Il romanzo di Davide Pappalardo, Milano Pastis, Nerocromo 2015
Data: Mercoledì, 29 luglio 2015 ore 00:30:00 CEST
Argomento: Recensioni


Milano PastisPrimi anni sessanta del secolo scorso: otto uomini assaltano un'oreficeria di Milano. Dalle auto, quattro Alfa Romeo Giulia che bloccano gli accessi alla strada, scendono in cinque col volto coperto e le armi in pugno. Uno si piazza in mezzo alla strada col mitra. Gli altri si dirigono verso il negozio per la rapina che passerà alla storia come la "rapina di Via Montenapoleone": una rapina spettacolare che colpisce il salotto buono della città. E' il 15 aprile 1964 e il clan dei marsigliesi è sbarcato in grande stile in Italia.

Milano pastis, romanzo di Davide Pappalardo - giornalista siciliano che vive a Bologna, da tempo attento al problema della criminalità organizzata in Italia ed ai suoi intrecci con la vicenda politica e sociale del paese - prende spunto da questo fatto di cronaca per scrivere una storia "nera" che ci riporta ai primi anni sessanta, fra due grandi città: Parigi, sede organizzativa della rapina, e Milano, luogo della spettacolare azione criminale . Seguendo i protagonisti della vicenda sia prima della rapina che dopo attraversiamo luoghi e atmosfere tipica del noir d'oltralpe (il racconto delle dure vicende di vita delle bande criminali ha la durezza e la tenerezza di Jean Paul Izzo ) e seguiamo le disincantate indagini della polizia italiana e francese, che ci fanno pensare alla grande lezione di Carlo Emilio Gadda e al suo "pasticciaccio" .

A proposito, il pastis del titolo è il nome di un famoso liquore marsigliese, profumato all'anice e con un'alta gradazione alcolica.Il suo nome viene dall'occitano pastís, che significa "pasticcio" o "miscela" .
Il termine quindi può richiamare in italiano anche i "pasticci", gli imbrogli, i "grovigli" di cui appunto parlava Gadda. E tanti sono i "pasticci" italiani , vicende ancora poco chiare, alle quali si addice il noir, il colore di questo romanzo. Il 1964 infatti non è solo l'anno della rapina di Via Montenapoleone, è anche l'anno del Piano Solo, il tentativo - fallito - di un colpo di Stato da compiersi ad opera della "sola" arma dei carabinieri contro le preoccupanti aperture del centrosinistra.
Come hanno dimostrato poi diverse inchieste su questa vicenda e su altri simili misteri italiani, tanti sono i punti di contatto fra criminalità organizzata, destra neofascista e servizi segreti. Il romanzo allude a questi intrecci, ma va oltre.

Nell'incontro fra la realtà ( i dati dell'inchiesta da cui l'autore è partito) e l'invenzione, i personaggi assumono via via spessore e umanità e ci raccontano non solo la vicenda che li vede protagonisti, ma anche le loro storie. Storie difficili, vite ai margini della società, rese con un linguaggio duro, sferzante, attento allo slang dei diversi ambienti, ma anche alle parlate dialettali.
Una prova impegnativa e interessante, quella di Davide Pappalardo, una strada sicuramente da percorrere, magari per rievocare altri "pasticci" della nostra storia recente.

Luca Cangemi
lucangemi@libero.it






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