
La tela di Penelope nelle mani della tessitrice. Mala tempora currunt nella scuola italiana
Data: Mercoledì, 14 dicembre 2016 ore 19:00:00 CET Argomento: Redazione
La nomina della
senatrice Valeria Fedeli a Ministro dell'Istruzione ha
sorpreso non poco e leggendo i commenti che circolano su Facebook c'è
da preoccuparsi. La scuola nella compagine del Governo sembra avere
poca attenzione come dimostrano alcuni esempi eclatanti. Nella
ripartizione dei Ministeri resta sempre l'ultimo e di accomodo, solo
per mettere equilibrio tra le diverse fazioni partitiche. Coma ha
scritto Roberto Tripodi, La Gelmini era stata assessore all'agricoltura
a Brescia, la Moratti era la moglie di un imprenditore del petrolio,
Lombardi era della confindustria, gli altri erano dell'università, come
La Giannini.
Il Ministro Misasi voleva i Lavori pubblici e quando gli diedero il MPI
si sentì offeso. La stessa Falcucci, l'unica che ne capiva di scuola ed
era molto preparata, proveniva dalla CISL scuola.
Ora è stata nominata una sindacalista della CGIL con competenze nel
femminismo e nel tessile, settore che ha guidato dal 2001 al 2012 prima
di candidarsi nelle liste del Partito Democratico.
La nuova inquilina di viale Trastevere, è nata a Treviglio, in
provincia di Bergamo, il 29 luglio 1949 ed ha iniziato la sua attività
sindacale a Milano per trasferirsi dieci anni dopo nella capitale per
assumere incarichi di segreteria prima nel settore pubblico.
Chi ha lavorato con lei la definisce "scaltra"
e ricorda che prima di passare al "renzismo"
in epoche lontane, ha lavorato al quotidiano "Il Manifesto".
Aveva inoltre dichiarato, come Renzi ed altri Ministri: ''Se perdiamo
il referendum, il giorno dopo non ci sono alibi. sennò vuol dire che
siamo attaccati alla poltrona''. Ed ora, divenendo Ministro, occupa una
poltrona importante e un "portafoglio".
"La passione politica, la voglia di
battersi per le donne e per il cambiamento democratico erano già parte
di me" ha dichiarato, ma il mondo della scuola attende, anche se
solo in questa fase di transizione, una guida e l'avvio dei decreti
attuativi della Legge 107, il concorso per i nuovi dirigenti e avere
chiarezza sulle pensioni, sulla mobilità, sulla progettualità di una
scuola che Renzi ha chiamato "buona", ma che adesso non può neanche
definirsi "bella".
La nomina al Ministero dell'Istruzione di una pseudofemminista radicale
ed estremista, espressione delle lobby gay e LGBT, è stata considerata
una dichiarazione di guerra al popolo del Family Day», scrive il
portavoce, Filippo Savarese, che lancia un appello a «tutte le realtà
civiche, sociali e politiche impegnate per il bene della famiglia,
affinché si organizzi quanto prima una manifestazione popolare presso
il Miur per ribadire che sulla loro libertà educativa i genitori non
faranno sconti».
Massimo Gandolfini, presidente del comitato «Difendiamo i nostri
figli», definisce questa scelta «una provocazione, se non una vendetta,
verso le famiglie del comitato per il No, colpevoli di aver vinto il
referendum, bloccando una pericolosa deriva autoritaria nella quale
erano già in programma disegni di legge contro la famiglia naturale e
il diritto dei bimbi ad avere mamma e papà».
Rifioriranno e riprenderanno probabilmente vigore i progetti
sostenuti dalla Fedeli in questi anni: per esempio l'introduzione nelle
scuole e nell'università dell'educazione di genere, di cui era stata
prima firmataria e accanita sostenitrice.
Elemento d'onore e "traguardo di
civiltà" del presidente Renzi, che si è vantato di aver dato
all'Italia questo bel regalo, insieme alle unioni civili, che
favoriscono lo sfascio delle famiglie, minando alla base l'istituto
familoare che la Costituzione ha disegnato come elemento
caratterizzante della tradizione e della cultura italiana.
Il ddl proposto dalla Ministra Fedeli prevede che i piani dell'offerta
formativa delle scuole adottino misure e contenuti di conoscenza ed
educazione "per eliminare stereotipi,
pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali
fondati sull'impropria identità costretta in ruoli già definiti delle
persone in base al sesso di appartenenza". L'obiettivo
è dunque quello - scriveva la Fedeli - di "superare gli ostacoli che limitano, di
fatto, la piena e autonoma soggettività, qualificando e riconoscendo
valore alle differenze di genere, per una qualità delle relazioni tra
donne e uomini non più basata sulla negazione del reciproco rispetto,
dignità e libertà delle scelte".
Le opposizioni sono decise: "Questo governo nasce già con lo
stesso marchio di fabbrica del precedente sui temi etici e
antropologici, ma subirà la stessa opposizione: non permetteremo che
nelle scuole passino progetti ideologici e contrari alla libertà
educativa».
Comincia la tessitura della tela di Penelope e non sappiamo quando
finirà.
Una volta si formulavano auguri di proficuo lavoro al nuovo Ministro,
ora la sensazione diffusa è la constatazione che "Mala tempora currunt
"per la scuola italiana.
Che il cielo assista i colleghi dirigenti e aiuti i docenti ad essere "fedeli" ai valori educativi.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it
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