
Sant'Agata e gli altri. Mostra al Museo diocesano fino al 25 febbraio
Data: Mercoledì, 01 febbraio 2023 ore 08:05:00 CET Argomento: Redazione
In
prossimità della festa di Sant’Agata il Museo diocesano offre ai
visitatori una
preziosa mostra di immagini e oggetti sacri e devozionali frutto della
diligente ricerca della prof. Rosalba Panvini, docente di archeologia e
già
Sovrintendente ai Beni culturali, presidente dell’Associazione
“Cenacum”
(Centro Attività Culturali del Mediterraneo)
Il
progetto di museo diffuso tra arte e devozione popolare presentato al
museo
diocesano il 27 gennaio, dalla direttrice del museo, Grazia Spampinato
e dalla
Prof.ssa Panvini (nella foto) si compone di tre distinti momenti che
documentano il culto, e la devozione popolare per Sant’Agata come testimoniano le tele e le immagini delle
chiese del trittico agatino.
All’interno
del museo è presentata un’antologia di opere d’arte (incisioni,
dipinti, statue
in legno) e di manufatti della tradizione popolare (ex voto,
edicolette,
oggetti con immagini di Sant’Agata) che sono stati concessi in prestito
da
parrocchie dell’Arcidiocesi catanese (ad esempio, un ex-voto su
lamina
metallica raffigurante Sant’Agata ed i SS.
In
prossimità della festa di Sant’Agata il Museo diocesano offre ai
visitatori una
preziosa mostra di immagini e oggetti sacri e devozionali frutto della
diligente ricerca della prof. Rosalba Panvini, docente di archeologia e
già
Sovrintendente ai Beni culturali, presidente dell’Associazione
“Cenacum”
(Centro Attività Culturali del Mediterraneo).
Il
progetto di museo diffuso tra arte e devozione popolare presentato al
museo
diocesano il 27 gennaio, dalla direttrice del museo, Grazia Spampinato
e dalla
Prof.ssa Panvini (nella foto) si compone di tre distinti momenti che
documentano il culto, e la devozione popolare per Sant’Agata come testimoniano le tele e le immagini delle
chiese del trittico agatino.
All’interno
del museo è presentata un’antologia di opere d’arte (incisioni,
dipinti, statue
in legno) e di manufatti della tradizione popolare (ex voto,
edicolette,
oggetti con immagini di Sant’Agata) che sono stati concessi in prestito
da
parrocchie dell’Arcidiocesi catanese (ad esempio, un ex-voto su
lamina
metallica raffigurante Sant’Agata ed i SS. Martiri
Alfio, Cirino e Filadelfo, facente parte
delle raccolte dell’omonimo Santuario di Trecastagni), dalla Diocesi di
Cefalù
(dipinti delle chiese di Santa Maria della Catena (Gangi), del Rosario
e della
Chiesa parrocchiale di San Nicolò (Isnello); ed inoltre, dal Convento
dei Frati
Minori Cappuccini di Tusa (Messina), appartenente alla Curia
provinciale dei
Frati Minori Cappuccini di Messina.
La
devozione a Sant’Agata, il cui nome è ricordato nel canone romano della
Messa,
è diffusa nel mondo; ben 13 comuni d’Italia si chiamano “Sant’Agata….” in quasi tutte le diocesi sono presenti chiese
dedicate alla Martire catanese e sono numerose le città come La
Repubblica di
San Marino e Malta che hanno Sant’Agata come Patrona.
Nella
mostra accanto alle immagini di Sant’Agata, martire del 251 d.C , è
spesso
raffigurata Santa Lucia, patrona di Siracusa, martire
del 304 d.C.
della quale si narra di visita alla tomba di Sant’Agata per
invocare la
guarigione della madre Eutichia, tra gli ex voto si trova Sant’Agata e
Sant’Alfio.
Nella
mostra si ricorda anche Sant’Euplio, diacono, compatrono di Catania,
decapitato
il 12 agosto del 304 d.C. e San Biagio,
al quale è dedicata la chiesa in piazza Stesicoro per ricordare
l’antico
quartiere di “San Biagio alla carcarella” accanto all’anfiteatro
romano,
ove si custodisce il segno della fornace, ultimo martirio della
Vergine. La
festa liturgica di San Biagio si celebra il 3 febbraio, inizio dei
festeggiamenti agatini, con la tradizionale “carrozza del Senato” e
processione
della cera.
La
mostra è impreziosita di reliquari, preziosi ex voto, incisioni,
dipinti,
statue in legno raffiguranti; Sant’Agata, il busto reliquario ed i seni
recisi,
simboli del martirio, per l’occasione, concesse in prestito da
collezionisti
privati : Mario Ciancio, Ugo Longobardo, Lino Nigro, Marcello
Majorana,
Giuseppe Mangano, Fernanda Paternò Castello di Carcaci, Dario Stazzone,
e Carlo
Zimbone con uno spirito di socializzazione e di condivisione dei
beni
artistici, che vengono così fruiti da un vasto pubblico. E’ questo un
qualificato segno di cittadinanza attiva e di promozione della cultura
e
dell’arte, pregio e tesoro della nostra terra.
La
mostra del Museo diocesano ha anche l’intento di condurre il visitatore
alle 31
edicole votive del centro storico e alle chiese del trittico agatino:
la
fornace, il carcere e Sant’Agata la Vetere, prima cattedrale di
Catania, fino
al 1091.
Le
didascalie delle opere sono state curate e tradotte in inglese dagli
studenti
dell’Istituto “De Felice- Olivetti” con la guida dei docenti
nell’ambito del
progetto di orientamento al lavoro dell’indirizzo turistico.
Hanno
collaborato all’allestimento della mostra, realizzata grazie ai
finanziamenti
dell’ARS, dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione
siciliana,
della Sicilbanca, della Fondazione Sicana, della SAC- Aeroporti di
Catania, la
Direzione del Museo Diocesano : Grazia Spampinato, Giovanna
Cannata, Mariele
Giuffrida, Salvatore Rizzo, mentre l’allestimento è stato curato
dalla Tra
Art Restauri di Gangi con la partecipazione dell’Associazione Gruppi
Archeologici d’Italia - Amenanos.
Nei
pomeriggi di martedì e giovedì sono previste delle visite guidate da
parte dei
ragazzi dell’Associazione Persone Down-Sezione di Catania.
Giuseppe
Adernò, Martiri Alfio, Cirino e Filadelfo, facente parte
delle raccolte dell’omonimo Santuario di Trecastagni), dalla Diocesi di
Cefalù
(dipinti delle chiese di Santa Maria della Catena (Gangi), del Rosario
e della
Chiesa parrocchiale di San Nicolò (Isnello); ed inoltre, dal Convento
dei Frati
Minori Cappuccini di Tusa (Messina), appartenente alla Curia
provinciale dei
Frati Minori Cappuccini di Messina.
La
devozione a Sant’Agata, il cui nome è ricordato nel canone romano della
Messa,
è diffusa nel mondo; ben 13 comuni d’Italia si chiamano “Sant’Agata….” in quasi tutte le diocesi sono presenti chiese
dedicate alla Martire catanese e sono numerose le città come La
Repubblica di
San Marino e Malta che hanno Sant’Agata come Patrona.
Nella
mostra accanto alle immagini di Sant’Agata, martire del 251 d.C , è
spesso
raffigurata Santa Lucia, patrona di Siracusa, martire
del 304 d.C.
della quale si narra di visita alla tomba di Sant’Agata per
invocare la
guarigione della madre Eutichia, tra gli ex voto si trova Sant’Agata e
Sant’Alfio.
Nella
mostra si ricorda anche Sant’Euplio, diacono, compatrono di Catania,
decapitato
il 12 agosto del 304 d.C. e San Biagio,
al quale è dedicata la chiesa in piazza Stesicoro per ricordare
l’antico
quartiere di “San Biagio alla carcarella” accanto all’anfiteatro
romano,
ove si custodisce il segno della fornace, ultimo martirio della
Vergine. La
festa liturgica di San Biagio si celebra il 3 febbraio, inizio dei
festeggiamenti agatini, con la tradizionale “carrozza del Senato” e
processione
della cera.
La
mostra è impreziosita di reliquari, preziosi ex voto, incisioni,
dipinti,
statue in legno raffiguranti; Sant’Agata, il busto reliquario ed i seni
recisi,
simboli del martirio, per l’occasione, concesse in prestito da
collezionisti
privati : Mario Ciancio, Ugo Longobardo, Lino Nigro, Marcello
Majorana,
Giuseppe Mangano, Fernanda Paternò Castello di Carcaci, Dario Stazzone,
e Carlo
Zimbone con uno spirito di socializzazione e di condivisione dei
beni
artistici, che vengono così fruiti da un vasto pubblico. E’ questo un
qualificato segno di cittadinanza attiva e di promozione della cultura
e
dell’arte, pregio e tesoro della nostra terra.
La
mostra del Museo diocesano ha anche l’intento di condurre il visitatore
alle 31
edicole votive del centro storico e alle chiese del trittico agatino:
la
fornace, il carcere e Sant’Agata la Vetere, prima cattedrale di
Catania, fino
al 1091.
Le
didascalie delle opere sono state curate e tradotte in inglese dagli
studenti
dell’Istituto “De Felice- Olivetti” con la guida dei docenti
nell’ambito del
progetto di orientamento al lavoro dell’indirizzo turistico.
Hanno
collaborato all’allestimento della mostra, realizzata grazie ai
finanziamenti
dell’ARS, dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione
siciliana,
della Sicilbanca, della Fondazione Sicana, della SAC- Aeroporti di
Catania, la
Direzione del Museo Diocesano : Grazia Spampinato, Giovanna
Cannata, Mariele
Giuffrida, Salvatore Rizzo, mentre l’allestimento è stato curato
dalla Tra
Art Restauri di Gangi con la partecipazione dell’Associazione Gruppi
Archeologici d’Italia - Amenanos.
Nei
pomeriggi di martedì e giovedì sono previste delle visite guidate da
parte dei
ragazzi dell’Associazione Persone Down-Sezione di Catania.
Giuseppe
Adernò
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