Il sogno di una scuola così.Martedì 10 dicembre dalle ore 16:30 c/o la biblioteca della SM Dante Alighieri–CT Via Cagliari,59 presentazione del volume di LORENZO BORDONARO “Giù le cattedre–Guida alla sopravvivenza nella scuola di oggi e di domani”
Data: Lunedì, 09 dicembre 2019 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


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A Roma, al Palazzo della “Minerva” al Viale Trastevere, sede del Ministero dell’Istruzione, nei pressi della storica Biblioteca, sono allestiti due spazi: uno riproduce l’aula scolastica di ieri: con cattedra con la bacchetta del Maestro, banchi doppi con il foro per il calamaio, lavagna di resina con spugna e gessetti, l’appendiabiti con il grembiule nero e di fronte è stato allestito uno spazio dai colori chiari con computer, lim, tablet, monitor, videoproiettori, tavoli circolari e poltroncine.
Due realtà che raccontano la storia della scuola che cresce e risponde all’esigenza dei nuovi linguaggi, che adotta i nuovi alfabeti, per continuare una comunicazione efficace con i giovani.
Il libro di Lorenzo Bordonaro “Giù le cattedre. Guida alla sopravvivenza nella scuola di oggi e di domani” (Gaeditori-2019) risponde agli interrogativi riproposti in copertina: “Serve la scuola? – Come si costruisce la professione dell’insegnante?”.


Nel capitolo intitolato “L’ultima ora” l’Autore cita Froebel che già nell’800 diceva: “Educare è arte nobile, quanto difficile. Non è la cattedra che dà valore al maestro, è l’azione dell’educatore, l’opera intelligente e buona è il metodo che il maestro adotta”.

E Igor Spinella, imprenditore modenese, autore di “Sirius”, afferma che “Un insegnante bravo cambia la vita di un alunno, ma, purtroppo, lo fa anche quello cattivo” e poi amaramente conclude “E’ incredibile che entrambi percepiscano uno stipendio di sopravvivenza”.

Tra le pagine del volume viene descritto il “sogno di una scuola così”, in esse vibra forte e luminosa l’idea di scuola che educa, che forma, che istruisce e aiuta gli studenti a crescere, a diventare uomini e cittadini. Insegnare non è un mestiere, bensì una professione e chi la esercita “crede alle cose che fa”.

Una scuola che accoglie si manifesta nella gioia di andare a scuola contenti e non nell’immagine dell’uscire da scuola correndo e urlando, quasi per liberarsi da un incubo.

Una scuola pensata “di tutti e per ciascuno” risponde alle conclamate emergenze educative, quando il docente è capace di “saper guardare tutti ed osservare ciascuno”.

Solo allora la classe, non rimane semplice elenco di nomi in ordine alfabetico, ma assume un’anima, il gruppo classe manifesta uno stile, diventa laboratorio creativo di un metodo interattivo e coinvolgente che rende tutti gli alunni protagonisti nel pensare e nel fare e quindi, a conclusione della giornata scolastica, alla mamma che chiede “cosa avete fatto oggi scuola?” la risposta gioiosa delle nuove conoscenze acquisite gratifica l’impegno nello studio.

Le coordinate di sopravvivenza che il prof. Bordonaro traccia nel volume seguono i principi della qualità, dell’efficacia, del significato che ogni gesto e azione educativa deve avere per suscitare motivazione e partecipazione attiva.

Ed ecco che la “scuola sognata” e vestita con l’abito della festa, qualificandosi con l’attributo di “buona scuola”, s’imbatte nella realtà di una scuola reale, presente, con le sue eccellenze, felice del glorioso passato, ed anche con tutti i disagi, le imperfezioni, le carenze, i bisogni, i vuoti e gli errori.

Nella dedica sono ricordati due eccezionali educatori: Padre Luigi Giuliano, fondatore dell’Istituto “S. Maria della Mercede” di S Agata Li Battiati, dove Lorenzo ha promosso numerose attività di formazione nell’aula d’informatica e il preside Santo Gagliano, della “Scuola della seconda opportunità “Francesco Petrarca”, carissimo amico e attento educatore dei giovani, campione d’innovazioni e di progettualità, diventate adesso norma e legge della scuola di qualità, senza classi, senza zaino, capace di guardare il futuro e costruire una “seconda opportunità” in vista del domani dei giovani nell’ottica del lavoro. Presso la scuola Petrarca il prof. Bordonaro ha insegnato diversi anni, contribuendo attivamente al processo d’innovazione.

L’attenzione agli “ambienti di apprendimento” come recita la legge 107, trova nel volume un percorso di anticipazione e di convinta asserzione che per essere “ docenti significativi” non serve la cattedra, simbolo della trasmissione della cultura, segno dell’insegnamento dall’alto, ma si privilegia uno stile di cooperazione e di “interazione tra lo studente e l’insegnante allo scopo di facilitare le modificazioni previste nel comportamento dello studente”. Il termine comportamento afferisce al modo di pensare, di sentire e di agire e tutto ciò si chiama: apprendimento.

Mettere lo studente al centro dell’azione educativa significa operare il passaggio dalla lezione frontale allo studio individuale e al lavoro di gruppo; dalla cattedra con pedana, con banchi in fila per due, all’aula laboratorio, al circle time; dalla teoria nozionistica al saper fare e al “compito di realtà; dalla didattica per obiettivi alla “didattica per competenze”; dall’aula chiusa, alla classe aperta e proiettata “al di là della finestra”, per conoscere e scoprire il mondo e guardare le cose con occhi nuovi.

Lorenzo Bordonaro, alla luce della sua esperienza di docente che ha saputo da sempre dialogare con l’informatica dedica quattro capitoli alle nuove tecnologie della didattica, ai benefici e vantaggi del Piano digitale, all’uso delle T.I.C.: computer, LIM, tablet, smartphone, video proiezione, classe 2.0 . 4.0 e poi alla nuova didattica digitale che utilizza: E.book, E.Learning, E.Twinning ed il PBL Problem Based Learning. Tutte innovazioni che, ben utilizzate, aiutano e supportano l’azione didattica che ha sempre al centro la formazione integrale dello studente di oggi, “nativo digitale”.

Nel sogno di una scuola vera appare molto evidente la dimensione della relazione educativa, dell’orientamento e della scuola inclusiva, attenta ai bisogni di tutti e di ciascuno. Una particolare attenzione viene riservata agli alunni disabili, BES e DSA e a tutti gli alunni che hanno il diritto di trovare a scuola una guida sicura e “significativa” nel cammino di formazione.

Il docente bravo sta con i ragazzi, in mezzo ai ragazzi e la sua professione diventa viva, dinamica, creativa. Le procedure burocratiche spesso tolgono respiro alla vera didattica e rendono alcuni docenti “insignificanti” a tal punto che i ragazzi tornano a casa, dopo cinque ore di scuola, buttando la cartella a terra alla mamma che chiede: “Cosa avete fatto oggi a scuola?” la risposta immediata e pronta è : “Niente!” Come se cinque ore di lezioni non abbiano lasciato alcuna traccia, neppure un “segno”,  quasi a confermare che  il tempo scuola, anche se prolungato, nella sigla TP, voglia dire “tempo perso”.

Nei diversi capitoli l’Autore “vede” e descrive la scuola, “giudica” e formula considerazioni d’incoerenza tra il dire e il fare, e quindi, senza alcuna pretesa disegna un “piano di azione” che sollecita il coinvolgimento e l’intenzionalità personale.

Tante cose si possono frequentare a scuola: “Basta volerle fare”.

Quanti camminano sul sentiero delle lamentele, e si sentono a disagio a scuola, spesso s’indirizzano verso il crinale dell’indifferenza, del distacco, del minimo sforzo, e facilmente scivolano sul terreno della complicità, rendendo ancor più evidente il negativo, confermando il detto latino: “Non progredì, regredi est”.

Il libro di Lorenzo Bordonaro, comunica con uno stile semplice e immediato il profondo sentire dell’educatore, e con saggezza evidenzia le tracce di un percorso da seguire per continuare a costruire una scuola efficiente, capace di produrre qualità formativa ed eccellenti competenze, garantendo all’intera società un futuro migliore.

 

Giuseppe Adernò







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