Lezione-spettacolo sul Natale al Liceo Artistico 'Emilio Greco' di San Giovanni La Punta
Data: Mercoledì, 21 dicembre 2016 ore 07:30:00 CET
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Il Liceo Artistico Statale "Emilio Greco", della sede distaccata di San Giovanni La Punta, in occasione delle festività natalizie ha organizzato un incontro-recital dal tema, "Natale, la nuova luce", per approfondire il Natale dal punto di vista artistico, culturale e spirituale. La manifestazione si è svolta presso l'Auditorium del Polivalente di San Giovanni La Punta, con la partecipazione attiva dei ragazzi dell'istituto, coordinati dai docenti Rosaria Caponnetto e Angelo Battiato. La scuola non è solo lezione e interrogazione, valutazione e ricreazione, circolari e registri online, campanelle e vacanze. La scuola è anche altro! La scuola è immaginazione e creatività, fantasia e allegria, amicizia e gioia di vivere, soprattutto per un liceo artistico, come l'Emilio Greco, e soprattutto al tempo di Natale.

L'incontro quindi è stato pensato come una lezione, anche se un po' speciale, una lezione-spettacolo, con musica, balli, poesie e alcuni interventi programmati. Hanno iniziato i ragazzi con canti e con le poesie di Gozzano, Quasimodo, Ungaretti, Rodari, Cànopi, e poi le "lezioni" della prof.ssa Rosaria Caponnetto, docente di Religione, che ha approfondito il tema dell'origine del festa di Natale e del mistero dell'incarnazione, e del prof. Rocco Giudice, critico d'arte e docente di Lettere all'IPAA "Santo Asero" di Paternò, sede associata all'IISS "Francesco Rendi", che ha affrontato il tema della natività nella storia dell'arte.

La prof.ssa Rosaria  Caponnetto nel suo intervento ha voluto sottolineare che il Natale, per i cristiani, insieme alla Pasqua, costituisce il pilastro della loro fede, infatti rappresenta l'inizio della storia della salvezza che si compie a Pasqua con la passione, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. «I Vangeli - ha proseguito la prof.ssa Caponnetto - riguardo la data della nascita di Gesù non ci dicono niente, sappiamo solo che tale nascita venne fatta cadere il 25 dicembre per cristianizzare una festa pagana, quella del Sole invitto collegata al solstizio d'inverno. L'argomento dell'incarnazione di Dio richiama la parola "Mistero" cosicché, spesso si discute del "Mistero dell'Incarnazione". Con il termine "mistero" intendiamo indicare qualcosa che è nascosta come da un velo e che la ragione umana può captare solo qualche segno, ma non può comprenderla nella sua interezza. Non è così per l'Incarnazione di Dio perché Dio stesso questo mistero ce l'ha rivelato. L'Incarnazione è la via scelta da Dio per rivelare e per rivelarsi, intesa concretamente è la rivelazione del Figlio, e per mezzo suo del Padre. Dio ha scelto, questa via per salvarci perché non poteva fare altrimenti, in quanto il torto che aveva subito con il peccato originale poteva ripararlo solo qualcuno che possedesse sia la natura divina che quella umana. Matteo nel suo Vangelo mette in evidenza che il nome Gesù simbolicamente significa il Signore Salva. Luca mette in parallelo la nascita di Gesù con quella di Giovanni Battista perché vuol far presente che tutte e due le nascite sono frutto non certo di capacità umane ma della grazia di Dio, infatti Giovanni nasce da una coppia sterile e Gesù da una Vergine. Giovanni l'evangelista apre il suo prologo dicendo: "Il Verbo era in principio": il Figlio era con il Padre già all'inizio della Creazione prima ancora di incarnarsi e di conseguenza operava con il Padre per mezzo dello Spirito Santo. "Il verbo era presso Dio": il Figlio era presso il Padre, con ciò non vogliamo dire che il Padre e il Figlio sono la stessa persona ma sono due persone distinte, il Padre rappresenta la prima persona della Trinità, il Figlio la seconda. E ancora: "il Verbo era Dio": viene attribuita al Figlio la divinità; infine: "il Verbo si fece carne": il termine "carne" designa l'uomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità. Ci appare chiaro che Gesù Cristo ha nella sua persona le due nature: quella divina che proviene dal Padre, quella umana da Maria. Per giusta regola il Concilio di Efeso attribuì alla Madonna il titolo Theotòkos, cioè Madre di Dio. Il Concilio di Nicea nel 325, confutando l'eresia ariana dirà che Gesù Cristo è della stessa sostanza del Padre, cioè consustanziale perché generato e non creato».

Quindi è intervenuto il prof. Rocco Giudice che è partito dalla considerazione relativa alla ridotta e, spesso, distorta percezione, quando non vera e propria rimozione, del Natale e del senso di esso nell'attuale società, in cui "le licenze consumistiche si sommano ai divieti politicamente corretti del multiculturalismo come religione civile ufficiale". «Dimenticando, così, che ogni tradizione inizia come rivoluzione, - ha continuato il prof. Giudice - che all'origine si trova, spesso, l'intuizione e la fede di un gruppo ristretto o di un solo uomo: San Francesco, nel caso, cui si deve una svolta antropologica che ha segnato tutta la cultura successiva. A lui si deve, col "Cantico di frate Sole", la nascita della poesia italiana come fusione di elementi lessicali, colti, popolari da cui sono rampollati il plurilinguismo e il pluralismo degli stili proprio di Dante, che gli fu devoto, così come l'altra grande figura del periodo, l'imperatore Federico II, cui si deve un primo embrione di Stato moderno, che volle essere sepolto indossando il saio di terziario francescano. E a San Francesco, alter Christus, col presepe vivente di Greccio, si deve il "battesimo", insieme, dell'arte nuova, 'nata' con le immagini della Natività e la scoperta dell'umanità di Dio e così, divinamente, dell'umanizzazione dell'uomo. L'ordine dei frati Minori si è fatto promotore di questa rivoluzione culturale scritturando gli artisti migliori reperibili sulla piazza. Pietro Cavallini, Cimabue, Giotto». Successivamente, il prof. Giudice ha ripercorso, in modo schematico, per ragione di tempo, la parabola da Pietro Cavallini, cesura fra l'arte legata ai moduli iconografici bizantini e la fioritura dell'arte rinascimentale, a Botticelli e alla sua "Natività mistica", passando dalla "Natività" di Andreij Rublev all'"Adorazione dei Magi" di Gentile da Fabriano e del primo Botticelli, sino alla "Natività" di Caravaggio, trafugata all'oratorio di San Lorenzo a Palermo nel 1969. Il prof. Giudice, nell'esaminare per cenni la "Natività mistica", ha preso spunto dai versi di T.S. Eliot tratti dal "Viaggio dei Magi": "Ci trascinarono per tutta quella strada/per una nascita o per una morte?". Giudice ritiene che il carattere straordinario di quest'opera ingiustamente trascurata o negletta, come tutto l'opera dell'ultimo Botticelli, si possa riassumere proprio in questo: la Natività come "Morte di Dio", che vede gli uomini condotti a forza alla salvezza, quasi essa fosse una punizione per scontare il sacrilegio che Dio sconta su di Sé per amore di chi solo così è reso degno di questa vita e dell'altra, del paradiso perduto e della terra promessa. In conclusione, alunni e docenti hanno partecipato ad una vera lezione di spiritualità, d'arte, di cultura e di festa. Buon Natale a tutti!

Angelo Battiato





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