
I PRIMI DIECI ANNI DI INCLUSIONE SCOLASTICA
Data: Venerdì, 30 dicembre 2022 ore 07:55:00 CET Argomento: Redazione
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Direttiva MIUR del 27.12.2012: “Strumenti d’intervento
per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale
per
l’inclusione scolastica”
Proposta
di un docente specializzato per gli alunni BES e
DSA
Era
il 27 dicembre del 2012 quando il Ministro Francesco
Profumo ha firmato la Direttiva
ministeriale sugli “Strumenti
d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica”
A distanza di
10 anni si registrano elementi di positività e di criticità circa la
“gestione”
degli studenti con “Bisogni educativi speciali” e per venire
efficacemente incontro ai bisogni dei questi “alunni speciali” è
necessaria una
funzione docente specifica e ben formata nella scelta delle strategie e
metodologie adeguate che attui la “presa in carico” di questi
alunni,
attualmente assegnata all’intero Consiglio di classe.
La sensibilità pedagogica sollecita nei docenti il
dovere di riservare agli studenti “bisognosi di particolari
attenzioni”
una particolare cura educativa , offrendo loro
un adeguato sostegno e i
necessari supporti secondo i bisogni di ciascuno ù, così da rendere
agevole
il processo formativo.
Già
la Legge 170
del 2010 , “punto di svolta“ ,
che ha aperto “un diverso canale di cura educativa , concretizzando
i
principi dei personalizzazione dei percorsi di studio nella prospettiva
della
presa in carico ” aveva garantito il diritto allo studio per tutti
gli
alunni con disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa) e con bisogni
educativi
speciali (Bes) ai quali afferiscono anche le
condizioni di svantaggio socio- economico,
linguistico e culturale.
Le
condizioni ostacolanti per l’apprendimento e lo sviluppo, adeguatamente
certificate, sollecitano da parte del Consiglio di classe un
particolare
impegno nella definizione di un Piano Didattico Personalizzato,
con gli
opportuni interventi dispensativi
da adottare nello svolgimento dell’ordinaria attività didattica,
colmando alcune carenze con specifiche azioni e
misure compensative.
Sul
tema dei Bisogni Educativi speciali ci sono state in precedenza:
-
2006
- DPCM 23 febbraio, n. 185 relativo
alle modalità ed ai criteri per l’individuazione dell’alunno come
soggetto in
situazione di handicap in riferimento alla Legge 289/20024.
-
2008
- Intesa Stato Regioni sulle
modalità ed i criteri per l’accoglienza scolastica e la presa in carico
dell’alunno disabile5 finalizzata
a coordinare gli interventi delle varie istituzioni pubbliche coinvolte
nell’integrazione attraverso accordi di programma (regionali,
provinciali,
territoriali);
-
2009
- “Linee guida per l’integrazione
scolastica degli alunni con disabilità6”.Le
linee guida, dopo un’analisi storica e
legislativa, si incentrano sugli aspetti organizzativi specificando i
ruoli
degli uffici scolastici regionali e le relazioni interistituzionali.
Entrano, quindi,
nel vivo del processo di inclusione da realizzarsi a scuola, enucleando
il
ruolo del Dirigente Scolastico, di TUTTI i docenti (e non solo di
quello di
sostegno), del personale ATA e della collaborazione con le famiglie,
tracciato
all’interno del Piano dell’Offerta Formativa;
-
2010
- Legge n.170- relativa
a “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in
ambito
scolastico” che ha portato a sintesi quanto elaborato a livello di
indicazioni
operative, note, circolari, raccordi interistituzionali realizzati fra
enti nel
corso dell’ultimo decennio sul tema DSA;
-
2011
- “Linee guida per il diritto allo
studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di
apprendimento”8,
in applicazione Legge 170/2010, DM 5569/2011;
-
2011
– “Rapporto gli alunni con
disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte”9 che
propone un bilancio complessivo rivolto a cercare di comprendere se e
in quale
misura, di fronte alle risorse dispiegate, l’integrazione degli alunni
disabili
abbia nella pratica conseguito i risultati ricercati.
La
Direttiva propone un approfondimento ed una riflessione
sull’esperienza,
dell’integrazione italiana nella scuola italiana, orientata, come si
legge
nella premessa, a potenziare la “cultura dell’inclusione, mediante
un
approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curriculari,
finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti
della comunità
educante”.
Nel
paragrafo relativo agli “alunni con disturbi specifici” dell’area del linguaggio . dell’area non
verbale, e “di bassa intelligenza”, vengono presi in esame i anche
disturbi
dell’attenzione e dell’iperattività o dello spettro autistico lieve con
“funzionamento
cognitivo limite” non previsto dalla Legge 104.
La
Direttiva prende in esame l’organizzazione territoriale per
l’inclusione
scolastica declinata attraverso la rete nazionale dei Centri
Territoriali di Supporto CTS . CTI) e con l’attività
dell’equipe di
docenti specializzati – curricolari e di sostegno e ribadisce
l’importanza e la
necessità della formazione del personale docente, l’attivazione
di un portale
“luogo di apprendimento- insegnamento, scambio di informazione e
consulenza
arricchito di un servizio di documentazione e materiale didattico
digitale.
Le
scuole autonome sono fortemente invitate ad una stretta interrelazione
con i
CTS, attraverso un raccordo fra gli stessi ed i gruppi di lavoro per
l’inclusione
scolastica, che si perfezionano in intese e accordi con
i
servizi sociosanitari ed i partners territoriali, volti
all’ottimizzazione dei
percorsi ed alla condivisione e valorizzazione delle risorse umane e
professionali.
La
Direttiva prevede esplicitamente che i CTS debbano dotarsi di: un regolamento;
di un Piano Annuale di Funzionamento,
concernente gli acquisti e le iniziative di formazione e si elencano le
condizioni operative dei CTS in relazione al personale in servizio,
alla partecipazione
alle iniziative di formazione e alla costituzione di un Comitato
Tecnico Scientifico per la definizione delle linee generali di
intervento, in assonanza con le indicazioni del Ministero.
Rileggendo
la Direttiva, alla luce della decennale esperienza di parziale
attuazione nella
concretezza della vita scolastica, constatando il mancato approccio
educativo e
delle strategie e metodologie di intervento correlate , nella
prospettiva di
una scuola efficacemente “inclusiva” si riterrebbe necessaria e
indispensabile la presenza di
personale docente
aggiuntivo, alla stregua del docente di sostegno, opportunamente formato e capace di rispondere ai bisogni dell’utenza
che si amplia sempre più, anche a causa delle mutate condizioni socio
politiche
e familiari della società in rapida trasformazione.
Questa
proposta è maturata all’interno dei gruppi di studio dei docenti del
secondo
grado che frequentano il VII ciclo del
corso TFA
dell’Università degli Studi di Catania,
diretto dalla prof.ssa Paolina Mulè
e si auspica che il Ministro Valditara, che valorizza il merito, sostenga adeguatamente gli studenti
“bisognosi di particolari attenzione”.
Giuseppe
Adernò
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