PNSD: Non il termometro, ma le vitamine
Data: Martedì, 29 novembre 2016 ore 07:00:00 CET
Argomento: Redazione


La scuola di oggi ha febbre e brividi di freddo, non basta dare il termometro, ma occorrono le cure mediche necessarie, le vitamine e gli antibiotici. Questa riflessione ha guidato il percorso formativo di quaranta dirigenti scolastici che frequentano un corso di aggiornamento-formazione sul Piano Nazionale della Scuola Digitale, presso l’Istituto alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania. Leggendo insieme le 140 pagine del PNSD ci s’imbatte in una bella progettualità, dove si elencano anche costi e finanziamenti che ancora risultano sono annunciati. Positive alcune conquiste e traguardi conseguiti: in quasi tutte le scuole è attivo il sito della scuola, il registro elettronico, le segreterie operano telematicamente, le aule sono dotate di Lim, computer e stampanti, ma nei plessi staccati spesso manca il collegamento Internet e la banda larga.

Gli abbonamenti alle reti internet hanno dei costi che non senza gli adeguati aiuti finanziari non si possono sostenere.
Per un’efficace attuazione del Piano oltre alle risorse economiche occorre ed è indispensabile per la scuola di primo grado la presenza di un’assistenza tecnica stabile ed efficiente per dare sostegno concreto al regolare funzionamento delle numerose attrezzature di cui la scuola dispone.

Il sostegno economico alla manutenzione ordinaria delle nuove tecnologie è indispensabile, perché altrimenti di rischia di avere tante auto in garage ferme e inoperose, e tutto ciò e ingiusto e priva gli studenti di un servizio di cui hanno diritto.
Sviluppando la tematica dell’aggiornamento professionale, oggi finalmente reso obbligatorio, si ritiene indispensabile pianificare una progettazione formativa completa ed efficace.

Non sono proficui i corsi pomeridiani di aggiornamento, attivati dopo un’intensa giornata di lavoro e di stress. Non è certamente proficuo adempiere a formalità di rito: firma di presenza, registrazione e certificazione delle ore di aggiornamento, senza registrare la positiva efficacia e ricaduta nell’azione didattica e organizzativa della scuola.
A che serve l’aggiornamento se poi tutto rimane immutato, come prima e peggio di prima, convinti che, come dicevano i latini, che “non progredi, regredi est”?

La proposta organizzativa di svolgere dei corsi di formazione residenziali, (è stato verificato come efficiente il modulo strutturato in un pomeriggio introduttivo, una giornata intera e una mattina), ma tutto ciò comporta una flessibile organizzazione della vita scolastica e, per favorire la partecipazione dei docenti ai moduli di aggiornamento, si potrebbe metter in atto l’organizzazione della didattica intensiva, liberando per alcuni giorni dalle ordinarie attività curriculari i docenti impegnati in attività di formazione.

Il modulo intensivo di aggiornamento garantisce una proficua ricezione dei contenuti, una serena progettualità innovativa e di pianificazione che rende efficace la prassi didattica anche mediante l’utilizzazione degli strumenti tecnologici.
A distanza di qualche mese, un richiamo di verifica e di socializzazione delle esperienze realizzate, rende proficuo il percorso formativo e fa registrare dei positivi passi in avanti nel cammino di crescita professionale.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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