oggi non assegnata ai vincitori di concorso (ecco la quota differita), avranno pagato una salata retta per la laurea abilitante. Affinché l'innovativo prodotto della generica farmaceutica ministeriale risulti appetibile e massicciamente vendibile sui banconi delle Università oggi al collasso, occorrerà che dietro la promessa ci sia ampia disponibilità di posti gestibili, e che non si ripetano gli errori d'improvvisazione commessi con le fumose Ssis. Le Scuole Universitarie saranno Siss finalmente dotate di un bollino giuridico di qualità: un contenitore di garanzie senza contenuto. Colleghi, cittadini, genitori, è ora di smetterla con le ipocrisie. È giunto il momento di denunciare la trama di complicità che coinvolge ordinatocrazia professionale, politica, presidi ed università. Solo il ben poco eccellente bisogno di finanziamenti differiti per Università e accoliti al seguito fa sì che i truffati del Concorso Ordinario, a loro tempo allettati con promettenti corsini di preparazione, vengano bloccati da un muro di omertà sull'uscio della scuola. Sono i Proff. K del nostro tempo: non hanno pagato a sufficienza gli anni di preparazione al Concorso Ordinario spesi in raccoglimento sui libri. Alla fine del processo sopravviverà loro solo la vergogna? In barba alla political correctness con cui ci riempiamo ogni giorno la bocca, oggi non c'è un documento di partiti e sindacati che indichi questi insegnanti con il loro titolo professionale. Troverete sempre scritto che sono precari qualsiasi, vincitori di un concorso qualsiasi, figli di un dio povero ed autodidatta. È un'indecenza senza freni quella che si riverbera nelle parole e nel pressappochismo del Ministro, il quale ci considera vincitori di «un» concorso solo per difendersi dalle critiche di Cassese, o lascia che il nostro titolo sia usato come banderuola dall'Avvocatura dello Stato, che deve difendere l'Italia in sede di Giustizia Europea per i suoi meccanismi discriminatori di reclutamento. Oggi questo Ministro, ma domani chi canterà la nuova antifona malaffaristica? Si vada infine nelle Università. Ci vada anche l'eccellente Ministro, di cui non conosciamo titoli specifici di idoneità a guidare il dicastero dell'Istruzione. Gli potrà accadere di incontrare alcuni di questi espulsi dalla scuola operare come cultori della materia o quant'altro. Stanno contribuendo sine pecunia a formare coloro che soffieranno loro, fra tre anni, la Graduatoria di Merito e il diritto al ruolo di insegnante! STEFANO MASCHIETTI





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