Le procedure, così come
indicato nel Jobs Act, prevedevano che dal 1° maggio 2015 sarebbe
entrata in vigore la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Sono
passati due mesi e mezzo e il sindacato continua a ricevere miriadi di
segnalazioni sulla mancata erogazione della prima rata delle indennità
da assegnare a chi è rimasto senza lavoro suo malgrado. Nonostante le
rassicurazioni dell’Inps, è verosimile che la maggior parte delle
richieste a questo punto venga evasa solo a settembre, perché
all’assestamento del nuovo sistema di gestione informatico, si
aggiungerà il problema del personale in ferie.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): privare migliaia di persone,
seppur momentaneamente, di una fondamentale forma di sostegno al
reddito, è l’ennesima sconfitta del Governo. E non è proprio una bella
figura per un Paese che vanta di essere tra i primi in Europa in ambito
di assistenza sociale. Pertanto, abbiamo deciso che è giunto il momento
di chiedere il conto di quello che sta accadendo: Anief invierà una
diffida agli enti competenti e vigilerà sulle tempistiche di erogazione
dei pagamenti.
È un clima da bollino rosso quello che si respira tra i beneficiari
delle nuova indennità di disoccupazione: le procedure, così come
previsto dal D. Lgs 22/2015 in attuazione dell’’art. 1 comma 2 della
Legge n. 183/2014, il cosiddetto Jobs Act, avrebbero dovuto prevedere
che dal 1° maggio 2015 sarebbe entrata in vigore la Nuova Assicurazione
Sociale per l’Impiego. Che rappresenta, appunto, la nuova indennità di
disoccupazione, la quale è andata a sostituire l’ASpI e la mini-ASpI
per gli eventi di disoccupazione subìti e riguardanti tutti i
lavoratori dipendenti, ad esclusione dei lavoratori del pubblico
impiego a tempo indeterminato e tutti i lavoratori agricoli.
Il problema è che, a distanza di due mesi e mezzo dall’avvio della
NASpI, il sindacato continua a ricevere continue segnalazioni sulla
mancata erogazione della prima rata delle indennità di disoccupazione:
le prime segnalazioni su più di qualcosa che non funzionava, sono
arrivate agli inizi di giugno. In quell’occasione, però, l’Inps,
attraverso il messaggio n. 4334 del 25/06/2015, ha chiarito i motivi
dei ritardi: attualmente, questo è il concetto espresso, le richieste
risultano tutte prese in carico, le disfunzioni tecniche riguardano le
procedure di calcolo dell'importo e della durata, le quali, al momento
e in via provvisoria, sono disponibili soltanto in alcune sedi
addirittura in fase sperimentale.
In termini pratici come si tradurrà questo rinvio? Anief ritiene che
molto probabilmente i destinatari della disoccupazione Naspi 2015 che
hanno inoltrato la domanda agli inizi di maggio potranno ricevere le
prime mensilità a partire dai primi di agosto o addirittura più tardi.
La maggior parte delle richieste, con ogni probabilità, verrà evasa
soltanto a settembre, considerando anche che al periodo di assestamento
del nuovo sistema di gestione informatico, si aggiungerà quello, non
meno critico, legato al personale in ferie.
“Stiamo assistendo – spiega il suo presidente, Marcello Pacifico, che è
anche segretario Confedir e confederale Cisa – all’ennesima sconfitta
del Governo: come si fa a privare, seppur momentaneamente, migliaia di
persone di una fondamentale forma di sostegno al reddito? E non è, di
certo, nemmeno una bella figura per un Paese che vanta di essere tra i
primi in Europa in ambito di assistenza sociale. Pertanto, abbiamo
deciso che è giunto il momento di chiedere il conto di quello che sta
accadendo: Anief invierà una diffida agli enti competenti e vigilerà
sulle tempistiche di erogazione dei pagamenti”.
Anief ricorda che in Italia la spesa pubblica sostenuta per
l’assistenza sociale-welfare è altissima (pari al 41,3%, come rilevato
solo la scorsa settimana dai dati Ocse - Government at a Glance 2015):
a fronte di un così alto impegno economico, però il servizio non
presenta livelli di efficienza adeguati. Solo nella scuola, il problema
dei ritardi di assegnazione dell’indennità NASpI, penalizzerà almeno
200mila docenti precari (120mila annuali e gli altri temporanei), che
proprio nel periodo primaverile chiedono ogni anno le indennità per i
giorni di mancato lavoro dell’annata precedente. E poi ci sono i
precari di tutti gli altri comparti.
Anief.org