Sempre aperte, anche di domenica
Data: Venerdì, 20 maggio 2016 ore 06:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Non è la prima volta che i ministri della P.I. pensano di rendersi utili alla società chiedendo alle scuole di cancellare quel piccolo scandalo che è la chiusura domenicale delle scuole e quello più grande delle ferie estive degli insegnanti. Le scuole devono restare aperte al mondo esterno tutti i santi giorni dell'anno solare. Lo scandalo vero, però, non è la chiusura delle scuole,ma quello della società, ripiegata su se stessa, che alle generazioni nuove non apre le porte del lavoro e della cittadinanza. Ci aveva pensato a suo tempo Berlinguer con la Direttiva n.133 del 3 aprile del 1996; l'idea è semplice, ma anche pericolosa.A scuola si fa di tutto per tenere impegnati gli alunni; si fa anche dell'istruzione, se si trovano il tempo e il modo. E' un espediente per occultare seri problemi sociali; è anche un irresponsabile gioco al rialzo sulle possibilità e sulle responsabilità della scuola.

A scuola si fanno, già,troppe cose e non sempre tutte bene.La proposta del ministro della P. I. è la reiterazione e l'amplificazione di tutti i tentativi, invano compiuti dalla scuola per sostituire senza mezzi e competenze adeguate altre istituzioni (famiglie, enti locali, associazioni, partiti, sindacati, chiesa) nella parte che a queste compete nell'educazione buona delle nuove generazioni. Le istituzioni "totali" non hanno mai fatto bene a nessuno.

I giovani hanno bisogno di studiare e riflettere da soli e di vivere fuori dalla scuola con altri giovani e altri adulti, che non siano i soliti insegnanti, i momenti fondamentali della propria complessiva formazione umana e delle proprie esperienze di partecipazione alle sorti del mondo che gli appartiene.La scuola non riesce a distribuire in modo equo ed efficace a tutti i giovani quel bene fondamentale chè il sapere, di cui deve essere custode geloso, e la si carica del compito di allestire esperienze che si vogliono vitali, ma che con molta probabilità saranno confuse, improvvisate e dilettantesche.

Con buona pace del ministro e di quelli che ci vanno appresso, con le nuove opportunità che si vogliono dare, gli studenti non troveranno un motivo in più per prendere sul serio lo studio e l'istruzione e per di più rischiano di restare isolati nel loro ghetto scolastico.E poi con quali soldi ? Con quale personale? Con quale genere di contratto di lavoro? Affidare a terzi le attività? Ad associazioni?

Forse non si ha la benchè minima idea dei problemi che nasceranno e dei danni che potranno essere arrecati allo stesso povero patrimonio delle scuole. L'apertura delle sole palestre richiede perlomeno due unità di personale ausiliario; l'apertura dei laboratori richiede la disponibilità di personale tecnico. Non si tiene conto nemmeno che una maggiore apertura delle scuole richiede un costo maggiore di spese di funzionamento e forse a Roma hanno dimenticato che con i tagli agli enti locali, le scuole devono misurare le spese per telefono, luce, acqua, riscaldamento, pulizie, rifiuti, manutenzione, perchè comuni ed ex-province, tenuti a finanziarle, le risorse finanziarie le fanno vedere solo con il binocolo.

L'ingordigia e la vanità progettuali dei Ministri della P. I., compreso questo che non sa che cosa sia la scuola,rischiano di aggravare il disagio del personale della scuola, di alimentare inutili attese,di scaricare sulla scuola responsabilità che sono di tutta la società.

prof. Raimondo Giunta





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24880389.html