La scuola buona e bella nella Costituzione
Data: Mercoledì, 03 giugno 2015 ore 01:00:00 CEST Argomento: Redazione
Una proposta di
emendamento e integrazione all'articolo due del DDL
2994 è stato presentato dal senatore Paolo Corsini insieme ad altri
senatori, tra i quali Miguel Gotor. Ne dà comunicazione il prof.
Luciano Corradini, già sottosegretario all'Istruzione e presidente
emerito dell'UCIIM, il quale si è sempre battuto per la valorizzazione
dell'insegnamento dell'Educazione Civica, denominata in seguito
"Cittadinanza e Costituzione
L'art. 2 nella versione pervenuta al Senato è così formulato:
Art.
2.
(Autonomia scolastica e offerta
formativa).
1. Al fine di dare piena attuazione al
processo di realizzazione dell'autonomia e di riorganizzazione
dell'intero sistema d'istruzione,il dirigente scolastico, nel
rispetto delle competenze degli organi collegiali, garantisce
un'efficace ed efficiente gestione delle risorse umane,
finanziarie, tecnologiche e materiali, fermi restando i livelli unitari
e nazionali di fruizione del diritto allo studio nonché gli elementi
comuni dell'intero sistema scolastico pubblico. È istituito per l'intera istituzione scolastica, o istituto comprensivo, e per tutti
gli indirizzi degli istituti secondari di secondo grado afferenti alla
medesima istituzione scolastica l'organico dell'autonomia,
funzionale alle esigenze didattiche, organizzative e progettuali delle
istituzioni scolastiche come emergenti dal piano
triennale dell'offerta formativa di cui al presente
articolo.Tutti i docenti dell'organico dell'autonomia concorrono
alla realizzazione del piano triennale dell'offerta formativa con
attività d'insegnamento, di potenziamento, di sostegno, di
organizzazione, di progettazione e di coordinamento.
La proposta degli emendamenti all'art.2 intende far premettere al comma
1 la seguente formulazione:
"01. Al fine di realizzare l'autonomia
e la riorganizzazione dell'intero sistema educativo d'istruzione e di
formazione, nel quadro dei valori della Costituzione, il potenziamento
dell'offerta formativa di cui al presente Capo si fonda sui seguenti
principi che richiedono di essere applicati in modo necessariamente
unitario ed uniforme in tutto il territorio nazionale, assicurando la
sostanziale parità di trattamento tra tutti coloro che fruiscono del
servizio dell'istruzione quale interesse primario di rilievo
costituzionale:
a) sviluppare in modo equilibrato
obiettivi, contenuti e metodi educativi e didattici dei diversi ordini,
gradi e indirizzi del sistema educativo, valorizzando l'identità
culturale del Paese e nel rispetto della libertà d'insegnamento di cui
all'art. 33 della Costituzione.
b) promuovere il mandato che dalla
Costituzione ricevono i docenti, i dirigenti, gli studenti, i genitori
e i diversi soggetti che con essi collaborano in ordine ai rispettivi
ruoli, ad operare in una scuola aperta a tutti come previsto all'art.
34, primo comma, Cost., quale essenziale luogo di socializzazione, di
arricchimento spirituale ed elevazione culturale per tutti coloro che
partecipano alla vita dell'istituzione scolastica;
c) riconoscere alla Costituzione
stessa un adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni
ordine e grado."
L'emendamento mette in visibile evidenza come l'intero sistema
educativo d'istruzione e di formazione fa esplicito riferimento ai
valori della Costituzione che garantisce l'istruzione per tutti, la
libertà d'insegnamento, nella valorizzazione dell'identità culturale
del Paese.
Significativo appare il richiamo al mandato che i docenti ricevono
dalla Carta Costituzionale nella realizzazione di una "scuola aperta a
tutti" e quindi "essenziale luogo di socializzazione, di arricchimento
spirituale ed elevazione culturale per tutti coloro che partecipano
alla vita dell'istituzione scolastica".
Infine appare doveroso riconoscere alla Costituzione un adeguato posto
nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado e quindi uno
spazio e tempo dedicato allo studio della Carta Costituzionale, alle
leggi e agli ordinamenti che regolano la vita democratica del Paese.
La famosa ora di Educazione civica, denominata poi Educazione alla Convivenza civile.
Articolata in sei campi d'interventi educativi, con al primo posto
l'Educazione alla cittadinanza, coinvolge l'educazione ambientale,
stradale, alimentare, alla salute e all'affettività, ed in seguito al
"Disegno di legge Gelmini" del 2 agosto 2008, reintrodotta con il
nome di "Cittadinanza e Costituzione,
ha avuto origine nel corso del 36°convegno dell'UCIIM celebrato appunto
presso il Castello Ursino di Catania a dieci anni dall'entrata in
vigore della Costituzione Italiana (1947), e precisamente dal 9 all'11
febbraio 1957 con il titolo: "Il problema dell'educazione dei
giovani alle virtù civiche e alla democrazia" con l'intento di
valorizzare "L'insegnamento della Costituzione per educare i giovani
alle virtù civiche".
Fu proprio in quel convegno che fu lanciata la proposta di introdurre
nella scuola italiana l'insegnamento dell'Educazione civica. come
nuova disciplina.
La proposta, presentata dal prof. Gesualdo Nosengo, fondatore
dell'UCIIM fu accolta dal Ministro della Pubblica Istruzione e consentì
l'attivazione di una commissione di lavoro che nel 1958 tracciò i
programmi di studio della nuova disciplina, il cui insegnamento fu
affidato al docente di Lettere che insegnava così: "Italiano, Storia,
Geografia e Educazione Civica" con una particolare attenzione allo
studio della Costituzione italiana.
E' rimasta per anni la materia "cenerentola" nella scuola italiana,
anche perché non ha avuto una valutazione specifica e autonoma e mentre
si affermava che era compito di tutti i docenti educare al senso
civico, spesso tale insegnamento era affidato alla buona volontà e alla
sensibilità dei docenti, i quali riuscivano a ritagliare del tempo da
dedicare allo studio dei tempi specifici della Costituzione italiana e
del senso civico del cittadino di domani. Non avendo una valutazione
autonoma nel tempo ha perduto sistematicità e valore formativo.
Il 19 maggio del 2008, a distanza di cinquant'anni ed a seguito di un
altro convegno dell'UCIIM, celebrato ancora una volta al Castello
Ursino, è stata inoltrata al Ministro dell'Istruzione Mariastella
Gelmini l'istanza di reintrodurre nella scuola italiana lo studio
sistematico della Costituzione e della cultura di cittadinanza. La
proposta e gli atti del convegno catanese presentati al Ministro dal
prof. Luciano Corradini, che ha presieduto il convegno catanese, hanno
avuto positiva accoglienza e l'Educazione Civica con il nome di
"Cittadinanza e Costituzione" è tornata a essere "disciplina" per la
scuola italiana, offrendo a tutti gli studenti di ogni ordine e grado
l'opportunità di beneficiare di tale significativa proposta formativa.
Nella "buona scuola" di Renzi, che alcuni contestano ed altri
preferiscono sognarla come "scuola bella", perché come scrive
Alessandro D'Avena: "Bello è un concetto più ampio di buono, perché lo
include", lo studio della cittadinanza e l'educazione civica
contribuiscono allo sviluppo delle competenze civiche che formano lo
studente cittadino.
Formare uomini e cittadini non è solo uno slogan, ma un reale impegno
che sollecita un'azione didattica ed educativa che va ben oltre
l'apprendimento teorico di nozioni, di regole, di articoli e formule, e
si traduce in gesti, stili ed atteggiamenti di vita vissuta.
La "cittadinanza" se viene insegnata come cultura va ben oltre gli
aspetti formali e convenzionali del vivere civile ed implica
necessariamente l'acquisizione del "saper vivere" e "saper essere",
così come viene scritto nelle pagine della nostra Costituzione che
celebra, riconosce e sancisce i diritti inviolabili della persona umana
e ne articola anche i doveri di partecipazione responsabile.
La cultura della partecipazione democratica s'impara non solo tramite
la teoria del dire ma attraverso un concreto fare, e vivendo la scuola
come una Comunità con delle regole da rispettare.
Positiva risulta in tal senso l'esperienza didattica del Consiglio
Comunale dei Ragazzi realizzata nella scuola secondaria di primo grado,
ove, considerando la scuola come "piccola città" si ripropone
l'organizzazione del Consiglio Comunale a scuola, attivando una vera
palestra di apprendimento, attraverso un imparare facendo.
E' da sperare che con la reintroduzione dell'Educazione civica nella
scuola si possano debellare o limitare atti di bullismo e d'inciviltà
che caratterizzano la società giovanile di oggi. La sistematicità
ordinata delle proposte formative di cittadinanza che accompagneranno
lo studente sin dai primi anni della scuola primaria, daranno positivi
frutti nel tempo.
Lo studio e la conoscenza delle leggi, della Costituzione, della
cultura della legalità e del rispetto, vanno oltre l'ambito
scolastico e diventano cultura e vero apprendimento, quando producono
una vera modifica nei comportamenti dello studente ed in particolare
una modifica del proprio modo di pensare, di sentire e di agire.
Ecco perché "Cittadinanza e costituzione", non solo come una materia da
studiare e ripetere durante l'interrogazione, ma come "cultura",
investe tutta la vita sociale e relazionale dello studente: alunno-
persona, che così diventa cittadino.
Giuseppe Adernò
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