Il romanzo 'Maria la rossa' di Maria Marino, da leggere liberamente in formato digitale
Data: Venerdì, 07 agosto 2015 ore 02:00:00 CEST
Argomento: Recensioni


‹‹Sarina, sangu miu, tu si tantu spetta quantu bbabba›› mi riprendeva benevolmente. ‹‹Assettiti e stammi a sentire. I masculi sono cocciuti come i picciriddi e quando s’impuntano su una cosa non sentono ragioni. Allora la fimmina deve essere scaltra, stare zitta e aspettare il momento giusto per dire la sua e fargli cambiare pinseri. Tuo padre è come tutti gli altri uomini. Prima farà fuoco e fiamme per dimostrare che chi porta i causi in casa è lui, ma poi calerà testa e farà quello che dice tua madre››.
Un libro, e voglio dire un romanzo, e penso a un romanzo che non si fermi alla superficie dell’accadimento possibile, non è quasi mai solo un fatto estetico. Nel senso di un’operazione di scrittura che risponda all’esigenza di venire incontro al bisogno di compiuto che ci portiamo dentro, più o meno soddisfatto dentro i parametri dello stile. Quasi sempre è anche un fatto etico, perché difficilmente lo scrittore rinunzia a proporre una sua visione delle cose, a prendere posizione nel grande arengo della vita.

In questo secondo libro di Maria Marino, dove la bambina che gli dà il titolo, Maria la rossa, occupa un ruolo all’apparenza defilato, in realtà centrale come il perno d’una ruota che gira su se stessa, avviene proprio questo: l’autrice si avvita, e ci avvita, all’interno di una vicenda tanto più “consueta” - della consuetudine delle cose che svelano tragedie che la normalità dei tempi lascerebbe ignote ai più - quanto più rivelatrice di una condizione oscura di questa nostra età di facili apparenze, che le cronache di tanto in tanto disvelano (nel senso che tolgono loro i veli restituendone l’ipocrisia) e intanto ripiombano nell’inquietante normalità del quotidiano.

Dove le vittime designate, deboli come sono sempre le vittime, lo sono ancora di più perché bambini: e nei loro confronti non sarà mai sufficiente la reverentia. Non dico a caso: avvita. Perché, e qui l’operazione stilistica supporta la dimensione estetica con la pronuncia etica, quello che in questo libro convince è il fatto che il lettore si trova catapultato dentro una realtà di interni familiari di disarmante semplicità, e a mano a mano che pro- cede vede affiorare, come da un gorgo che all’apparenza nega le sue ragioni di essere, spezzoni di un mondo che si complica, si chiude in se stesso, rivela momenti di ordinaria banalità di traumi, di conflitti non confessati e forse neanche capiti, ma anche di abissi oscuri, di igno- minie rimosse; mentre la storia (dei protagonisti ma anche del restante sottinteso universo) procede parallela nel suo percorso inesorabile.

È allora che il racconto di una vicenda terapeutica diventa rivelazione di una condizione patologica non solo individuale. E dunque quel fatto etico che sostanzia di lievito umano il rigore puntuale della costruzione letteraria. E la piccola Maria si fa figura di una tragedia collettiva dalla quale solo la scienza configurata dentro le ragioni sociali, dell’umana solidarietà, può consentire di uscire. Tanto più che il tempo non si fer- ma nelle pagine del romanzo, e la pagina finale lascia intuire un nuovo inizio. L’arte fa il resto: rende il racconto appassionato, lo fa rivelatore, semina dubbi lungo il suo percorso, stimola domande, chiede risposte. Fa diventare un bel romanzo un progetto etico.

Il romanzo è edito dall’Associazione  Nazionale Coordinamento Camperisti. 
E' fruibile su personal computer e/o tablet - smatphone, scaricando la copia digitale.

prof. Alfio Siracusano





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