Teatro, Casa casa, trasgressione è narrare odio e paura
Data: Venerdì, 18 ottobre 2019 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Scroscianti applausi, al debutto nella Sala Chaplin, per lo spettacolo di Nino Romeo interpretato da Graziana Maniscalco e Nicola Costa, che replica fino a domenica. Protagonista una coppia prigioniera volontaria di casa, tv e web. L’applauso finale, la sera del debutto di Casa casa, una prova d’amore, è stato liberatorio, lungo, scrosciante. Lo spettacolo scritto e diretto da Nino Romeo, interpretato da Graziana Maniscalco e Nicola Costa e prodotta da Cts e Gruppo Iarba – Gria Teatro, è stato presentato ieri – dopo l’anteprima per la stampa di mercoledì – nella Sala Chaplin di Catania, dove sarà replicato fino a sabato ogni sera alle 21 e domenica alle 18.

In scena viene rappresentata la commedia disperata e tragica di una coppia di coniugi pensionati. Due persone che, spinte dalla paura instillata da una politica seminatrice d’odio, hanno scelto di fare della casa la propria volontaria prigione, avendo televisione e web come unici strumenti di relazione con l’esterno. Così, privi di contatti umani, prendono a odiare tutti, persino i loro stessi figli, sfuggiti al loro controllo e che non riescono più “a punire”.

Ogni spettatore, in un gioco di specchi sghembi e deformanti, potrà riconoscere qualcuno – o riconoscersi – in frammenti dell’animo di questa coppia.

Un lavoro, insomma, capace di far riflettere e che colpisce come un pugno nello stomaco, in maniera definita da qualcuno provocatoria.

“Parecchie volte – ha detto al proposito Nino Romeo – sento dire, o leggo, dei miei spettacoli che sono provocatorii. Ma, se lo sono, non lo sono per una mia intenzione iniziale. Li definirei piuttosto trasgressivi, nel senso che trasgrediscono le norme, anche di scrittura e di messa in scena. E le reazioni del pubblico sono forti. In questo Casa Casa c’è dell’imprevedibile, ma non è stato inserito con il fine di suscitare emozioni. L’imprevedibile, piuttosto, discende, in questo come in altri miei spettacoli, dalla stessa struttura, dalla trama del racconto. E soprattutto scaturisce dalla mia maniera di condurre un testo in fase di regia”.

“Quindi, sì – ha concluso Romeo – questi lavori teatrali sono anche trasgressivi, anche se preferisco quando li definiscono originali. Perché li sento miei”.

Trasgressione è, dunque, l’aver scelto di rappresentare sulla scena odio e paura. E intensa e capace di tenere con il fiato sospeso il pubblico per tutta la durata del lavoro (un’ora e venti), è la recitazione dei due protagonisti, premiata dai lunghi applausi finali.

“È stata una bellissima serata – ha commentato Graziana Maniscalco – con un pubblico caloroso e affettuoso. Abbiamo sentito risate fragorose e abbiamo poi percepito un grandissimo silenzio nei momenti più drammatici, come quello che io chiamo ‘il quadro dei figli’, con i quali ci sono sempre dei rapporti complicati. Ci aspettiamo adesso, dal riscontro delle prossime sere, altri segnali dagli spettatori, perché ci restituiscano altri elementi da analizzare. Perché il lavoro del teatro non finisce mai”.

“È sempre bello per un attore – ha aggiunto Nicola Costa – il riscontro con il pubblico, l’intercettare quelle che sono le sensazioni, le emozioni degli spettatori, quelle che noi cerchiamo di trasmettere e che poi ci vengono restituite. Con questo Casa casa abbiamo ricevuto un enorme carico emozionale. Questo è uno spettacolo ricco di spunti drammaturgici ben sviluppati dal punto di vista registico ed è importante quando in teatro si consuma questo scambio che va oltre la quarta parete. Ecco, quando si compie questa specie di miracolo artistico, il senso del Teatro in qualche modo si sta realizzando. E questo è fondamentale che accada in un tempo di sbandamenti come quello attuale”.

Consensi, alla chiusura del sipario, oltre che per il regista e per i due protagonisti, anche per Giuseppe Romeo, che ha curato l’elaborazione musicale anche delle canzoni di Jacques Brel.

Apprezzamenti anche per le luci, dello stesso Nino Romeo, la direzione tecnica, di Giuseppe Ghisoli, e la realizzazione delle scene di Karromatto.

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