Scuole paritarie. In attesa dei finanziamenti statali
Data: Giovedì, 27 luglio 2017 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Il Sottosegretario Gabriele Toccafondi ha annunciato che sono in arrivo oltre 500 milioni di euro per le scuole paritarie. "Mai nessun Governo aveva destinato tanta attenzione alla parità scolastica, come mai nessuno ha fatto, come noi, controlli serrati al sistema delle paritarie, tanto da proporre la chiusura di 47 scuole, alle quali viene revocato il riconoscimento della parità". Il comunicato ha lasciato basiti i sindacati e gli esponenti radicali di alcuni partiti i quali l'hanno condannata come una "scelta gravissima e offensiva" rimproverando ancora una volta la disattenzione del Governo nei confronti della scuola pubblica e la difficoltà di trovare i fondi per il rinnovo del contratto per il personale.
Il Sottosegretario ha sostenuto fortemente il ruolo dell'educazione non statale che offre un servizio pubblico ai cittadini, costretti a pagare due volte il diritto di scegliere la scuola per i propri figli, come indicato dalla Costituzione.

Si ripropone la solita accusa di pregiudizio ideologico rivolta a chi è contrario ai finanziamenti alle scuole paritarie, in ossequio alla formula adottata nel testo della Costituzione per volontà del siciliano Concetto Marchese, che temeva in quel contesto storico la nascita delle scuole dei partiti, "Senza oneri per lo Stato" ha un'accezione specifica per il servizio privato e non per la scuola paritaria che rispetta le norme e le regole del sistema scolastico ed è autorizzata a rilasciare titoli e diplomi.

Oggi le scuole paritarie sono quasi tutte in gravi difficoltà economiche e molte di esse, specie le scuole cattoliche, sono state costrette a chiudere i battenti. A questa grave situazione di disagio si aggiunge l'incoerenza di non riconoscere il servizio prestato nelle scuole pubbliche paritarie.

Tanti docenti hanno fatto sacrifici e rinunce, accontentandosi soltanto del punteggio, in cambio del lavoro didattico svolto ed ora, passando alla scuola pubblica statale si trovano con in mano un pugno di mosche e il punteggio del servizio prestato non è utile in fase di mobilità (trasferimenti) e nella progressione di carriera (scatti di anzianità.)
Questa grave penalizzazione, è in contrasto con la legge n. 62/2000 che stabilisce che dal 1° settembre del 2000 "i servizi d'insegnamento prestati nelle scuole paritarie sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali " e fa prevalere il testo Unico del 1994 che non riconosceva tale diritto, ma allora non c'era la legge che regolamentava le scuole paritarie.

Qui i sindacati non intervengono per tutelare i lavoratori della scuola, privati di un diritto acquisito e sono tutti consapevoli che tanti docenti hanno sacrificato gli anni di carriera per accumulare punteggio e molti di essi non hanno percepito la giusta remunerazione, per la scarsità di fondi.

Recentemente la pronuncia del Giudice del lavoro di Palermo che, con sentenza n. 2124/2017, pubblicata il 5 luglio, ha condannato il MIUR ad attribuire alla parte ricorrente, punteggio derivante dal servizio pre-ruolo prestato presso le scuole paritarie, impegnando il Ministero dell'Istruzione a computare alla medesima stregua il servizio prestato presso le scuole statali e le scuole paritarie, anche ai fini della ricostruzione della carriera e della posizione stipendiale maturata. Pare che questo "diritto" sia relegato alla carta bollata e nelle aule dei tribunali.
Al di là degli schieramenti ideologici, occorre riconoscere il sistema d'istruzione nazionale è costituito da scuole statali e paritarie e solo nel nostro Paese queste scuole, che svolgono un servizio pubblico, vengono fortemente discriminate.

Con i contributi che saranno assegnati anche in presenza di alunni disabili potrà essere garantito tale servizio per tutti, senza escludere i disabili dalle scuole paritarie e senza dover chiedere alle famiglie un supplemento nella retta, rendendo così concreto il diritto d'integrazione e d'inclusione sociale.

La tanto dibattuta questione del "buono scuola" e la defini­zione del "costo standard per allievo", cioè l'individuazione del costo ottimale per l'istruzione di ogni alunno, ritornano ancora una volta ribadite, anche come appello alla giustizia e all'equità, constatando i gravosi costi della libertà di scelta, con doppi pagamenti allo Stato e alla scuola libera.

La promessa di questa boccata di ossigeno fa ben sperare per l'avvio del nuovo anno scolastico nelle scuole paritarie, e restituisce ai genitori il diritto di scegliere la scuola per i propri figli.

Giuseppe Adernò





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