Dare un’anima alla collegialità
Data: Venerdì, 28 ottobre 2016 ore 09:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Nei giorni conclusivi del mese di ottobre si rinnova in tutte le scuole il rito delle operazioni di voto per il rinnovo degli Organi di democrazia partecipativa. Si eleggono i rappresentanti dei genitori nei consigli di classe, si rinnovano i Consigli d'Istituto, si rendono attivi i consigli di classe redigendo le programmazioni e presentandole ai genitori.
La collegialità nella scuola si consuma nella ritualità delle formule e delle prassi di urne, seggi elettorali, schede e verbali, ma resta molto lontana dalla reale e vitale collegialità che sollecita la coesione, la convergenza nei comuni ideali educativi e nell'impegno volto alla costruzione della personalità dello studente attraverso lo studio e lo sviluppo delle competenze, proiettate al futuro inserimento sociale.

Quanto auspicato e disegnato dalla Legge della "Buona scuola" ha necessità urgente e prioritaria di rinnovamento e modifica degli Organi collegiali, norme e disposizioni che meritavano una riforma anticipata rispetto alla stessa Legge 107/2015.
Operare nella direzione del "nuovo", utilizzando ancora strumenti e modelli inadeguati e ormai privi di significato e di valenza anche democratica, rende vana l'azione rinnovatrice dell'impianto organizzativo della scuola che vorrebbe tendere all'apertura verso il mondo del lavoro e allo sviluppo di reali competenze per i singoli studenti.

Il collegio docente, cuore della progettualità del Piano Triennale dell'Offerta Formativa si riduce spesso ad una parata di formale approvazione di quanto deliberato da un piccolo gruppo e non dà vita all'auspicata democrazia partecipativa.
Il Consiglio di classe si limita ad un'elencazione dei casi difficili o problematici e non diventa il luogo privilegiato della progettazione didattica secondo i bisogni della classe e dei singoli studenti.

Il Consiglio d'Istituto si blinda nella ritualità delle approvazioni di atti già deliberati, di progetti già avviati e non opera come specifico ambito d'indirizzo della politica scolastica, in risposta ai bisogni del territorio e dell'utenza.
Se questa è la radiografia dell'esistente, serve ben poco adempiere formali disposizioni di legge e lasciare la collegialità priva di vita e senza un'anima pulsante.

Oggi, poi, la nuova cultura di rete e l'operare per ambiti territoriali sollecita una nuova dimensione di apertura mentale alla cooperazione tra le scuole, al superamento delle barriere e degli ostacoli che finora hanno costretto le scuole a vivere di autoreferenzialità, chiuse nel recinto del proprio singolo istituto.
Operare in rete e in maniera collegiale con le altre realtà scolastiche significa aprirsi al cambiamento e guardare oltre, valorizzare le risorse interne e metterle a servizio degli altri per eliminare sprechi di tempo e di energie e dare maggiore efficacia ai servizi da offrire.

Un nuovo orizzonte disegna e colora la collegialità della "buona scuola" aperta e dinamica, moderna e attiva, propositiva ed efficiente.
La presenza negli ambiti territoriali delle scuole paritarie dovrebbe costituire inoltre una positiva opportunità di dialogo e di coinvolgimento nel comune intento educativo di un servizio pubblico.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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