Parte male la nuova indennità di disoccupazione NASpI: caos e ritardi nei pagamenti, solo nella scuola penalizzati 200mila docenti precari
Data: Domenica, 19 luglio 2015 ore 08:12:26 CEST
Argomento: Sindacati


Le procedure, così come indicato nel Jobs Act, prevedevano che dal 1° maggio 2015 sarebbe entrata in vigore la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Sono passati due mesi e mezzo e il sindacato continua a ricevere miriadi di segnalazioni sulla mancata erogazione della prima rata delle indennità da assegnare a chi è rimasto senza lavoro suo malgrado. Nonostante le rassicurazioni dell’Inps, è verosimile che la maggior parte delle richieste a questo punto venga evasa solo a settembre, perché all’assestamento del nuovo sistema di gestione informatico, si aggiungerà il problema del personale in ferie.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): privare migliaia di persone, seppur momentaneamente, di una fondamentale forma di sostegno al reddito, è l’ennesima sconfitta del Governo. E non è proprio una bella figura per un Paese che vanta di essere tra i primi in Europa in ambito di assistenza sociale. Pertanto, abbiamo deciso che è giunto il momento di chiedere il conto di quello che sta accadendo: Anief invierà una diffida agli enti competenti e vigilerà sulle tempistiche di erogazione dei pagamenti.
È un clima da bollino rosso quello che si respira tra i beneficiari delle nuova indennità di disoccupazione: le procedure, così come previsto dal D. Lgs 22/2015 in attuazione dell’’art. 1 comma 2 della Legge n. 183/2014, il cosiddetto Jobs Act, avrebbero dovuto prevedere che dal 1° maggio 2015 sarebbe entrata in vigore la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Che rappresenta, appunto, la nuova indennità di disoccupazione, la quale è andata a sostituire l’ASpI e la mini-ASpI per gli eventi di disoccupazione subìti e riguardanti tutti i lavoratori dipendenti, ad esclusione dei lavoratori del pubblico impiego a tempo indeterminato e tutti i lavoratori agricoli.
Il problema è che, a distanza di due mesi e mezzo dall’avvio della NASpI, il sindacato continua a ricevere continue segnalazioni sulla mancata erogazione della prima rata delle indennità di disoccupazione: le prime segnalazioni su più di qualcosa che non funzionava, sono arrivate agli inizi di giugno. In quell’occasione, però, l’Inps, attraverso il messaggio n. 4334 del 25/06/2015, ha chiarito i motivi dei ritardi: attualmente, questo è il concetto espresso, le richieste risultano tutte prese in carico, le disfunzioni tecniche riguardano le procedure di calcolo dell'importo e della durata, le quali, al momento e in via provvisoria, sono disponibili soltanto in alcune sedi addirittura in fase sperimentale.
In termini pratici come si tradurrà questo rinvio? Anief ritiene che molto probabilmente i destinatari della disoccupazione Naspi 2015 che hanno inoltrato la domanda agli inizi di maggio potranno ricevere le prime mensilità a partire dai primi di agosto o addirittura più tardi. La maggior parte delle richieste, con ogni probabilità, verrà evasa soltanto a settembre, considerando anche che al periodo di assestamento del nuovo sistema di gestione informatico, si aggiungerà quello, non meno critico, legato al personale in ferie.
“Stiamo assistendo – spiega il suo presidente, Marcello Pacifico, che è anche segretario Confedir e confederale Cisa – all’ennesima sconfitta del Governo: come si fa a privare, seppur momentaneamente, migliaia di persone di una fondamentale forma di sostegno al reddito? E non è, di certo, nemmeno una bella figura per un Paese che vanta di essere tra i primi in Europa in ambito di assistenza sociale. Pertanto, abbiamo deciso che è giunto il momento di chiedere il conto di quello che sta accadendo: Anief invierà una diffida agli enti competenti e vigilerà sulle tempistiche di erogazione dei pagamenti”.
Anief ricorda che in Italia la spesa pubblica sostenuta per l’assistenza sociale-welfare è altissima (pari al 41,3%, come rilevato solo la scorsa settimana dai dati Ocse - Government at a Glance 2015): a fronte di un così alto impegno economico, però il servizio non presenta livelli di efficienza adeguati. Solo nella scuola, il problema dei ritardi di assegnazione dell’indennità NASpI, penalizzerà almeno 200mila docenti precari (120mila annuali e gli altri temporanei), che proprio nel periodo primaverile chiedono ogni anno le indennità per i giorni di mancato lavoro dell’annata precedente. E poi ci sono i precari di tutti gli altri comparti.

Anief.org





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