Ma non si può più
stare
tranquilli! Piaccia o non piaccia.
Il linguaggio politico di Renzi ha il fascino tutto proprio
della paratassi twitteriana: scatti brevi e nervosi, sospensioni
falso-interlocutorie, frementi auto-domande con auto-
risposte icastiche; talora aspro e precipitoso, codesto
linguaggio mantiene, sempre, una sorprendente intensità.
E' in tale stile che fa le sue viste
logico-grammaticali l'ipertonico egocentrismo del nostro
presidente del Consiglio. Piaccia o non piaccia. Ma non si può stare
tranquilli! Appare infatti evidente che il discorso politico del
Nostro non è idoneo a cogliere ed esprimere la
complessità reale dei problemi drammatici che, per esempio,
la scuola al momento attraversa. Risulta essere superficiale, non
perché paratattico, ma perché scioccamente auto -referenziale, vacuo
perché falsamente propositivo e fattivo. E' un discorso da pavoncello
che può solleticare le pance dei digiuni, ma non può trovare consenso
da palati più avvezzi ai sapori veri della buona cucina e del
buon gusto e della bella vista!
Ciò detto, Signor Presidente del Consiglio, cambiamo
registro; e siamo più seri!
Se non l'ha capito, c'è in atto tra i docenti (non li si
chiami, per favore, operatori scolastici, ma maestri
piuttosto, docenti insegnanti professori educatori), c'è in atto
- dicevo - non una semplice, anche se forte,
indignazione, ma qualcosa di filosoficamente più serio e
più grave: c'è in atto una rivolta!
Gli insegnanti di ruolo e no, precari e no, supplenti
avventizi e no, non ce la fanno più a essere obbedienti, a
sopportare ancora promesse vacue e delusioni umilianti, pesanti.
E' giunto il momento di dire no!
No alla sua melliflua retorica politica sulla "buona
scuola" mentre i soffitti crollano;
no alle promesse di investimenti miliardari mentre la carta
igienica manca;
no alle stellette di sceriffo ai Dirigenti per presiedere a
una comunità educante, che- Lei sa benissimo -
è campo operativo di forze sinergiche, e proprietà
assoluta di nessuno. Tantomeno del Dirigente di turno!
La scuola, infatti, è di tutti, e per tutti quelli che vi operano
dentro giornalmente con intelligenza e passione; essa è, soprattutto,
espressione della vita e della cultura, che si fa viva e propositiva,
pur nella distinzione dei ruoli e delle funzioni di ciascuno, solo
attraverso il confronto e lo scambio libero delle idee, e il rispetto
reciproco; operosa palestra dove s'impara tutti, docenti e discenti,
con umiltà, ad esercitare la mente, e il cuore, al bello al giusto e al
vero, con spirito critico e tollerante delle diversità, nonché a
ri-conoscere i doveri e a reclamare i diritti inalienabili della
'persona', nell' osservanza scrupolosa delle regole della democrazia
proprie dello Stato costituzionale!
Signor Presidente, siamo al limite: il
corpo docenti,
insieme con studenti, e loro famiglie, dicono: NO! E
si rivoltano contro la sua politica arruffona e
bugiarda sulla "buona scuola "; proprio così: SI RIVOLTANO!
Si ricordi, Signor Presidente che "non esiste rivolta senza la
sensazione di avere in qualche modo , e da qualche parte, ragione"!
(Camus).
Non dimentichi, signor Presidente, che "rivolta" significa : "le cose
hanno durato troppo" , "c'è un limite oltre il quale non andrai".
Insomma, questo no afferma la esistenza di una frontiera: "fin
qui sì, al di là no"!
Negativa in apparenza, poiché nulla crea, la rivolta è profondamente
positiva poiché rivela quanto, nell'uomo, è sempre da difendere: LA
DIGNITA'
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com