Quousque tandem abutere, Rentii, patientia nostra?
Data: Lunedì, 18 maggio 2015 ore 02:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Ma non si può più stare tranquilli! Piaccia o non piaccia.
Il linguaggio politico di Renzi ha il fascino tutto proprio della paratassi twitteriana: scatti brevi e nervosi, sospensioni falso-interlocutorie, frementi auto-domande con auto- risposte icastiche; talora aspro e precipitoso, codesto linguaggio mantiene, sempre, una sorprendente intensità.
E' in tale stile che fa le sue viste logico-grammaticali l'ipertonico egocentrismo del nostro presidente del Consiglio. Piaccia o non piaccia. Ma non si può stare tranquilli! Appare infatti evidente che il discorso politico del Nostro non è idoneo a cogliere ed esprimere la complessità reale dei problemi drammatici che, per esempio, la scuola al momento attraversa. Risulta essere superficiale, non perché paratattico, ma perché scioccamente auto -referenziale, vacuo perché falsamente propositivo e fattivo. E' un discorso da pavoncello che può solleticare le pance dei digiuni, ma non può trovare consenso da palati più avvezzi ai sapori veri della buona cucina e del buon gusto e della bella vista!

Ciò detto, Signor Presidente del Consiglio, cambiamo registro; e siamo più seri!
Se non l'ha capito, c'è in atto tra i docenti (non li si chiami, per favore, operatori scolastici, ma maestri piuttosto, docenti insegnanti professori educatori), c'è in atto - dicevo - non una semplice, anche se forte, indignazione, ma qualcosa di filosoficamente più serio e più grave: c'è in atto una rivolta!
Gli insegnanti di ruolo e no, precari e no, supplenti avventizi e no, non ce la fanno più a essere obbedienti, a sopportare ancora promesse vacue e delusioni umilianti, pesanti.
E' giunto il momento di dire no!
No alla sua melliflua retorica politica sulla "buona scuola" mentre i soffitti crollano;
no alle promesse di investimenti miliardari mentre la carta igienica manca;
no alle stellette di sceriffo ai Dirigenti per presiedere a una comunità educante, che- Lei sa benissimo - è campo operativo di forze sinergiche, e proprietà assoluta di nessuno. Tantomeno del Dirigente di turno!

La scuola, infatti, è di tutti, e per tutti quelli che vi operano dentro giornalmente con intelligenza e passione; essa è, soprattutto, espressione della vita e della cultura, che si fa viva e propositiva, pur nella distinzione dei ruoli e delle funzioni di ciascuno, solo attraverso il confronto e lo scambio libero delle idee, e il rispetto reciproco; operosa palestra dove s'impara tutti, docenti e discenti, con umiltà, ad esercitare la mente, e il cuore, al bello al giusto e al vero, con spirito critico e tollerante delle diversità, nonché a ri-conoscere i doveri e a reclamare i diritti inalienabili della 'persona', nell' osservanza scrupolosa delle regole della democrazia proprie dello Stato costituzionale!

Signor Presidente, siamo al limite: il corpo docenti, insieme con studenti, e loro famiglie, dicono: NO! E si rivoltano contro la sua politica arruffona e bugiarda sulla "buona scuola "; proprio così: SI RIVOLTANO!

Si ricordi, Signor Presidente che "non esiste rivolta senza la sensazione di avere in qualche modo , e da qualche parte, ragione"! (Camus).
Non dimentichi, signor Presidente, che "rivolta" significa : "le cose hanno durato troppo" , "c'è un limite oltre il quale non andrai".
Insomma, questo no afferma la esistenza di una frontiera: "fin qui sì, al di là no"!
Negativa in apparenza, poiché nulla crea, la rivolta è profondamente positiva poiché rivela quanto, nell'uomo, è sempre da difendere: LA DIGNITA'

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24877986.html