Qualche riflessione
Data: Martedì, 17 dicembre 2019 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


Bisogna ricordare ai giovani, (e pure ai docenti?) che spesso le ragioni della storia, quelle biografiche poetiche estetiche sociologiche economiche politiche, ecc. ecc. non sono poi tanto indispensabili per gustare semplicemente le bellezze di un testo poetico; e ciò, per il semplice motivo che tutte quelle ragioni non coincidono molto spesso con le istanze e le ragioni ideali più profonde del nostro essere umano. In effetto, non sono i quadri storici di riferimento, non è la storia della letteratura, né tanto meno la storia tout court, che possa stabilire e ordinare ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, ciò che è bello e ciò che è brutto, ciò che è da condannare o da assolvere, ciò che va accettato e ciò che va rifiutato, ciò che è degno di essere ricordato o no, ecc. cc.; dare ragione dei fatti, non significa dare ragione ai fatti!

Da questa corrosiva mentalità storicistica, oggi la scuola ha l’obbligo morale, oltre che didattico-istituzionale, di liberare i giovani; essa deve insegnare ad avere il coraggio di sapere esprimere giudizi di valore, di sapersi accostare con autonoma umiltà ai poeti, senza eccessive mediazioni allotrie.
La lettura dei testi deve servire a dare ascolto alle esigenze esistenziali dei giovani , ad arricchire il loro mondo interiore, la loro creatività e progettualità.

Nuccio Palumbo





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