Donatella Gabrielli e l’estetica della metamorfosi metafisica
Data: Lunedì, 19 ottobre 2015 ore 03:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Si può prescindere nella pittura da ogni rappresentazione del finito? Evidentemente non è possibile, e Donatella Gabrielli, grande artista e ed efficacissima organizzatrice di gruppi culturali e di eventi artistici a Sarzana, a La Spezia ed a Massa Carrara, ci fornisce l'immagine insistita e raffinata di un "finito minimalista" che ottiene il massimo dell'espansione e che contiene l'infinità. Miracolo dell'arte e della capacità artistica! Miracolo della pienezza dei mezzi espressivi, creativi e percettivi, e della visione totale della realtà. Miracoloso è il fenomeno del piccolo che contiene il grande, anziché esserne contenuto. E non è davvero cosa di poco rilievo, poiché si tratta dell'avvenimento più straordinario che si possa immaginare il fatto che l'artista riesca a produrre una molteplicità di forme piccolissime, appena visibili, appena abbozzate, mediante una speciale azione cromatica, e ad ottenere con una magia tecnica una suggestiva metamorfosi all'interno delle stesse forme e nell'assoluta simultaneità dell'azione artistica che rende il finito un infinito.

Donatella Gabrielli arriva tardi agli studi artistici,ma non all'idea dell'arte che ha nelle sue vene e che coltiva sin da ragazza con la stessa forza della sua acuta sensibilità e la potenza della sua intelligenza messe a frutto, certo, solo successivamente, quando riesce ad affinare nei corsi regolari del liceo artistico e dell'Accademia di Belle Arti di Carrara gli strumenti del mestiere ed i mezzi espressivi che appartengono per una piccola parte alla diligente e costante applicazione didattica e per la parte maggiore alla sua soggettività e alla sua intrinseca qualità ed al suo profondo sentimento dell'arte. Questo è presente in sommo grado nell'Artista e le permette di trasformare le acquisizioni tecniche in tessiture artistiche e in opere che hanno la loro sostanza nella poetica, cioè in quell'atto di percezione e di intellezione indispensabile per realizzare l'opera, il cui contenuto non è sufficiente, da solo, ad ottenere la completezza e la bellezza dell'operatività. Si impone allora l'esistenza e la preminenza di un quid che altro non è se non l'anima dell'artista, il suo personale punto di vista, la sua originale visione del mondo. Se l'arte non è semplice riproduzione ma creazione del reale nell'immaginario soggettivo, essa si conquista proiettando nell'opera la propria visione e valutazione dell'universo. Tecnica, cultura e visione, in sintesi, danno il prodotto artistico. E la Gabrielli produce ed offre in grande quantità e in ottima qualità le condizioni ora indicate.

L'Artista sarzanese-castelnovese dice di seguire un lontano modello di informale e di ispirarsi per questo motivo a Picasso ed a Pollock, che le sembrano i protagonisti più rappresentativi e fortunati di un informale che gradualmente si formalizza e che in effetti con Picasso compie la sua metamorfosi figurativa in "Guernica", in cui viene denunciato il misfatto del bombardamento nazista del 1937 nella guerra civile spagnola, e con Pollock fa lo sforzo estremo di dare forma alle forti emozioni nei "Pali Blu" del 1953. La Gabrielli assume e trasforma i suoi modelli estetici in semplice energia propulsiva che mette in moto la macchina della sua immaginazione per approdare ad un figurativo astrattamente delineato nel quale emergono dallo sfondo grigiastro della tela frammenti di umanità pensosa e dolorante. Siamo in una situazione storica diversa da quella rappresentata sia da Picasso che da Pellock, e la Gabrielli esprime l'attuale scomposizione dell'umanità che trascina pesantemente, nell'alienazione, il fardello del proprio corpo frammentato e delle proprie miserie morali per la perdita dell'Essere. L'alienazione umana viene da lei generalmente rappresentata sotto la forma dello sdoppiamento delle due antitetiche entità di luce e di ombra, là dove l'ombra corrisponde al silenzio malinconico ed interpreta l'angoscia che affligge drammaticamente l'umano mondo.

L'ombra è la realtà vera della civiltà attuale, nella quale tutti parlano e nessuno ascolta. Il parlare è un mero chiacchierare senza costrutto e senza senso che non può essere compreso e recepito e quindi è come se si stesse in silenzio. Questa, dice la Gabrielli, è la verità della nostra esistenza, che assomiglia alla rappresentazione platonica delle ombre che si allungano all'interno della caverna,nella quale gli uomini sono tenuti prigionieri e costretti a vedere solo immagini sbiadite di cose reali ed a scambiarle ingiustamente per reali. "Immaginati - rivela Platone - che degli uomini siano in una dimora sotterranea in forma di caverna, di cui l'entrata aperta verso la luce sia larga quanto tutta la bocca della stessa caverna, e che in questa degli uomini siano sin da bambini con catene ai piedi e al collo, sicché non possono muoversi né guardare altrove,se non dinanzi a sé, giacché dai ceppi sono impediti di volgere lo sguardo; alle loro spalle brilla la luce di un fuoco acceso lontano" (Platone, Repubblica, libro VII).
Così pure la Gabrielli immagina la realtà sdoppiata in luce e ombre nella caverna del mondo, in cui gli uomini sono prigionieri delle loro opinioni e imprigionati da oscuri pregiudizi e da stupide falsificazioni, e queste rendono pesante, falsa e alienata l'esistenza. Tutto ciò si trova rappresentato brillantemente nelle tele dell'Artista che è nata a Sarzana e che risiede a Castelnuovo Magra,la dolcissima cittadina posta prevalentemente in collina tra i fitti uliveti ed i campi ben coltivati, separata da Carrara, nell'area più a nord, dall'imprevedibile corso del torrente Parmignola.

La luce è, nella visione di Gabrielli, il Logos, la Sapienza divina, la Vera Realtà, ed è lo stesso Dio salvatore e regolatore dell'universo. Questo funziona e non si distrugge perché così vuole la Superiore Volontà che regola il tutto. E gli stessi individui devono sottostare alla potenza di Colui che ha creato le strutture e le leggi regolative di ogni movimento universale. Le ombre rappresentano le perversioni e le insubordinazioni. Sul piano intellettuale esse sono il non conosciuto e l'ignoto. Sul piano morale sono il male e le malignità. Il male assoluto, poi, si trova nelle tenebre ed è accoppiato indissolubilmente al Maligno. Luce, ombre e tenebre sono rappresentate puntualmente, mediante l'azione cromatica, nelle tele dell'Artista, e si tratta di opere di rara bellezza e di pura verità ontologica, in quanto fanno intravedere l'Essere e il non-essere "poiché tutte le cose si dicono luce e notte e poiché luce e notte sono presenti a questa o a quella cosa, secondo la loro possibilità" ( Parmenide, Sulla natura, fr. 9).
Ma la Gabrielli aggiunge che il Padre dell'universo è la vera sorgente della Luce, dalla quale vengono illuminati coloro che a Lui si affidano con il logos e con la fede. A questo risultato di profonda religiosità e bellezza perviene la faticosa ed entusiasmante ascesa dell'Artista sarzanese-castelnovese, le cui opere perciò assumono uno straordinario valore etico ed un eccezionale significato estetico.

prof. Salvatore Ragonesi





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24879066.html