
Gli studenti dell’IIS De Nicola di San Giovanni La Punta sulla 'via' del pane
Data: Lunedì, 08 aprile 2019 ore 08:00:00 CEST Argomento: Istituzioni Scolastiche
Si
dice "buono come il pane" perché non esiste pane che non sia buono, che
non sia nutrimento per chi lo mangia. Il profumo del pane appena
sfornato attiva tutti i nostri sensi: il suo colore dorato la vista, il
suo profumo unico e inconfondibile l'olfatto, la sua crosta ruvida o
liscia il tatto, la sua croccantezza l'udito e, naturalmente, il suo
sapore, che non stanca mai, il gusto. Il pane, simbolo di fecondità e
miracoli, generosità e condivisione, soddisfa una specifica funzione
nella società e nella cultura gastronomica, fornendo nutrimento e
sostentamento porta con sé memorie, valori simbolici, tradizioni che
vanno oltre al semplice sfamare il corpo: sfama anche lo spirito. È
questa la sua peculiarità: essere al tempo stessocibo e segno. Il
complesso simbolismo del pane si riferisce ad ambiti quali: la
fecondità umana, la fertilità della terra, il ciclo vita-morte, la
salute e il benessere di uomini e animali.
Lo ritroviamo come elemento portante di tutta quella ritualistica
relativa al ciclo della vita - nascita, matrimonio, morte - e
dell'anno. Questo perché nelle società arcaiche la vita era concepita
in termini di cicli, e il grano, che consente di avere il pane, era
sentito come metafora sacra di questa concezione.
Il pane ha un posto fondamentale nella
tradizionemediterraneacome componente primario
dell'alimentazione, al punto che il termine stesso può diventare
sinonimo di "cibo" o di "nutrimento". I nostri anziani ci hanno
insegnato a non buttarlo mai, dando così vita anche a pietanze a base
di pane "riciclato". Buttarlo significava non avere rispetto del cibo
quotidiano più importante che l'uomo aveva, era quasi un
sacrilegio. Non doveva mai mancare perchè, molto spesso, era l'unica
alimentazione; era mangiato condito, abbrustolito, persino bagnato nel
vino.
La storia del pane si perde nella notte dei tempi, fino ad arrivare ai
giorni nostri nelle sue infinite forme e ricette, e i suoi metodi di
preparazione e le tradizioni che lo riguardano sono differenti in ogni
angolo del globo.
I primi a scoprire la fermentazione della farina mescolata ad acqua e a
cuocere il pane nei forni furonogli Egiziani, per i quali il pane
era simbolo di ricchezza. Anchei Grecifurono bravi
panettieri e aggiunsero al classico impasto di acqua e farina altri
ingredienti come latte, olio, miele, olive e erbe aromatiche. I Romani,
invece, allestirono dei veri e propri forni pubblici, dando inizio alla
produzione del pane artigianale, la cosiddetta "arte bianca", in
passato tramandata da padre in figlio con tutti i segreti e trucchi del
mestiere gelosamente custoditi.
Ma ci siamo mai chiesti qual è il percorso di vita del pane? Non è
tutto "rose e fiori", semina, mietitura trebbiatura, pulitura e
molitura del grano sono attività che richiedono tempo e fatica,
ma anche l'impasto e la cottura di questo indispensabile
alimento richiedono impegno.
Forse per questo motivo oltre che come alimento, essenziale e
necessario per la sussistenza quotidiana il pane è visto anche
come simbolo del cammino: un cammino fisico ed esistenziale, a volte,
doloroso come testimonia Dante quando, nel nelXVII canto
del Paradiso, afferma «Tu proverai sì come sa di sale / lo pane altrui»
" sono parole che, con grande intensità,
descrivono l'angoscia di ogni esule, di chi è costretto a lasciare la
propria patria e le cose più care, per andare a cercar fortuna in
luoghi sconosciuti e trova la compagnia di gente straniera, diffidente
e ostile.
Il pane diventa simbolo del perdono come ci insegna Manzoni per il
quale quel pane che fra Cristoforo chiede al borioso fratello dell'uomo
che aveva ucciso e che porterà per sempre con sè, diventa
medicina potente contro i mali che caratterizzano le vicende umane.
Grano e pane, poi, si ritrovano, nelle sue mille varietà,
raffigurati anche in molte opere d'arte, dall'antico Egitto alla pop
art nellanecessità di rappresentare la convivialità e la
condivisione, ma anche per ostentarli come espressione di prestigio
sociale.
Il pane, pertanto, che si chiami "michetta", "ciriola" "carasau" o
"mafalda" riveste sicuramente un ruolo fondamentale nella storia
millenaria dell'uomo perchè costituisce un sigillo di sacralità, e
di amicizia tanto da divenire offerta votiva, dono, dunque,
simbolo culturale dei diversi popoli.
Per capire meglio questo complesso modo di essere insieme cibo e
simbolo,è stato svolto un incontro con il panificatore sig.
Nicolosi Francesco che, con particolare enfasi e competenza, ha
illustrato agli studenti di alcune classi dell'istituto i diversi
tipi di pane e le fasi per realizzare questo prezioso alimento.
prof.ssa Gaetana Scalisi
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